Bring your foal

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Siamo nati nell'epoca sbagliata.

Cantavi canzoni a me sconosciute e pretendevi io sapessi il loro testo

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Cantavi canzoni a me sconosciute e pretendevi io sapessi il loro testo.
Uno scherzo da parte del destino è ciò che siamo: ammassi di carne e ossa appartenenti a due mondi completamente differenti.

Non abbiamo nulla di speciale in noi, incluse le vesti da brave persone e i nostri corpi condannati all'esilio da parte della società.

Mi guardavi e come se nulla fosse, mi chiedevi di raggiungere l'Italia, così che il mio sogno di guardare il Colosseo avrei potuto realizzare con te al mio fianco.

E tutto appariva meno problematico, tutto perdeva significato.
Un solo sguardo e il mondo crollava, perché: "se breve, l'amore viene trasmesso prima" dicevi e forse avevi ragione.

Mi tenevi per il polso e come due adolescenti appena scappati di casa, con fretta e furia mille completi da farmi indossare mantevi tra le braccia.

La società è piena di stereotipi Seokjin, suppongo tu questo lo sappia. Uscire con te era come gattare un topo in gabbia. Vesti dai colori chiari, gonne lunghe dai merli ricamati a mano, estive magliette adornate di fiori, corsetti neri e stretti, camicie leggere, mazzi di fiori come regalo di buon auspicio e, fiori d'arancio accompagnati da perle, dicevi trovare deliziosi.

Seokjin, il mondo non ti tiene a cuore perciò, ti terrò io il più in alto possibile.

Sento ancora ora il flebile eco che le urla di tuo padre fece riflettere nell'aria, "Un figlio gay! Ma ti rendi conto? È colpa di quello strano ragazzo dai capelli rovinati se ora credi d'essere un finocchio. Non sei mio figlio, fossi stato lui avresti fatto il brav'uomo e con una donna avresti scopato. Un debole! Una disgrazia! Sei malato, fuori da casa mia!".

E tu di casa te ne andasti davvero, si, lo facesti ma neppure una lacrima vidi bagnare le tue guance. Ridevi Jin, ti rendevi beffe di quell'uomo il cui ruolo di "padre" un amore incondizionato avrebbe dovuto preservare nei tuoi confronti.

Ancora una volta: Seokjin le persone non ti meritano. Ma a te non importava, no, a te essere considerato parte della società o meno, non aveva importanza.

Mi sono perso nei tuoi occhi mentre tu, invece, eri perso nei tuoi sogni. Li vivevi, sguazzavi nelle loro meraviglie e nel frattempo il mondo reale diveniva sempre più distante dalla tua diafana figura.

Dove sono finiti gli anni? Non era ieri il giorno che ti invitai a casa mia per studiare? Ogni respiro è un nuovo ricordo, ogni nuovo sorriso è un nuovo dipinto ed ogni volta rimango ammaliato dalla bellezza che la tua realtà mi fa vivere.

Vorrei che il mondo fosse più garbato con coloro che racchiudono le loro speranze all'interno d'un ciondolo.

I tuoi genitori devono aver baciato della polvere cosmica quella notte d'inverno in cui ti concepirno. Sei qualcosa di raro. I tuoi occhi son bendati e il tuo viso è ricoperto da cicatrici di ricadute passate; il mio perde ancora sangue.
Ho la testa ormai riempita di catrame e la sensazione di malinconia a far leva sul mio umore.

Seduto sui gradini di un'antica scalinata il mondo sta perdendo colore sotto i miei occhi. L'avremmo dovuto capire sin dall'inizio che un antidoto per il castigo non esiste. La frutta è andata a male, sintomo del pigro caldo estivo.
La sensazione del tuo cuore che cede nei meandri dello stomaco. La testa è piena di paranoie e il panico di non sapere cosa sta succedendo taglia le gambe ad ogni promessa.

Son morto tra le tue braccia stasera ed un nuovo Jeon Jungkook è nato.

Stai cantando mentre Roma arde tra le fiamme, mi fai da portavoce. E poi ancora la calma: sentieri di pietra, acqua cristallina, statue in marmo, brezze leggere, inchiostro sulle mani e risate dolorose. Butta le tue scarpe sporche nel cuore della mia lavatrice e cadiamo in un'incantesimo immortale.

FINO ALL'ORLO E OLTREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora