Luca era seduto fuori in giardino, la sigaretta in bocca e il quaderno in mano mentre abbozzava delle frasi per le nuove barre che avrebbe dovuto scrivere, non gli mancava l'ispirazione, non dopo quello che era accaduto qualche giorno prima.
Non dopo la serata passata con lui.
Tancredi, al contrario, era sdraiato sul suo letto, cuffie nelle orecchie e testa completamente persa nei suoi pensieri.
Pensieri che non sapeva interpretare, un misto tra eccitazione e tristezza, felicità e rabbia. Nessuno si era avvicinato, lo vedevano talmente preso che disturbarlo dal suo lavoro sembrava quasi un peccato.
L'unica cosa che però Tancredi riuscì a scrivere fu il nome di Aka accompagnato da un centinaio di punti interrogativi, sicuramente non sarebbero state le barre perfette per quella canzone che tanto lo stava tormentando.
Spense il computer, si tolse le cuffie e si alzò recandosi in cucina dove tutti erano già indaffarati con i preparativi della cena.
Giulia si girò di colpo facendo quasi cadere tutti i piatti che aveva in mano, Tancredi sgranò gli occhi e fece un passo in avanti mettendo le mani sotto i piatti così da pararne la caduta.
Fortunatamente, Giulia li afferrò saldamente prima di lasciarli scivolare a terra:
"Mannaggia! Stavo per combinare un disastro!" rise, con quella risata contagiosa che fece fare un sorriso anche a Tancredi e che portò Sangiovanni, Deddy e Alessandro a girarsi per vedere cosa stava succedendo.
Accennarono un saluto e tornarono a guardare le pentole dove all'interno bolliva del sugo.
"Qualcuno potrebbe chiamare Aka? "cucino io, cucino io!" e poi appena ha occasione scappa. Io non so proprio dove mettere le mani brody, fate voi".
Sangio si era già arreso, come spesso capitava quando si ritrovava in cucina.
" Oh Tancre, lo chiami tu?"
Tancredi scattò, si era nuovamente perso nei suoi pensieri.
"Sì, ci penso io, tranquilli". Alzò un angolo della bocca creando un mezzo sorrisino e dopo si diresse in giardino, dove subito individuò Aka.
" Ti cercano in cucina". Non lo guardò, si sedette però difronte a lui, prese la Iqos e la accese, pronto a fumarla prima dell'urlo della giungla che solitamente proveniva dall'interno quando era pronta la cena.
"Non mi guardi nemmeno? Sei così pentito?".
Luca parlò e Tancredi alzò lo sguardo da terra.Non si era pentito, o meglio, non lo sapeva.
Non sapeva cosa pensare né tantomeno cosa dire o fare." È necessario chiedermelo ora? Se non vai di là potrebbero far esplodere la cucina".
Cercò di sviare il discorso, ma il biondo era testardo e non si sarebbe fatto liquidare così facilmente.
"Non mi parli da quando è successo, credo che sia ora, sì.". Aveva un tono autoritario e il milanese non sapeva come uscirne.
"Credo di non saperlo nemmeno io, Luca." Sbuffò il fumo dalla bocca e per la prima volta dopo giorni guardò Aka negli occhi, immediatamente un brivido gli percorse la schiena.Probabilmente per il freddo.
O, ancor più probabilmente, per le emozioni che ogni volta gli trasmetteva quel ragazzo per i suoi gusti troppo chiacchierone.Luca fece per aprire bocca ma venne bloccato da Deddy visibilmente preoccupato.
"Zio è esploso il sugo". Deglutì dicendo queste parole, sembrava quasi avesse visto un fantasma.
"Ja, ma che vuol dire che è esploso il sugo, cosa è una bomba?". Il napoletano si alzò di scatto ed entrò in casa, seguito da Tancredi che nel frattempo ridacchiava per quella situazione a dir poco comica.
" Ma siete scemi? Vi credo che è uscito dalla pentola, dovevate spegnerlo. Possibile che non posso lasciarvi un minuto da soli in cucina?".
La voce di Aka sembrava quasi disperata mentre tirava fuori dal freezer la "pizza congelata per le emergenze", così la chiamavano.
"Guardate voi se io, napoletano, devo mangiarmi questa pizza perché ormai il sugo è più sui fornelli che in pentola". Enfatizzò molto la parola "napoletano" e, dopo aver messo nel forno le pizze si sedette sul divano sospirando.Tancredi era ancora seduto sullo sgabello della cucina, ridendo ad ogni frase che veniva detta mentre gli altri tre ragazzi tentavano di pulire il casino creatosi.
Dopo di che, si misero tutti ai loro posti a tavola per mangiare.Erano seduti uno di fronte all'altro e il biondo non faceva altro che far incrociare i loro sguardi.
"Sparecchiamo io e Tancredi oggi". Disse dando un morso alla pizza non distogliendo lo sguardo.Sembravano preda e predatore e Tancredi sapeva benissimo che quella sera non sarebbe riuscito a scamparla.
Avrebbe dovuto finalmente parlare.-
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SPAZIO AUTRICE
in realtà mi fa cagare, e credo che sia anche troppo corto.
Mi stavo annoiando ed ho deciso di iniziare a scrivere, così tanto per.Credo abbiate capito che ci saranno dei flash back PERCHÉ IO SO CHE VOLETE SAPERE COSA È SUCCESSO QUELLA SERA e, insomma, non vi biasimo.
spero possa esservi piaciuto questo capitolo, se sì lasciatemi una stellina è un commentino così da vedere se ne vale la pena continuare!
un bacione, gio.
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"The night belongs to lovers." Tanc7even
Fanfiction"Because the night, belongs to lovers Because the night belongs to lust. Because the night belongs to lovers Because the night belongs to us." "La sento un po' nostra questa canzone." Tancredi disse quelle parole quasi senza voce in modo che solo il...