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NY era completamente coperta da quella patina umida della pioggia, con il cielo ancora coperto di nubi nere e quel freschetto da pelle d'oca. Il lato positivo era che la città pareva desolata e persino i clacson non si udivano. Adam e Marissa camminavano fianco a fianco in religioso silenzio quasi come per paura d'interrompere quel momento.

Arrivarono vicino ad un ponte in pietra chiara, di quelli con le scalinate di marmo ad entrambi i lati. Marissa guardò Adam e disse:

- Io a sinistra e tu a destra. L'ultimo che arriva paga pegno - pronunciando queste parole alla velocità della luce, poi si mise a correre all'impazzata verso la scalinata di sinistra. Adam rimase sorpreso, e colto alla sprovvista rimase immobile a fissare Marissa correre in modo tanto scoordinato quanto frenetico. Rise di gusto mentre lei si affannava ad arrivare in cima.

Dal cornicione del ponte sporse la testa di Marissa:

- Che fai? dovevi correre!-

- Volevo farlo ma il tuo modo di agitare le braccia mentre corri è stata una distrazione troppo grande - rispose ridendo di pancia.

Marissa sorrise e portò le mani al volto nel tentativo di nascondere l'imbarazzo. Quando le tolse guardò giù ma non vide Adam, era scomparso. D'un tratto lo ritrovò alle sue spalle:

- Se avessi corso non avresti avuto chance- sussurrò lui all'orecchio destro di Marissa.

Lei, voltandosi immediatamente verso Adam, gli poggiò la mano sul viso, accarezzandogli la guancia:

- Ora devi pagare peg..- Adam non le lasciò finire la frase. Dolcemente le mise la mani ai fianchi e tirandola a sè la baciò. Di puro istinto, di puro cuore. Fu un bacio che durò solo qualche secondo, perchè Marissa lo respinse. Lo fece con rabbia.

- Che fai?- disse lei con tono infastidito

- Credevo fosse quello che volevi. Pensavo fosse il momento giusto, ecco - provò a giustificarsi Adam

- Momento giusto? Adam non ci sarà mai il momento giusto con me- concluse Marissa, severamente e con aria seccata. Poi aggiunse:

- Ora torniamo a casa dagli altri- ed iniziò ad incamminarsi verso l'appartamento di Adam. Con le braccia raccolte ed il cappuccio della felpa tirato su completamente a copertura della testa e degli occhi.

Lui rimase di sasso. Pietrificato da quelle parole che lo avevano tremendamente spiazzato. Ma Adam non era uno di quelli che subisce le situazioni senza prima averle capite e chiarite. Così accellerò il passo e raggiunse Marissa. Le afferrò il polso del braccio sinistro facendola voltare:

- Che significa?- chiese lui

- Nulla Adam, non significa niente. Ora lasciami andare- rispose di getto, divincolandosi da quella dolce presa.

- Cammina, torniamo a casa- aggiunse lei.

Il viaggio di ritorno fu esattamente come quello d'andata; in rigoroso silenzio, interrotto di tanto in tanto da qualche scambio di occhiate che facevano più rumore delle parole non dette. Giunsero all'entrata del loft. Marissa tolse il cappuccio e si voltò verso Adam:

- Mi dispiace, non volevo essere brusca. Cerca di capirmi- disse imbarazzata ed amareggiata

-Allora cerca di farti capire, perchè credevo ci fosse qualcosa- replicò lui

- Adam, è complicato. Mi sembri un ragazzo davvero speciale, dovresti stare lontano da me-

Adam non rispose. La delusione gli pervadeva l'anima, gli offuscava i pensieri. Rimase in silenzio guardandola fisso negli occhi come nel tentativo di scorgere una qualche risposta. Rammaricato ed inerme, suonò il campanello. Lo suonò ancora. E ancora. Non rispose nessuno.

- Sono un idiota, ho lasciato le chiavi a casa. Perchè non rispondono?-

- Magari si saranno addormentati. Provo a chiamare Nicole-

Neanche Nicole rispose. Così provarono a contattare Nathan e poi Julia ma il risultato fu lo stesso. Nessuna risposta.

- E ora che si fa?- chiese Marissa frettolosamente

- Davvero non ne ho idea-

E poi, magicamente aprirono la porta. I due salirono in silenzio profondo. Come fossero due perfetti sconosciuti.

