parte quattro

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mettendo a fuoco l'ambiente attorno a me,mi ripresi dalla trance a cui mi ero abbandonato.
ero rimasto incollato al divano e alzarmi non era tra le mie idee,quando avvertii qualcuno toccarmi la spalla e,girandomi di scatto scoprii che era proprio Luca (il nostro cuozzo napoletano preferito ammetiamolo).

il sorriso che lo illuminava non mi passò inosservato anzi,ero curioso di saperne il motivo,anche se forse probabilmente già lo conoscevo,ma desideravo con tutto me stesso che la ragione fosse un'altra,che smontasse tutto l'aggroviglio di paranoie formatosi nella mia testa.
non lo avrei mai ammesso ma lo volevo davvero.
feci per stropicciarmi gli occhi mettendo il pausa per un momento quello che mi circondava,e in pochi secondi mi ritrovai Aka davanti seduto per terra,mentre mi guardava e percepivo che qualcosa fosse cambiato,e che non aspettava di confessarmelo.

infatti non esitò.

"siamo tornati insieme"

cercai di disegnarmi sul volto uno dei più grandi sorrisi che sarei mai riuscito a sforzare,come per convincere anche me stesso che quello che era appena accaduto fosse giusto e mi rendesse felice per lui,come se quello che mi avesse detto fosse stato destino e quei due erano destinati a stare insieme.

"bene. sono contento per te. davvero. se ti fa stare bene allora okay,basta che poi non ti vedo vagare per la casetta con il lenzuolo sulle spalle con gli occhi gonfi di lacrime capito?"
provai a scherzarci sopra per far apparire quel mio sorriso il più vero che avesse mai potuto essere,e ricevetti uno schiaffo sulla gamba da parte sua che altro non mi fece che sorridere,proprio come lui.

"te l'ho detto,non sarà così. o almeno spero non faccia altre cazzate,è difficile saperlo"

"già "

"già"

e come la scorsa volta nell'aria si propagò un silenzio imbarazzante non indifferente.
imbarazzante non credo solo per il mio volere,ma anche dal suo sguardo si intravedeva una certa timidezza che non avevo mai visto,ma che saltava fuori soltanto in momenti come questi e pretendevo di sapere il perché,volevo sapere perché quando entravamo in argomenti come questi accadeva sempre.

"perché ogni volta succede questo?

"cosa Ta?"

"questo"

"guarda che lo vuoi tu tutto questo,ogni volta si crea sto silenzio imbarazzante che non riesco a sopporta e finiamo sempre per litiga"

"io non voglio che sia così"

"ma neanche io"

"e allora perché succede questo?"

"non lo so,oppure forse lo so ma non lo voglio ammettere. sai che c'è? vado da martina,ci vediamo direttamente più tardi eh?" e si alzò creando letteralmente il panico che sentivo insediarsi dentro di me.
doveva sempre finire così,sempre a litigare e non sopportavo più tutta la tensione che poi scoppiava quando diventava tutto troppo.
la situazione stava inziando a starmi stretta e mi imposi di andargli dietro,non saremmo finiti per tenerci il broncio tutta la settimana,se fosse accaduto anche questo potevo dire ciao al mio percorso ad amici.
il mio stato emotivo influenzava me e il mio scrivere più di qualsiasi altra cosa e non volevo succedesse di nuovo.

le gambe presero a muoversi dirigendosi verso la camera dove avevo visto il ragazzo dirigersi,ma mi bloccai proprio sul ciglio della porta,intravedendo lei che con un gesto della mano gli accarezzava i capelli e lui sembrava fissare un punto indefinito della stanza,mentre con la mano destra teneva saldo un lembo della coperta su cui era seduto.
mi apprestavo solo,come sempre,a guardarlo.
nella tranquillità di attimi così saliva in me la consapevolezza di quello che volevo e che,se non già evidente,volevo.
ma il pensiero che ciò che desideravo potesse distruggere il rapporto di puro amore e odio formatosi tra due cuori appartenenti a due mondi così distanti e diversi tra di loro,non mi faceva dormire la notte.
mii teneva sveglio e,però,ordinava alla mente di fare qualcosa al più presto,di intervenire altrimenti avrei perso l'occasione che cercavo.
il problema era che non sapevo quale fosse l'occasione giusta.

