Capitolo 5: Kyoka Jirou

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Takumi's pov

Ho aspettato che Jirou prendesse la sua borsa, e quando è arrivata, ci siamo diretti verso il piccolo bar che sta sotto il mio appartamento. Hank il proprietario, è cieco, e ironia della sorte, il locale si chiama "Al teatrante cieco".
Mentre spingo la porta di mogano lavorato, una minuscola campanella d'ottone suona, annunciando il mio arrivo, e vedo un uomo sulla cinquantina, che veste una camicia bianca semplice, con le maniche rimboccate fino agli avambracci.
La cravatta nera carbone nasconde i bottoni della camicia, intonandosi con un elegante gilet, grigio gessato. Gli occhiali da becchino gli donano un aria simpatica, ma drammaticissima allo stesso tempo.
I baffi enormi uniti al pizzetto, completamente bianco, gli danno un aspetto bonario, quasi piratesco, ma pessimista.

Jirou si guarda intorno con gli occhi meravigliati, quando Hank mi viene incontro. << Bentornato a casa, ragazzo. Provo a indovinare cosa vuoi ordinare: Latte freddo in bicchiere riscaldato, con un cucchiaio di miele, vero? >>
Mi tolgo la mascherina, sfoderando un sorriso a 47 denti. << Come sempre, becchino dei miei stivali! >>

Jirou's pov

Takumi apre la porta ed un campanello vecchio stile, suona per pochi secondi, e una sensazione di stupore e meraviglia mi inonda gli occhi: Tutta la stanza, le decorazioni, i tavolini, tutto quanto mi riporta allo stile vittoriano.
Sto rimirando il bar, quando il mio sguardo non si ferma su un minuscolo palco, con tendine di un rosso acceso, appese agli angoli, dandogli l'aspetto di un piccolo teatro. Nascoste perfettamente, si vedono a fatica le casse stereo collegate ad un microfono dallo stile classico.
Quando mi volto per chiedere ad Takumi che posto sia, un vecchietto sui cinquant'anni con gli occhiali da becchino, mi si para davanti, con un sorriso amichevole in volto. << E tu? sei la fidan... >>
Non riesce a finire la frase, che il mio amico gli tappa la bocca con la mano, trascinandolo dietro il bancone, lasciando me, leggermente arrossita, mentre cerco di non ridere della scena.

Takumi's pov

Quando mi volto, vedo che Jirou si é concentrata sul palco da teatrante del locale, e sto per chiederle se vuole provare a cantare qualcosa, quando Hank si posiziona davanti a lei, pronto a fargli una domanda imbarazzante. << E tu? sei la fidan... >>
Gli tappo seduta stante la bocca. Divento talmente rosso che rischio di andare a fuoco. Il più veloce possibile, trascino Hank dietro al bancone, sussurrandogli. << Ma ti sei rincoglionito?! Si può sapere che diavolo ti è venuto in mente per fare quella domanda? >>
Ebbene sì, Hank aveva, ha e avrà in eterno, un difetto particolare, forse dovuto al suo quirk: Question and truth.

In pratica, se lui fa una domanda altamente scomoda ad una persona, la "vittima" è costretta a dire la verità. Da quando Hank mi adottò, 3 anni fa, si è sempre comportato come un pervertito molestatore e molto probabilmente, anche da prima.
Che fosse adolescente o novantenne, le domande sono sempre le stesse: Di che colore sono le tue mutandine, quanto porti di reggiseno, eccetera eccetera. E ogni volta, mi tocca dargli una sonora randellata sul cranio, per riuscire (miracolosamente) a ficcargli un po' di buonsenso in quella sua testa d'acciaio.
Ma questa volta, é diverso: Hank stava per fare una domanda sentimentale. Un evento talmente raro che si dovrebbe stappare lo champagne, per ogni volta che succede.

Hank si sfila gli occhiali, mostrando delle vistose cicatrici su entrambi gli occhi, e prende il fazzoletto che spicca dal taschino superiore del gilet, iniziando a lucidare le lenti. << Lei ti piace, vero? E non provare a negarlo, sarebbe inutile contro di me. >>
Nonostante fosse diventato cieco per colpa mia, Hank non me lo ha mai rinfacciato, ma quando ti guarda in quel modo, sembra capace di scrutare nel tuo cuore, con tutto l'amore e l'invadenza esistente. Avvampo nuovamente, e stavolta il fumo dalle orecchie c'é veramente. << ... ... S-sì. >>

Il Battito Dei Nostri Cuori (revisione continua)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora