Tobias
«Non mi piace dover rimanere senza di te,stanotte» mormoro. «Non mi sembra giusto lasciarti sola in una situazione così difficile» .
«Perché, credi che non sia in grado di gestirla?» scatta Tris sulla difensiva.
«Ovviamente non è a questo che pensavo» e mentre lo dico le prendo il suo piccolo viso tra le mani e lo appoggio sulla mia fronte «È solo che non voglio che tu debba affrontare tutto da sola.»
«E io non voglio che tu affronti la famiglia di Uriah da solo» ribatte lei piano «Ma penso che queste cose le dovremmo fare separatamente. Sono contenta di passare un po' di tempo con Caleb prima...beh lo sai. Sarà bello non dovermi preoccuparmi di te allo stesso momento».
«okay» chiudo gli occhi con ancora l'immagine del suo viso impressa nella mente «Non vedo l'ora che arrivi domani, quando sarò tornato e tu avrai fatto quello che devi fare e potremmo decidere che cosa fare dopo»
«Ti so già dire che prevederà un bel po' di questi» sorride, e preme le sue labbra sulle mie.
Le mie mani scivolano giù dalle sue guance rosee, si posano sulle sue spalle e poi scendono, lentamente, lungo la schiena. Trovo l'orlo della sua camicia e le infilo le dita sotto, calde e insistenti.
La pressione del nostro bacio aumenta, e riesco a percepire ogni dettaglio in questo momento: il profumo irresistibile dei capelli di Tris, la luce arancione del tramonto sotto le mie palpebre chiuse, l'odore forte dell'erba che indica l'inizio della primavera.
Quando mi scosto e apro gli occhi vedo lei che abbozza un sorriso mentre mi guarda.
«Ti amo» mormora vicino al mio orecchio.
«Ti amo anch'io. » rispondo piano.
Mi avvicino a lei e la bacio ancora un'ultima volta prima di partire. «a presto» dico sorridendo ed esco da quel piccolo cortile, sperando di tornare dalla mia Tris il prima possibile.~*~
Corro più veloce che posso, cercando di respirare il meno possibile il siero della morte dentro questa stanza.
Appena rientrato al centro di genetica mi è corsa incontro Christina in lacrime.
«Quattro! Quattro» urlava lei
«Christ-» ho provato a dire io, ma prima che abbia potuto pronunciare per intero il suo nome, lei ha proseguito, singhiozzando tra una parola e un'altra.
«Tris è andata a prendere l'antidoto al posto di Caleb!» Ha strillato lei, e la sua voce straziante ha rimbombato per tutto il corridoio.
Senza che lo abbia pensato, il mio cervello ha registrato l'ordine di correre, e lei mie gambe hanno incominciato a muoversi da sole.Non ho tempo per pensare: devo agire e basta.
Il siero della morte prende spazio tra i miei polmoni, e quell'odore di spezie mi travolge le narici.
La mia vista incomincia ad appannarsi e compaiono grosse macchie nere sul mio campo visivo.
Non ora. Devo salvarla, almeno lei merita di vivere
Ed eccola lì, stesa per terra. Una grande macchia di sangue scuro le circonda la schiena e le macchia la maglietta. Ma il suo petto si muove ancora su e giù lentamente. È viva.
Con tutte le forze che mi sono rimaste in corpo mi muovo verso di lei e la prendo il braccio.
Due pallottole l'hanno colpita, una un po' più sopra della scapola e l'altra al centro della schiena. Il sangue continua a scorrere, macchia la mia maglia bianca.
È fredda come il marmo e ha le labbra viola. Il suo battito cardiaco rallenta e il respiro accelera.
Resisti Tris, fallo per me.
Mi gira la testa per colpa del siero, e incomincio a barcollare. Il naso e la gola mi bruciano e vedo quasi tutto nero. Ma la sua faccia è sempre nitida, appoggiata al mio petto.
Devo farcela. Per la mia Tris.
L'aria manca sempre di più e ad ogni passo la mia fatica aumenta.
La vista è tutta sfocata e non riesco più a distinguere i contorni delle cose, tutto diventa confuso; eppure riesco a vedere una luce abbagliante davanti a me.
Ormai con le forze esaurite e gli arti doloranti per la poca ossigenazione, vado dritto in quella direzione, tossicchiando per il fastidio ai polmoni.
Man man che mi avvicino vedo che oltre a quella fastidiosa luce bianca, ci sono ombre confuse, di figure indefinite.
Una ragazza e un ragazzo prendono forma attraverso il bagliore accecante, correndoci incontro.
Attorno a me vedo solo macchie nere, provocate dal siero, e quella luce che diventa sempre meno intensa.
I muscoli nelle mie gambe cedono per la troppa fatica, e cado in ginocchio tenendo ancora Tris stretta tra le braccia.
Anche lei tossisce, e del sangue le esce dalla bocca.
Le accarezzo i suoi biondi capelli, e in questo momento il loro profumo sovrasta l'odore di spezie e fumo che emana il siero.
Due mani mi prendono per il braccio, e mi trascinano verso la luce abbagliante, facendomi perdere l'orientamento.
Resisti.
Il bianco si fa sempre più accecante, e con se l'aria sta tornando limpida.
Per la prima volta dopo quella che mi è sembrata un'eternità, faccio un profondo respiro, tossicchiando ancora per espellere il veleno dai polmoni.
Le due mani mi lasciano, e vedo attraverso le palpebre chiuse, le due figure muoversi sempre più in fretta, cercando aiuto.
Apro a fatica gli occhi, e vedo la mia Tris.
Ce l'abbiamo fatta, riesco a sussurrare prima che me la strappino via dalle braccia.