non feci in tempo a terminare il discorso tra me e me,che una ciabatta volante mi colpì dritto nello stomaco,e sapevo di dover andarmene.
sapevo anche a chi apparteneva quella ciabatta,e per evitare maggior imbarazzo dopo essere stato beccato a guardare con fare da stalker due persone che si stavano facendo i cavoli loro,me ne andai rassegnato al mio solito posticino,sulla panchina bianca come al solito a fumare.
l'ora di cena ormai era passata,infatti quando attraversai la cucina con passo svelto per andarmene ricevetti due o tre occhiate stranite da parte di alcuni dei ragazzi,come a chiedermi mentalmente cosa avessi fatto tutto il tempo.
probabilmente mi avevano chiamato anche,ma non ci avevo fatto caso apposto.
quando succedevano cose così lo stomaco spesso mi si chiudeva e,anche se avessi voluto ingerire una qualsiasi cosa commestibile solo per avvertire il sapore di qualcosa,il mio stomaco mi gridava di no e finivo col non mangiare per ore.

non so neanche io come facessi certe volte.

ogni sera si ripeteva la stessa routine,sigaretta e poi a letto,solo che sta volta il posto accanto a me era occupato non da una ma ben due persone.
e sapevo bene che una delle due me lo stava facendo apposta,voleva vedere se avessi dormito lì comunque.
non capivo neanche come due persone sarebbero entrate in un letto singolo,ma non ci volevo pensare.

spensi la sigaretta sul solito portacenere di ceramica in cui spesso mi trovavo a contare i mozziconi spenti e inceneriti che la riempivano,e spostai lo sguardo alle mie spalle per accertarmi che non ci fosse più nessuno.
i miei occhi furono accolti da questa nuvola di buio che colorava l'interno della casetta e a tratti mi invitava a starmene lì dov'ero.
appoggiai la testa sulla mano destra per farle da cuscino e chiusi gli occhi.
la sottile aria fredda mi provocava piccoli brividi continui che si propagavano per tutto il corpo e mi colorava la punta del naso e gli zigomi di rosso,come una di quelle notti d'inverno ormai inoltrato,quando volevi stare fuori ad osservare la neve che cadeva,ma il freddo diventava insostenibile e ti obbligavano a rientrare a casa per forza.

ecco,io in quel momento avrei preferito morire di freddo piuttosto che darla vinta a quel cuozzo che se ne stava in camera nostra al caldo con un'altra persona e che non aspettava altro di vedermi entrare da quella porta e farmi cedere.
ma no,il sottoscritto non avrebbe ceduto.
ma il vento freddo era sopportabile e sotto tutte le coperte con cui mi ero travestito,sarei stato bene.

poco prima che decidessi di mettermi a dormire,si affacciò un Ale evidentemente esausto,che con un gesto del capo fece per chiedermi se fosse tutto apposto,vedendomi lì fuori solo.
annuii senza dare troppo informazioni di quello che era accaduto,e so che Ale capii cosa era successo quando mi rivolse uno dei suoi soliti sorrisi,come per farmi notare che avesse capito o almeno captato come stavano le cose.

andandosene,mi lasciai finalmente ingannare da quel silenzio che la notte portava con sè,e mi addormentai,ignaro della piega che la situazione avrebbe preso il giorno dopo.

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ciao gente:)
in questi giorni sono sommersx dai compiti e con le materie che devo recuperare non ci sto capendo più niente,quindi ho voluto aspettare fino a quando non avessi avuto l'ispirazione per il capitolo nuovo e quindi eccomi qua:P
questo è più un "capitolo di passaggio" quindi diciamo che dal prossimo capitolo le cose si faranno interessanti DJSKDISODI;)
oggi dovevo andare all'instore di Tanc a Bologna ma come al solito qualcosa doveva andare storto e quindi niente,non ci sono andata (il bello è che i miei poi mi prendono per il culo se ci sto male dicendomi che è esagerato,quando andare là oggi era forse l'unica cosa che in sto periodo avrebbe potuto farmi stare bene ma okay) :)
comunque AVETE VISTO LA LIVE DI AKA LUNEDIIII? aaaaa mi fa morire il fatto che Tanc nella live abbia detto tutto il contrario di Aka,ceh marito e moglie e in più sono i nuovi sandra e raimondo✨💅🏼
spero stiate tutti benissimo,fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto,oggi o domani pubblico il prossimo<3

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 06, 2021 ⏰

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