𝐎𝐂 𝐟𝐨𝐫 silvyamuzz ♡︎
𝐩𝐫𝐚𝐭𝐢𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐢𝐨 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐎𝐂 𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞
𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐚𝐠𝐢𝐭𝐚𝐭𝐚-BUT LET'S GOOO
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ⁿᵒᵐᵉ:
«𝗟𝗲𝗮𝗵» she/herUn nome dalle chiare sonanze americane, che fanno già intuire la possibile origine donatale dai suoi cari genitori. Deriva dal greco λέων, a sua volta tramutato nel latino leo, dall'intuibile significato: leone. O meglio, leonessa, dato che ci troviamo a presentare un'adorabile donzella. Un tale nome dovrebbe incutere timore al solo sentire, si presta molto su una persona che è facile rispettare, qualcuno che non si faccia mettere i piedi in testa da nessuno e lotti per ciò che vuole. Ironia della sorte - o scherzo del destino - la giovane non sembra portare alto l'onore di cotale nome, quasi volesse impersonificare l'eccezione che conferma la regola.
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Due adulti pieni d'ansia si precipitavano in quella piccola BMW al calar del sole, ansiosi di veder venire alla luce la loro pargoletta, colei che avrebbe reso felice la coppia, realizzando il loro desiderio di allargare la famiglia. Quante sere in lacrime avevano passato desiderando un figlioletto, e quante volte non era accaduto proprio niente. Non perché i due avessero qualche problema legato alla procreazione, o così aveva detto il loro medico, ma perché dare alla luce un figlio non può proprio essere considerata cosa semplice. Ma dopo svariati mesi di quella sofferenza, il ventre della futura madre aveva cominciato ad ingrossarsi, fino a che non ci furono più dubbi: tra nove mesi avrebbero stretto nelle loro calde braccia il loro bambino. Il tempo che non sembrava scorrere mai, i "quanto manca?" urlati infinite volte dai cuginetti al telefono, ogni singolo ticchettio dell'orologio...
Quando ormai mancavano poco meno di tre mesi, una brutta notizia arrivò in quella casa fin troppo isolata dalla città: la bambina, oramai scoperta essere femmina, non stava bene. Sulle prime nemmeno i dottori riuscivano a capire cosa stesse esattamente succedendo di sbagliato, ma poco a poco le gite all'ospedale si facevano sempre più frequenti, fino a quando non si decise un disperato tentativo pur di salvare la piccola, che non riusciva più a nutrirsi nel modo corretto, causando cali di peso: un parto cesareo.«Ma mancano ancora due mesi!» aveva gridato la povera donna, all'udir della notizia. Purtroppo quello era l'unico modo per riuscire a fare qualcosa per la piccola, e nessuno dei due futuri genitori aveva avuto più niente da replicare. Così, il giorno fatidico arrivò, accompagnato da tutta l'ansia dei genitori.
Mentre la coppia, con la madre stesa su un lettino, e qualche paio di dottori attendevano che l'ascensore arrivasse al piano prestabilito, il marito chiese alla moglie quale sarebbe stato il nome della nascitura. Sarebbe dovuto essere il nome di una persona forte, che poteva combattere appena venuta al mondo, che avrebbe affrontato la vita a testa alta, e- Leah. Era il nome della nonna della nascitura. Alla madre era venuto in mente quasi per caso. La scelta proposta sembrava andare bene anche al marito, che in quel momento sembrava appena uscito dalla doccia, con molte, troppe perle di sudore che scendevano a fiotti dalla sua fronte, che si asciugava talvolta con un fazzolettino.Dopo un paio d'ore in sala parto, ben presto la donna ne venne fuori, senza però la sua bimba tra le braccia, rinchiusa immediatamente dai medici in una piccola incubatrice, collegata a molti tubi. Non era proprio graziosa: la pelle di un colore insolito, quasi violacea, tutti quei tubi che la facevano sembrare un piccolo alieno sotto ispezione, un ematoma sulla palpebra dell'occhio destro.
Ma urlava come un'aquila.
Nonostante fosse proprio piccina picciò, si pensi che poteva vantare dello spaventoso peso di un chilogrammo, la sua voce si era da subito fatta sentire, come il ruggito di un leone.