I | Trouble

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Stormi di passeri che migravano nel cielo in tempo per la nuova stagione. 

Solo loro occupavano il cielo limpido di un'altra mattinata passata a svegliarsi nella cabina di vedetta del Polar Tang. Come loro, Arche aveva deciso che avrebbe stabilito il suo nido lì, almeno per un po', tradendo quella che era sempre stata la sua giovanile anima viaggiatrice solitaria; fortuna che il suo partner fosse esattamente come lei. Forse era proprio questo il bello di Law, che era adatto ad Arche, come da natura umana, i due funzionavano, s'incastravano assieme. I silenzi di Law parlavano molto più di quello che potesse dirle durante i pomeriggi passati a studiare e a tracciare nuove rotte, e le musiche che Arche ogni tanto gli faceva sentire per non parlare la dicevano lunga su quanta complicità eterna fosse nata nonostante si conoscessero da un anno scarso.

Prima ancora che potesse sentire la voce esitante e profondamente adorabile di Bepo chiamarla a rapporto, la ragazza scese agilmente raggiungendo il resto della ciurma appena sveglia; altri avevano fatto il proprio lavoro durante la notte come lei: c'era chi sembrava non mostrarlo e chi evidentemente...subiva i sintomi di decine di ore di sonno mancate.

"BRUTTA TESTA DI PINGUINO, QUANTE VOLTE TI DEVO RIPETERE CHE QUESTA E' LA MIA TAZZA E TU NON LA DEVI PRENDERE PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO?"

Il ragazzo col Pinguino sul cappello in questione rispose alla provocazione di Shachi, quasi non curante: ecco, lui aveva evidentemente dormito quella notte.

"La mia era sporca. Arrabbiati con Clione."

"CLIONEE!!! Adesso mi sente di prima mattina, lo sveglio io a quel ladro infame..."

Furbescamente liberandosi dell'uomo esageratamente irato, Penguin mise davanti al posto libero accanto a sé una confezione di cornetti, riempiendone uno con la marmellata di mirtilli come piaceva ad Arche. 

"Buongiorno anche a te, Shachi..."

La ragazza si sedette con un simpatico sbuffare leggermente assonnato, si chiedeva cosa stesse facendo a quell'ora il corvino...che stesse finendo di leggere quel libro di anatomia marina che si portava sempre quando veniva a farle compagnia negli ultimi turni di notte? O forse si era deciso a dormire qualche ora in più quella giornata? Probabilmente la risposta sarebbe stata la prima opzione, come spesso accadeva.

Salutò con un lieve sorriso Penguin e ringraziò lusingata come al solito per il cornetto, era una gentilezza così sciocca e spontanea a cui ancora non riusciva ad abituarsi, e Penguin lo faceva come se non fosse niente. Tra una chiacchiera e l'altra che s'intensificava nella stanza -segno che, piano piano, tutti si stessero svegliando- Arche sfogliava l'edizione giornaliera del Grandline Newspaper...c'era sempre Cappello di Paglia in un modo o nell'altro, di solito si vedeva il suo sorriso smagliante in prima pagina dopo aver sconfitto un potente nemico, altrimenti aveva suscitato la rabbia scritta su carta di qualche componente della Marina o del Governo. Insomma, cose da nulla per un tipo come lui...Arche ridacchiò pigramente mentre addentava il suo cornetto.

Durante la lettura, non si fece sfuggire una piccola finestra che dedicarono a un regno nato vicino al suo paese natale, Himitsu. Si parlava dell'imminente scoperta di un potente drago celeste discendente da una delle venti famiglie, prometteva ai lettori del giornale sicurezza e lealtà...baggianate. Era un nobile mondiale, com'era possibile che gl'importasse qualche fico secco degli altri, soprattutto dei meno abbienti? Erano leccate di natiche che bisognava affermare come da rito se si voleva ottenere l'approvazione comune, ma era inusuale la semplice richiesta di approvazione comune da parte di un drago celeste...loro non ne hanno bisogno.

La ragazza non fece in tempo a finire di leggere l'articolo che sentì una voce pacata dietro di lei, 

"Buongiorno."

con il busto il chirurgo si sporse a prendere la confezione di cornetti per mangiarne uno semplice e sorseggiare il suo solito caffè allungato (Arche l'aveva convinto, per la sua salute, a passare da concentrati di litri di caffè a soluzioni diluite meno dannose per la sua salute) dopo essersi seduto a capotavola.

La guardò mentre era assorta nella lettura di qualche vignetta comica del quotidiano, ricordandosi come ogni giorno quanto fosse fortunato ad avere un'energia positiva simile nella sua vita. Perso nei suoi pensieri non si accorse di Bepo accanto a lui che gli passava la zampa cicciotta davanti al viso.

"Captain?"

Sbatté le palpebre. "Bepo. Scusa, dimmi."

"Si ricorda che giorno è oggi, vero?"

Sgranando lentamente gli occhi il chirurgo sorseggiò un po' di caffè dalla tazza, facendosi un velocissimo esame di coscienza. Non poteva essere alcun tipo di anniversario con Arche, non era ancora passato un anno da quando si erano conosciuti. Che fosse una qualche promessa che le aveva fatto? O forse l'aveva fatta al resto della sua ciurma?

Ci pensò Arche a schiarirgli le idee senza neanche accorgersene, facendosi brillare gli occhi adesso luccicanti come le stelle -ed erano le nove di mattina- . Rise come solo una piratessa sapeva fare, sporgendosi sul tavolo verso Bepo, entrambe le mani poggiate sul legno, le braccia tese come se si volesse quasi lanciare su di lui per la gioia.

"KIDD!!"

"KIDD!" 

Entrambi gli innamorati enunciarono il nome del rosso (facendolo probabilmente starnutire ben due volte), ma il modo in cui lo dissero era...nelle modalità di enunciazione, universalmente e moralmente opposto.

Per quanto Law detestasse vedere quella faccia dipinta in giro per la sua nave accanto al suo sottomarino, sapeva quanta gioia e quanto minimo senso di famiglia rimasto portasse ad Arche, e quello era il poco che gli sarebbe dovuto importare, non avendo lui stesso una fortuna simile a quella della ragazza. Pazientò e fece un grande, enorme sospiro, preparandosi ai canti da ubriachi in cui l'avrebbero coinvolto, violentando la sua comfort zone, alle minacce di morte tirate a Jean Bart semplicemente perché era più grande di Eustass-ya, e agli scappellotti che arrossavano il pelo del povero Bepo, che soffriva in silenzio perché troppo gentile (anzi, a volte Kidd glieli tirava e l'orso in risposta si scusava).

Per la felicità di Arche, era il minimo che potesse sopportare...anzi, forse il massimo. 

Erano solo le nove di mattina.

Erano solo le nove di mattina

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