19

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Prima di cominciare a leggere, voglio ricordarvi che il capitolo 18 è stato aggiornato, dato che quando l'ho pubblicato non si era salvato per intero. Perché... beh perché... è colpa del computer, lo giuro. Date la colpa a lui e non al pandacorno scrittore.

E poi che altro? Beh... niente, spero che vi piaccia, mi ci sono impegnata molto anche perché, ahimé, siamo arrivate alla fine.
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate che ci tengo :')

Buona lettura.

SAM'S POV

La testa... Dio come mi girava.

Aprii gli occhi, finalmente.

Non ci misi molto a capire di essere sdraiata nella neve. Non tanto per quello che vedevo come il cielo e le sue nuvole scure, o per il freddo intenso che sentivo lungo la schiena, le braccia e le gambe, ma bensì perché io quella scena l'avevo già vissuta.

E me lo ricordo. Eccome se me lo ricordo.

Mi alzai, questa volta senza andare troppo di fretta, tirandomi su con i gomiti e poi sedendomi per bene.
Lo guardai per qualche secondo.
Era proprio inginocchiato sulle punte accanto a me, a sguardo basso, forse credendo che io non potessi ancora vederlo.
Mi metto seduta proprio difronte a lui, cercando a stento di trattenere i singhiozzi. Quanto mi è mancato...
Mi chino leggermente in avanti per cercare di incatenare il suo sguardo al mio, finalmente dopo tanto tempo.
Il suo viso faceva ombra sul mio, e in un certo senso questo mi aiutò.
《Ciao Jack...》

JACK'S POV

《Ciao Jack...》

Sgranai gli occhi, lo sguardo fisso ancora sulla neve sotto di me.

Questa voce, da quanto tempo non sentivo pronunciare il mio nome da questa voce.
Alzai di scatto lo sguardo per avere la conferma che stesse parlando proprio con me, come se nei paraggi potessero esserci altri Jack, ed incontrai i suoi occhi. Quelle iridi blu che non si rivolgevano a me da tanto, da troppo tempo.

《Sam...》un sussurro strozzato in gola.

Avevo quasi dimenticato la sensazione degli occhi che si riempivano di lacrime, stava iniziando a scomparire come il ricordo che le sue labbra avevano lasciato sulle mie.
Ricordo che in un momento di sconforto, uno di quelli in cui non ce la facevo più, uno di quelli in cui credevo che Sam non avrebbe mai più creduto in me, mi ero ripromesso di non piangere più per amore, forse di non piangere più e basta. O forse di non provare proprio più emozioni.

Beh, mi rimangio tutto quello che ho detto.

《S-Sam mi... mi riesci a vedere...?》chiedo, a stento trattenendo tutte le urla, di gioia o di frustrazione, che avrei voluto cacciare in questi anni.

Cominciò ad annuire, poi a piangere, poi tutte e due le cose insieme sorridendo, o forse ridendo, e avvicinandosi sempre di più al mio viso fino a far entrare in contatto le nostre fronti《Sì Jack, sì... sì, posso vederti.》

Cominciai a sorridere, o forse ridevo anche io, e non ne capivo il motivo preciso. Forse era una di quelle risate nervose, nel mio caso perché provavo a contenere tutta la gioia che sentivo dentro e che vogliosa di uscire si era andata a riversare in scariche di brividi che mi stavano invadendo tutta la schiena. Sì, dopo trecento anni, ricordai come fosse strana la sensazione che si provava ad avere i brividi.

Non mi lasciò prendere il suo viso fra le mani che mi saltò al collo, buttandomi nella neve e finendo sopra di me.
Cominciammo a piangere tutti e due, ed io la strinsi forte a me come per far fondere i nostri corpi nell'unico grande desiderio che avevamo di non lasciarci più, come non volendo permettere che qualcos'altro la portasse via da me. Lei mi stava letteralmente stritolando, forse mi sarebbero rimasti i segni intorno al collo e forse sarebbero rimasti anche a lei sui fianchi, ma in quel momento la gioia era talmente smisurata da non farci più dare peso al dolore. Ne avevamo patito anche troppo.

Freddo come Frost (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora