Riemergere.

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Riemergere

Era una piovosa mattina di Novembre, a Union.

La pioggia sbatteva lenta sulle finestre, come il ticchettio di un orologio; l’aria odorava di terra bagnata e delle immense nuvole grigie coprivano lo splendore del flebile sole di fine autunno.

Jennifer stava mettendo in ordine i cassetti della camera da letto, dove felpe e maglioni erano stati buttati alla rinfusa da Josh, che in quel periodo sembrava non sapere cosa fosse l’ordine.

Appoggiò sul letto la felpa grigia di Josh, che aveva sempre quel meraviglioso odore d’acqua marina, e con lei tante altre magliette e tute da Basket.

Jennifer notò qualcosa sul bordo del cassetto, che sembrava un pezzo di carta un po’ ingiallito e piegato ripetute volte su se stesso. Curiosa, iniziò ad aprirlo e una grafia un po’ distorta riempiva la vecchia pagina. Nonostante la cattiva grafia, le parole si riuscivano a leggere, e Jennifer, guardando con attenzione, scoprì che somigliava terribilmente alla grafia di Josh, solo che era molto più disordinata e confusa.

Iniziò a leggere, catturando ogni singola parola con attenzione e imprimendola come l’inchiostro nella sua mente:

“Caro Robert,

bambino mio.

Se starai leggendo questa lettera è perché ormai non ci sono più e tu sei abbastanza grande da capire ciò che è successo.

Robert, non voglio che tu pensi che ti abbia abbandonato, ma penso che capirai che ho deciso di lasciare questo mondo perché ci sono stati momenti fin troppo bui nella mia vita e, credimi, essere un attore famoso non mi ha fatto uscire da tutto ciò, anzi, non ha fatto che peggiorare la situazione.

C’erano mattine, Rob, in cui vedere te e tua madre era l’unica ragione per andare avanti, per combattere i demoni che avevo dentro, ma forse, tutto questo non è bastato per darmi la forza necessaria.

Non odiarmi per essere andato via da te, per averti fatto crescere senza un padre su cui fare riferimento, ma a volte anche i grandi fanno stupidaggini, perché sì, se starai leggendo questa lettera, vuol dire che sicuramente avrò fatto una stupidaggine.

Il fatto è che era tutto troppo grande per me, e quando il mondo mi è crollato addosso avevo solo 25 anni.

Se stai leggendo questa lettera, Rob, non sono quanti anni tu abbia, ma sono sicuro che starai crescendo forte e sano, proprio come tua madre.

Perché, se io mi sono lasciato andare, non devi mai farlo: tu devi essere forte, bambino mio, se non vuoi farlo per me, fallo per te o per tua madre.

Ricordati che non potrei mai dimenticarti e so che tu non lo farai con me. Sarò sempre al tuo fianco, da lontano, qualsiasi cosa brutta ti succeda ti proteggerò, e per qualsiasi cosa bella gioirò con te.

Ti amo.

 

                                                                                     Papà”

 

 

Giunta alla fine, calde lacrime rigavano il viso di Jennifer, che le ricordavano del brutto periodo passato tre anni prima: dei pianti, delle urla, delle barriere e di medicine usate come veleno per l’anima.

Un terribile senso di angustia la percorse, si sentì bruciare la gola, come se avesse fuoco vivo e sentì quello stesso fuoco bloccarle il respiro, come se all’improvviso avessero cominciato a bruciare anche i polmoni.

Visse nuovamente quegli istanti di tre anni prima, quando Josh stringeva il piccolo Robert in lacrime e quando crollava tra le sue braccia, preda di una crisi di pianto.

Ripose la lettera nella cassettiera, quando sentì la porta d’ingresso schiudersi.

Si asciugò velocemente le lacrime, per poi andare al piano di sotto, dove Josh e Robert erano appena entrati, bagnati come pulcini.

Jennifer abbracciò subito Robert – di ormai tre anni – imbacuccato nel pesante cappotto blu.

Baciò le labbra del marito, che subito si accorse della sua espressione strana, ma quasi beata, appena incrociò i suoi occhi felici, color nocciola.

«Tutto bene?» le domandò lui, sorridente, che teneva ancora per mano il piccolo Rob.

«Sì» gli rispose, abbracciandolo «Adesso sì.»

E Josh sorrise.

Josh riemerse.

 

 

FINE

Angolo Autrice:

Bene, ragazze, innanzi tutto, buona Festa della Donna!

*Regala a tutte un mazzetto di Mimose*

Eccoci qui con l’ultimo Missing Moment della serie, visto che la prossima storia ad essere pubblicata sarà “Indelible Scars”, sequel di “Indelible Signs” e “Indelible Smiles” … Vi aspetto numerose il 14 marzo, eh! ;)

Accidenti, con ISc si concluderà la serie!

In un caldo pomeriggio di Agosto, appena tornata dalle splendide spiagge di Scilla (?),  mi è venuta in mente questa bella storiella, così mi sono messa nel balcone e l’ho scritta *-*

Va be’, tralasciando le mie ispirazioni improvvise, che ne pensate di questo Missing Moment? È collegato – più o meno -  tra Indelible Signs e Indelible Smiles, visto che Robert ha tre anni.

È un po’ triste, lo so, ma ormai mi conoscete, no? Hahahahahah

Be’, aspetto le vostre recensioni! ;)

Alla prossima,

_merasavia.

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