-even my phone misses your calls, by the way-

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Nick sapeva perfettamente che era finita, che non c'erano speranze, ma pensava che lui non sarebbe mai tornato indietro.
Per questo, quasi non credette ai suoi occhi, quando Tristan attraversò la stanza al braccio di un affascinate ragazzo sulla ventina.
Stava sorridendo, e aveva gli occhi chiari innamorati di questo nuovo sconosciuto. Non sapeva che Nick avesse iniziato a lavorare alla tavola calda di Zia Pez naturalmente, come avrebbe potuto saperlo? Era scappato via a gambe levate da tutto ciò che erano, da tutto ciò che amavano. Nick aveva aspettato così tanto quella ricomparsa, per quei due lunghissimi anni, per quel suo solo e triste cuore spezzato, facendo di From the Dining Table, la colonna sonora della sua vita non del tutto solitaria.
Pensava che il suo cuore si stesse ricucendo, e che le ferite si fossero chiuse e che i suoi sorrisi fossero finalmente tornati sinceri, e poi il moro era entrato in quel locale con gli occhi lucidi di vita e lo stesso taglio di capelli di sempre e dei vestiti attillati che Nick sapeva odiasse, e allora il castano era rimasto immobile, le dita strette al vassoio vuoto e nessun apparente motivo che giustificare la sua immobilità al centro della stanza.
-Scusi?- lo chiamò una ragazza dietro di lui, e Nick sorrise cordiale ascoltando il suo ordine e pregando gli dei che fosse solo un allucinazione, e che non fosse tornato nessun Tristan con nessun ragazzo entusiasta al suo fianco, pronto a ri-gettarlo nel baratro, e poi tornò verso il bancone senza controllare, perché nemmeno nei suoi peggiori incubi la sua risata era stata tanto vivida.
-Scusi!- lo richiamò la voce di Tris, squillante come quando erano solo due adolescenti che si baciavano sotto la luce della luna.
-Ci sono tavoli liberi?- chiese e il ragazzo stretto al suo braccio lo riprese -Possiamo tornare un altra volta amore, con calma. Possiamo davvero trovare un altro posto per pranzo.-
Nick prese fiato, la voglia di piangere a bloccargli la gola, poi mise su un sorriso di sfida sulle labbra e gli occhi accesi che aveva sempre avuto durante le peggiori marachelle fatte a zia Pez.
-Ma certo che ci sono!- si voltò, e sugli occhi di Tristan si dipinse un espressione tra lo stupito e il colpevole. -Nicky...- mormorò, ma l'altro stava già porgendo distrattamente l'ordine al collega, nell'attesa che quello lo preparasse.
-Oggi siamo a corto di personale, quindi forse dovrete aspettare un po',- sorrise con un tono di scuse molto caloroso, e poi si rivolse al giovane sconosciuto. -Ma le assicuro che ne vale la pena.-
-Nicky, davvero...- sussurrò Tristan e Nick incrociò il suo sguardo per la prima volta. -Ti sei perso tanta roba Tristan, nessuno mi chiama più Nicky qui ora mai. E presumo lui sia il tuo ragazzo, non è vero?-
Il ragazzo annuì, allungandogli la mano da stringere. - Mi chiamo Shawn.-
- Nick.- restituì gentilmente. -È un piacere. Se volete seguirmi fuori, vi accompagno al tavolo.-
-Eravate amici?- interrogò Shawn, evidentemente affamato di risposte. Tristan non doveva avergli detto molto della vita che conduceva prima di lasciare casa.
-Dubito che qui troverai qualcuno che non fosse suo amico. - sorrise di spalle, prima di indicargli il tavolo con un ampio gesto della mano.
-Accomodatevi pure, Paul verrà a servirvi prima possibile.-
-Perché non lei?- chiese educatamente Shawn, mandando all'indietro il ciuffo biondo con un movimento fluido della testa e un espressione sinceramente curiosa. Sembrava un ragazzo molto dolce.
Un lampo di panico passò tra gli occhi di Tristan insieme a-quello era senso di colpa?
"Sul serio Tris?" Avrebbe voluto ridere amaramente "Prima ci molli tutti qui e poi ti senti in colpa?"
Prese un breve respiro e ingoiò il suo "non ti stanno bene le lacrime da coccodrillo, amore", per rispondere -Perché il mio turno è finito dieci minuti fa.-, facendo ridacchiare Shawn divertito.
Proprio in quel momento Dom decise di salvarlo, fermando la moto a pochi metri dai tavoli. -Ehi tesoro.- chiamò togliendosi il casco dalla testa e lasciando che i capelli ricci riprendessero il loro naturale volume.
-Se ritardi anche questa volta Katie ti uccide.- sorrise, e Nick sbuffò divertito iniziando a slacciarsi il mezzo grembiulino color panna della divisa. -Kate, ucciderà te se scopre che la chiami ancora Katie.- precisò e Dom scoppiò definitivamente a ridere.
-Come se lei non mi chiami Dommy quando pensa non possa sentirla.- esclamò in direzione del ragazzo, che stava già entrando nel locale per riporre il grembiule nell'armadietto della stanza dipendenti.
Quando corse fuori Dom aveva già rimesso il casco ma con la visiera alzata, il telefono in una mano e il casco per Nick nell'altra.
-Buona giornata!- sorrise Shawn, e Nick ricambiò divertito, prima di afferrare il casco.
-Ha buon gusto in fatto di ragazzi il tuo amico, huh?- chiese Shawn divertito, senza avere idea di cosa fosse appena successo davanti i suoi occhi.
-Già.- mormorò, le labbra tremanti e lo stomaco stretto in una morsa fastidiosa. Quando era tornato, non pensava avrebbe provato gelosia.
Intanto, stretto a alla schiena di Dom per non cadere, Nick lasciò che una lacrima attraversasse il suo viso.

Stars keep burning, I'm still yoursDove le storie prendono vita. Scoprilo ora