Capitolo 26 Clint

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CLINT

Dopo una cena che aveva il sapore di una colazione salutare mi concedo un bicchiere di scotch di un tipo molto pregiato, Lagavulin 16 anni. È uno dei liquori scozzesi di Islay più famoso, un classico dove torba e sapori iodati di mare si mescolano creando una sinfonia stupefacente. L'affumicatura è intensa, ma non prepotente, il malto è frutto caldo dalla tanta sapidità e rocciosità. Un capolavoro, come l'amico che me lo ha regalato: Anthony Edward Stark, genio e sregolatezza.

Bevo alla sua salute, e non uno shottino, ma proprio un bicchiere pieno. Brucia in gola non più del dolore immenso e scioccante della sua perdita.

"Non te ne offro per via del tuo stato" guardo il panorama notturno dello skyline della metropoli dalla finestra della stanza da letto, rivolgendomi a Eyra.

Che si avvicina e mi toglie di mano il bicchiere vuoto "È sufficiente quanto hai già bevuto". Lo pone sul mio comodino e si corica "Dovrò ringraziare Natasha per lo spazzolino da denti e il dentifricio, che invenzioni".

Mi ha raccontato che ad Asgard usano bastoncini di legno e foglie di menta, su Vormir curava l'igiene in modo analogo.

Un salto in bagno e odo chiacchiere provenire dalla camera, intuendo che la tv sia accesa. Con indosso i boxer, mi dirigo in stanza dove l'asgardiana, seduta sul letto, fa zapping fra un programma e l'altro, in un misto di soap opera, televendite, talk show e notiziari.

Mi soffermo a guardarla, perché non si è accorta della mia presenza. Divertito, al suo fermarsi su una scena romantica in cui i protagonisti di un film sono presi da un momento molto passionale, la redarguisco "Che fai?".

"Oh, ciao" colta in flagrante, tenta di spegnere la tv dal pulsante rosso del telecomando che le cade di mano. Nel rialzarsi per prenderlo osserva la mia figura e provvede a una radiografia fisica, con le gote imporporate. "Guardavo la scatola magica, c'è anche in soggiorno, più grande" in effetti posseggo due apparecchi televisivi. "E' interessante, esploro il tuo mondo... è così fra noi, per te?" la scena sentimentale prosegue sullo schermo fra baci e sospiri finché riesce a spegnere.

"Molto meglio" ammetto senza vergogna, perché è la verità.

Mi infilo a letto cercando di rimanere più possibile nella mia parte di materasso senza spostarmi dal mio lato; Eyra starà nello spicchio opposto, per cui non la toccherò nemmeno per sbaglio.

Il divano non è comodo e ho bisogno di ristoro. Oltre al piumino leggero ho messo un'altra coperta per stare più caldi.

"Buonanotte, Clint" l'asgardiana mi scruta; attende il bacio che vorrei darle almeno sulla guancia. Evito, mantenendo il punto della distanza nella stranezza di addormentarci separati dopo mesi in cui dormivamo l'uno nelle braccia dell'altra.

"Buonanotte a te" spengo la luce dell'abatjour e respiro profondamente, cercando di concentrarmi sul riposo che stenta ad arrivare. Le immagini del luogo che ho lasciato si sovrappongono a quelle della giornata appena passata, ai visi dei colleghi Avengers, ai ricordi della risata di Tony, agli occhi verdi di Eyra così simili ai paterni. Posso udire il suo respiro e sono certo che non stia dormendo.

Mi ribalto nel letto sul fianco più di una volta, senza trovare pace. Il materasso è troppo comodo e morbido in confronto al pagliericcio sul pavimento della grotta di Vormir, le lenzuola sanno del detersivo del bucato. Soffio come una locomotiva, irritato. Realizzo che sarebbe preferibile andare in salone e lasciare l'asgardiana tranquilla a riposare.

La mano femminile si posa sul mio torace "Proviamo così! Voltati verso di me".

