5. Tu non meritavi una come lei

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Una flebo tiepida nel braccio, chiacchiericcio diffuso, odore di disinfettante. Per le numerose volte in cui avevo accompagnato mia madre, senza aprire gli occhi, sapevo già di essere in ospedale. 

Quel peculiare odore, aspro e pungente, è qualcosa che ti rimane impresso nella memoria, fissandosi assieme ai ricordi di quando hai dovuto sentire la notizia che una persona a te cara non è più sana. Dimentichi i volti, le voci, gli ambienti, ma quella puzza è come se ti parlasse dal passato e ti dicesse che nulla sarà mai più come prima, che è ora di mettersi il cuore in pace, che vedrai la vita di chi ami sgretolarsi poco alla volta e non potrai fare nulla.

Aprii gli occhi e sospirai. Dove altro avrei potuto essere visto che ero stato rinvenuto sulla spiaggia mezzo morto? In discoteca? A casa di una bella donna desiderosa di curarmi con erbe, brodo di pollo e lacrime?

 Dove altro avrei potuto essere visto che ero stato rinvenuto sulla spiaggia mezzo morto? In discoteca? A casa di una bella donna desiderosa di curarmi con erbe, brodo di pollo e lacrime?

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«Buon giorno. Come ci sentiamo?» domandò un'infermiera di mezza età mentre mi tastava il polso e controllava meccanicamente la flebo. Mi prese la temperatura con un termometro che mi puntò alla fronte e scosse il capo.
«Abbiamo ancora la temperatura bassa. Riusciamo a parlare? Riusciamo a capire cosa ci stiamo dicendo?»

Quest'ultima domanda me la scandì come se fossi ritardato e avrei voluto, a mia volta, chiederle perché parlasse in prima persona plurale.

Non mi mossi né risposi, ma richiusi gli occhi sperando che svanisse. 

Sentii una carezza sulla fronte, risollevai le palpebre timoroso di incontrare lo sguardo della donna, ma vidi quello di un'infermiera più giovane. Quando le accennai un sorriso, arrossì e si leccò il labbro inferiore con la punta della lingua. La collega tossicchiò, lei riacquistò una certa compostezza, ma mi accarezzò la bocca col pollice non appena l'altra si voltò di spalle. Conoscevo fin troppo bene lo sguardo con cui mi salutò prima di tornare ai suoi doveri.

Dopo la morte di Lara ho avuto una crisi profonda, definiamola così, crisi profonda... 

 

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