Proprio alla fine del suo terzo anno in un prestigioso liceo italiano, al padre di Lisa fu proposta un'offerta lavorativa irripetibile e indeclinabile. Roberto Canevari lavorava per un'azienda internazionale, si occupava di marketing. Ci aveva lavorato per più di vent'anni, e aspettava una promozione da un momento all'altro, ma mai sotto queste condizioni. In ogni modo, ne parlò con sua moglie, Liliana. I due, d'accordo, la chiamarono in salotto. La fecero accomodare e poi, la classica frase.
"Dobbiamo parlare" dissero i due all'unisono. In quel preciso istante, il cervello di Lisa iniziò una profonda analisi di ciò che aveva fatto negli ultimi 17 anni. Feste senza permesso? No. Brutti voti? Difficile, aveva tutti voti alti. Era stata disobbediente? Ne dubitava, seguiva sempre i precisi ordini dei suoi. A quel punto si rassegnò. Aspettò di sentire la sua condanna.
"Tuo padre ha ricevuto una promozione" cominciò sua madre, schiarendosi la voce. Si voltò lentamente verso suo marito, cercando di fargli continuare il discorso.
Roberto fece un bel respiro profondo e aggiunse: "In Francia. Tra un mese mi aspettano a Marsiglia." Poi si corresse "Ci aspettano a Marsiglia, tutti e tre.". Lisa sbiancò. Le parole di suo padre l'avevano pietrificata. Avrebbe dovuto lasciare tutto quello che aveva costruito, qui in Italia, e ricominciare da zero in un Paese straniero. Avrebbe dovuto trovarsi dei nuovi amici, cambiare scuola, e città, e abitudini proprio l'anno in cui avrebbe compiuto 18 anni. Si sarebbe dovuta comportare da adulta. Questa frase le ronzava nella testa. Era il momento di crescere. Dopotutto, il trasferimento non poteva portare guai, giusto? Allora Lisa cercò di accennare un sorriso, che suscitò la gioia dei suoi.
"La mia azienda ha pensato a tutto, ci ha dato una lista di case in vendita e/o in affitto vicine alla sede e anche una vasta scelta di scuole per te. Non ti devi preoccupare, andrà tutto bene. In più la lingua la conosci già". Suo padre aveva ragione, per Lisa sarebbe stato facile adattarsi. Parlava già il francese fluentemente, lo aveva studiato a scuola. Dato che l'azienda aveva già pensato a tutto per offrire alla famiglia tutte le comodità, anche il trasferimento sarebbe stato facile.
"Va bene, sarà un nuovo inizio" disse Lisa per compiacere i suoi, che cercavano di più di qualche sorrisetto e monosillabi. Felici come non mai, il trio si strinse in un caloroso abbraccio.
Non appena finirono i festeggiamenti, Lisa salì frettolosamente le scale per arrivare in camera sua. Spalancò la porta e si lanciò sul letto. Tutte quelle emozioni combattevano dentro di lei, ma al momento era in vantaggio la tristezza. Cercò conforto nella sua migliore amica, Alice. Prese il telefono e le raccontò l'accaduto. Alice era cento volte più entusiasta di lei! Lei avrebbe pagato oro per poter andare in Francia, e già si immaginava di andare a trovare l'amica d'estate o per le vacanze invernali. Insomma, convinse Lisa che la sua era un'occasione favolosa e che non avrebbe dovuto lamentarsi e iniziare subito ad impacchettare e imballare i suoi averi. E aveva ragione. Doveva essere lì tra un mese e c'era tantissima roba da portare.
Come preannunciato, arrivarono in Francia l'1 settembre. S'imbarcarono dall'aeroporto di Bologna, e facendo scalo a Milano, arrivarono all'Aéroport de Marseille Provence nel tardo pomeriggio. La compagnia di suo padre aveva inviato una macchina per andare a prenderli e accompagnarli alla loro nuova casa. L'avevano già vista nelle foto fornite dall'agente immobiliare. Era un appartamento vicino al porto, distante dalla mia scuola due fermate della metro. La cucina era piuttosto piccola, ma le finestre grandi e luminose ingrandivano lo spazio. In compenso il soggiorno era abbastanza spazioso. Da qui partivano le scale che conducevano al piano superiore, con i bagni e le camere da letto. Era insolito che si trovasse un piano superiore negli appartamenti, ma a quanto pare in Francia non era una novità. Stessa storia anche per il giardino, che forse era più un terrazzo. A Lisa non importava del resto della casa. Lei voleva vedere la sua stanza. La camera che avrebbe accolto i suoi pensieri e sogni per il prossimo anno. Per fortuna, le sue aspettative non furono deluse. La camera era davvero bella. Non era ancora arredata, è vero, ma aveva l'aria di adattarsi ai mobili che aveva nella sua vecchia stanza. Avanzava nella stanza sentendo lo scricchiolio del parquet sotto i suoi piedi. Aprì la finestra e il vociare delle strade la travolse. Era una splendida giornata e tutto il quartiere sembrava di avere l'intenzione di godersela. La Francia prometteva molto bene.
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Il trasferimento
ChickLitLisa ha 17 anni quando i suoi genitori le comunicano del trasferimento in Francia. Un po' a malincuore, decide di partire e lasciarsi la sua vita in Italia alle spalle. Marsiglia le piace, le piacerà allo stesso modo la scuola e gli altri studenti...