Il mio corpo ubbidisce istintivamente; me la ritrovo addosso in una cinta gentile e non erotica. Il calore delle sue forme percepite attraverso il sottile cotone della t-shirt, il profumo di shampoo della sua chioma mi distraggono ugualmente. Depongo la testa sulla sua spalla, attento a non toccarla in altri parti del corpo, chiedendomi come faccia a essere sempre così bella e così dolce.

"Sono tanto agitata anch'io, Clint; siamo in due su questa barca, non sei solo e non lo sarai mai. Tentiamo di riposare, assieme!" mi infila le dita fra i capelli, massaggiandomi il cuoio capelluto sottostante.

Mi pare che la tensione si sciolga a livello cranico quando passa alla spalla destra, nel punto fra la scapola e il collo, usando più forza.

Mugolo, in una sensazione a metà fra fastidio e piacere. Lentamente mi rilassò. Lo stress e la stanchezza scivolano verso il basso attraverso la spina dorsale, scompaiono, lasciando il posto ad altro.

Il contatto col corpo nudo di Eyra sotto la t-shirt mi piace troppo, non riesco a mettere un freno al mio desiderio.

Lei, consapevolmente, si sposta un po' per evitarmi.

Le mie mani si infilano al bordo della maglietta e la trattengono per le natiche, tonde e perfette.

Rabbrividisce al mio tocco.

"Ti do fastidio? Hai freddo?".

"Me lo hai già chiesto la prima volta che facemmo il bagno alla solfatara. Clint, sei tu, non il freddo. Non voglio che tu creda che intenda sedurti per ottenere qualcosa in cambio o il tuo perdono. L'attrazione e i sentimenti che nutro per te non erano una finzione e non lo sono nemmeno ora. Ammetto che all'inizio ho pensato di usare la mia bellezza per avvicinarti, ma non è servita alcuna strategia per la magia creatasi immediatamente fra noi" mi dà un bacio innocente sul petto all'altezza del cuore "Scusa per il bagnoschiuma, credevo l'avresti schivato, invece non ti sei scansato e ti ho centrato in pieno".

La mia mano sinistra sale sul suo ventre. Il bambino è l'argomento più importante e l'abbiamo eluso "Ho avuto tanta paura di perdervi quando sei svenuta. Sono morto dentro, pensando a una vita senza di voi".

La mano destra di Eyra vola sul mio ombelico a giocare con la peluria castana che solletica.

Non resisto alla nostra contingenza, la gradazione alcolica dello scotch si è mischiata al sangue nelle mie vene.

"Per oggi abbiamo parlato già troppo di chi non c'è più. Mi spiace per il tuo amico Tony, immensamente, credimi".

Affrontiamo entrambi un momento difficile, la fatica di una navigazione fra molte sofferenze; ho perso il migliore dei compagni, lei i suoi nonni e la sua casa, forse anche quella serpe di Loki che in fondo rimane suo padre.

Annuisco, a mo' di scontroso ringraziamento.

"Se il mio amore per te è inesprimibile a parole, non potrò spiegartelo ma potrò unicamente amarti" l'asgardiana solleva le braccia come un cigno le ali, invitandomi a toglierle la t-shirt, che cade sul tappeto assieme ai miei boxer in una chiamata a rapporto che raccolgo.

Le labbra semiaperte finiscono sulle mie, lei sotto di me.

Ho bisogno di stringerla, di sentirla mia.

Le gambe femminili si schiudono per ricevermi. Ogni volta che mi abbraccia apre un varco per la mia anima, ed è l'unica che lo abbia trovato: lei non avrà alcun regno dove tornare, ma sarà sempre la mia principessa.

"Non vuol dire che ti ho perdonato" cerco di usare un tono incombente per sottolineare la gravità di quanto accaduto fra noi.

"Lo so, Falco, ma non m'importa; divisa da te non valgo niente" Eyra avvicina ulteriormente i nostri corpi sospingendo il bacino in un'unione completa; le sue braccia si allacciano dietro la mia nuca.

Sento un gemito gutturale nel momento in cui la punta della lingua femminile sollecita la mia.

E' la mia voce che la chiama amore



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