- Scusate, ci siamo addormentati- disse Nathan visibilmente assonnato.

- Com'è andata la vostra passeggiata?- chiesero quasi all'unisono Nicole e Julia

- Io vado a farmi una doccia- Fu questa la risposta di Adam, che tirò dritto verso il bagno.

Marissa si scambiò un'occhiata con le amiche che colsero al volo la situazione. Capirono immediatamente il suo stato d'animo.

- Vuoi che torniamo a casa?- domandò Julia preoccupata

- Nono tranquilla, è tutto ok. Devo solo parlare con lui - rispose sussurrando Marissa che si avviò verso il bagno. Non bussò, aprì la porta e la chiuse energicamente alle sue spalle. I tre amici rimasero in silenzio, guardandosi tra loro e cercando di capire cosa stesse succedendo tra quei due.

- Hey, sono nudo qui- urlò Adam

- Non ti guardo, anzi mi volto di spalle. Devo parlarti e voglio che mi ascolti attentamente- rispose lei

- Marissa, non c'è bisogno. Ho capito, non sei interessata-

- Smettila per una buona volta di fare sempre il carino e stammi a sentire. Tu mi piaci, mi piaci molto. Ma non sono la ragazza giusta per te, credimi Adam. Lo dico per il tuo bene-

- Ma che significa? come puoi dirmi una cosa del genere. Come fai a saperlo se non ci abbiamo nemmeno provato-

- Adam, è complicato. Davvero. Possiamo restare amici, sei un ragazzo meraviglioso e non ti voglio perdere. Che ne dici? -

Con sorriso sarcastico e consapevole, Adam rispose:

- Amici? Lo sai vero che questa è la frase peggiore che tu potessi dire?!-

- Lo so che sono frasi di circostanza, ma davvero non ho alcuna intenzione di perderti. Adam devi credermi-

Adam uscì dalla doccia, legò l'asciugamano ai fianchi, si passò la mano tra i capelli bagnati buttandoli tutti all'indietro e si avvicinò a Marissa voltandola con entrambe le mani:

- Guardami negli occhi e dimmi che tra noi non c'è nulla, allora potremmo essere amici- disse deciso

Marissa lo guardò intensamente negli occhi, aprì leggermente le labbra come nel tentativo invano, di far uscire qualche parola. Il cuore le batteva a mille, non riusciva nemmeno a deglutire. Così si arrese al momento, si arrese alla malsana idea di contenere le sue emozioni e si lasciò andare ad un bacio talmente intenso e passionale da far cadere l'asciugamano dai fianchi di Adam, che iniziò a spogliarla dolcemente ed intensamente. Le mani di Adam scivolarono verso i fianchi sinuosi di Marissa, lasciando una scia di pelle d'oca al proprio passaggio. Fremente di piacere, lei iniziò ad accarezzargli il petto e lentamente cominciò a scendere con la mano. La prese in braccio, si appoggiarono alla porta del bagno ed iniziarono a fare l'amore cercando di trattenersi dal fare rumori troppo alti che potessero esser uditi dagli altri. Marissa si teneva con forza ai capelli di Adam che non le dava tregua. Di puro impeto Adam la voltò con il viso verso la porta. Le baciò il collo ed iniziò a stuzzicarle il lobo dell'orecchio, sussurrandole dolci gemiti. Marissa allungò il braccio e lo portò sulle natiche di Adam, stringendole con passione, mentre lui le esprimeva il suo calore con lenti movimenti che divennero ben presto frenetici e profondi. Il piacere esplodeva nei loro corpi nudi trasportandoli da un'altra parte; era come se non fossero lì, non avevano aderenza con il reale. Fu un atto di pura passione, una connessione ed una chimica talmente forti da fargli perdere il controllo del volume. Si lasciarono andare completamente, senza remore, senza freni. Nel momento più intimo e passionale erano ancora insieme, entrambi pronti ad esplodere. Marissa strinse le gambe con forza e fu lì che la connessione con Adam venne siglata. Una volta consumato quel profondo attimo di passione, uscirono dal bagno e vennero accolti dagli sguardi sbigottiti dei loro amici che naturalmente non poterono far altro che sentire la giovane coppia esprimere il proprio desiderio. 

PAZZA D'AMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora