Prima parte

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Mamma mia, here I go again
My, my, how can I resist you?
Mamma mia, does it show again
My, my, just how much I've missed you?
Yes, I've been brokenhearted
Blue since the day we parted
Why, why did I ever let you go?
Mamma mia, now I really know
My, my, I could never let you go

"Mamma mia, here I go again
My, my, how can I resist you?
Mamma mia, does it show again
My, my, just how much I've missed you?"
Iniziai a cantare a squarciagola come una pazza in camera mia pensando fossi sola a casa.
Ovviamente non era così, ma non me ne accorsi subito, me ne accorsi solo dopo essermi inchinata ad un pubblico inesistente e nel girarmi vidi quello stupido di mio fratello gemello seduto a terra intento a ridere.
Mi prese un colpo, ma poi iniziai a ridere insieme a lui.
Mi riferì che era li da quando la canzone era partita.

"Da quando sei così brava a cantare sorella?"
Mi domandò Ricky, che io preferisco chiamare Ric, prendendomi in giro come al solito intento a buttare tutti i libri che avevo sul letto a terra così da farsi spazio.

"Ma ti sembra il modo fratello?"
Gli risposi facendo la finta indignata e iniziando a tirargli dei pizzicotti sulle gambe per infastidirlo, ma la cosa passò al livello successivo: la tirata dei capelli.
Non sapete quanto faccia male Ric quando tira i capelli.

Così iniziammo a rincorrerci per tutta casa, uno che tirava i capelli all'altra.
Due bambini che insieme dimostravano due anni e mezzo.
Ma penso che i bambini non siano così tanto stupidi.
Continuammo ad insultarci e picchiarci finché non arrivammo in salotto.

Me n'ero completamente scordata che oggi avremmo avuto ospiti prima di andare a cena.
Restammo immobili sperando di non attirare l'attenzione, ma ovviamente tutti ci stavano guardando.
Scoppiammo a ridere come due scimmie e il ceffone da parte della mamma non ce lo tolse nessuno, nemmeno gli ospiti, che si misero a ridere di gusto.
Continuammo a ridere anche dopo il ceffone, sembravamo davvero dei bambini, ma poi ci scusammo subito per il caos che avevamo fatto, anche perché lo sguardo di nostra madre si faceva sempre più serio.

Ci dileguammo silenziosamente nelle nostre camere, per cambiarci e prepararci per cena.
Per colpa di Ric avevo tutti i capelli aggrovigliati, ci misi 20 minuti per farli sembrare normali. La prossima volta che me li tocca gli stacco le dita a morsi, giuro.
Aprendo l'armadio ricordai che avevo già messo tutto in valigia.

Quasi non ci credevo, andavo finalmente via di casa. Non che mi dispiacesse stare in famiglia, ma crescendo hai sempre più bisogno dei tuoi spazi e della tua autonomia.

Ripresi a guardare l'armadio ormai vuoto, e presi in un modo casuale quelle poche cose che mi erano rimaste: dei jeans strappati all'altezza delle ginocchia e un top nero.
Visto che mi sentivo a disagio con le spalle così tanto scoperte, andai a rubare dall'armadio di mia madre una giacchettina elegante color panna che usava a lavoro.
Mancavano solo le scarpe.
Oltre le solite vans che indossavo e un altro paio di scarpe che avevo messo nella valigia, non avevo altro.
Mi ricordai dopo di avere un paio di tacchi neri, così decisi di mettere quelli, e di mettere le vans in valigia.
Quei tacchi li avevo prese per il mio diciottesimo, e le misi solo in quell'occasione.

Appena fui pronta, corsi verso la stanza di Ric per infastidirlo.
Visto che per un bel po' non mi avrà tra i piedi visto che sarei partita per la capitale, Seoul.

"Gemella lo so che non ce la farai senza di me, ma sta' tranquilla, basta che ti guardi allo specchio e vedrai riflesso questo bellissimo manzo"
Mi disse alludendo al fatto che eravamo davvero molto simili non appena entrai nella sua stanza.
Come sempre si guardava allo specchio con la sua solita smorfia di chi ama se stesso. Effettivamente siamo tutti e due abbastanza egocentrici e modesti.
Ma a differenza sua, io non amo essere al centro dell'attenzione.
Io amo ascoltare, mentre lui ama parlare.

"Hai ragione fratello, hai ragione"
Mi limitai a rispondergli mentre gli piegavo i vestiti che si trovavano sparsi per il suo letto.
"Fratello vedo che anche tu non ce la farai senza di me"
Aggiunsi riferendomi al disordine che aveva in camera.
Anche in questo eravamo differenti.
Io sono una persona ordinata, lui no.

Continuammo a punzecchiarci a vicenda cercando di non rattristarci per la mia partenza finché non arrivò mamma ad avvisarci che stavano per uscire e che Ric, con la sua macchina, doveva seguirli poiché il posto in cui andavamo a cenare era abbastanza lontano.

Arrivammo al ristorante e mangiammo di tutto, e ovviamente come una brava mamma, pagò lei per me e per Ric, anche se avevamo 20 anni l'uno e lavoravamo.
Io avevo da poco smesso, ma avevo messo abbastanza soldi da parte da potermi permettere almeno i primi due mesi di affitto nell'appartamento che avevo affittato in città a Seoul.
Da lì in poi avrei dovuto trovarmi un lavoretto, sperando di non dover chiedere alla mia famiglia dei prestiti.

Tornati a casa, non ebbi il tempo di mettermi il pigiama che trovai Ric sul mio letto intento a guardare Avengers Endgame
Mi catapultai su di lui e iniziai a guardarlo anch'io.
Sarà la decima volta che lo guardiamo insieme, e io continuo sempre a piangere come una bambina mentre lui mi prende per il culo sfottendomi.
È uno dei film più belli che abbiano mai fatto.

Essendo gia abbastanza tardi, ci addormentammo prima della fine del film.

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