24. ᴡʜᴀᴛ ᴀʀᴇ ʏᴏᴜ ᴅᴏɪɴɢ ʜᴇʀᴇ?

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«Dunque tra poco è il grande giorno... me lo dici cosa vorresti che ti regalassi o no?»

Weston e Charlotte passeggiavano in piazza San Carlo prima che il ragazzo partisse con la squadra verso Napoli per disputare il big match di Serie A.

«Vent'anni e non sentirli... - scherzò sorridendo la giovane - Non mi serve che tu mi faccia il regalo.»

«Certo, perchè secondo te io mi presento alla tua porta e ti faccio 'ciao auguri buona giornata' e me ne vado? Dai, proprio nulla? - alla risposta negativa di Charlotte, lui fece spallucce - Come ti pare, mi arrangio io con il regalo. Poi non lamentarti se non ti piace.»

Charlotte sorrise, prima di sentire il telefono vibrarle in tasca segnalandole una chiamata in arrivo.
Vedendo il nome 'Will' sul display, fece un cenno a Weston, portandosi il dispositivo all'orecchio.
«Will?» fece, senza riuscire a mascherare l'allarmismo. Dopotutto, suo fratello sapeva che era uscita con Weston.

«Scusa il disturbo, ma penso tu debba sapere che Julian è qui.» disse di botto, e la ragazza si accigliò, confusa.

«Come hai detto?» chiese.

«Che Julian è qui. Sta suonando insistentemente alla porta di casa.» aggiunse William.

Charlotte si arrestò, sotto lo sguardo perplesso di Weston, che la imitò, fermandosi a guardarla per chiederle cosa fosse successo non appena avesse riattaccato.
«Ma come sa il nostro indirizzo?» boccheggiò la giovane. Non ci credeva, non voleva.

«A dire la verità, pensavo ti avesse detto che venisse qui.» commentò il ragazzo dall'altra parte del telefono.

Charlotte scosse il capo, incredula.
Julian. Il suo ex. A Torino. Per quale accidenti di motivo?
«Caccialo, Will. Non posso vederlo.» sussurrò, per non farsi sentire dal texano al suo fianco.

«Charlie, è venuto da Manchester in aereo! Deve essere qualcosa di urgente... torna a casa, ti prego.»

La ragazza cedette, sentendo gli occhi pizzicare, e non perchè Julian le era mancato. Le lacrime che cercava di reprimere erano di frustrazione, non di gioia: stava per piantare in asso Weston perchè era tornato il suo ex da Manchester per chissà che ragione. Come avrebbe fatto a dirglielo, dopo il bel rapporto che avevano?

Realizzò solo in quel momento che erano amici. E, in quanto tali, la cosa non avrebbe dovuto arrecargli disturbo. Eppure, era la stessa Charlotte a non sentirsi con la coscienza apposto all'idea di pensare al suo ex piuttosto che a lui.

Chiuse la chiamata, rimettendo il telefono in tasca.
Quando alzò lo sguardo su Weston e lo trovò a guardarla preoccupato, sentì un dolore all'altezza dello sterno.

«Mi dispiace. - sussurrò con le lacrime agli occhi - Devo andare.»

Il ragazzo le prese il polso per farla voltare di nuovo verso di sè. Vide i suoi occhi lucidi, eppure non voleva immischiarsi nei suoi problemi se non fosse stata lei a renderlo partecipe anche se, vederla in quello stato, lo preoccupava da morire.
«Charlie, che succede?» domandò.

Lei ritirò il braccio.
«Ti prego, lasciami andare. Te lo spiegherò un'altra volta.»

Weston non proferì parola, per cui Charlotte si voltò e cominciò a correre verso casa, chiedendosi se stesse facendo un errore.
Si rispose da sola: sì. Stava lasciando lì Weston per tornare da Julian. A mente fredda, si ritrovò a pensare che il riccio fosse mille volte meglio del suo ex. Ma, se davvero fosse così, perché stava correndo dritta da lui?

Non stava capendo niente di quel che provava, e la cosa la innervosì a tal punto che la fece correre ancor più veloce.
Giunse a casa e quasi sfondò la porta, il respiro corto che tuttavia si mozzò completamente non appena trovò Julian ferno nel corridoio.
Quando lui alzò gli occhi azzurro ghiaccio e li puntò in quelli di Charlotte, la ragazza vacillò. Non li ricordava così chiari, così freddi: era ormai abituata a quelli marroni di Weston.

𝐍𝐄𝐕𝐄𝐑 𝐆𝐎 𝐀𝐖𝐀𝐘 || Weston McKennie Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora