Sembrava l'ennesima giornata "tranquilla" nel bunker. Davvero, era partita bene, gli uccellini cinguettavano, apparentemente nessun angelo o demone quel giorno aveva voglia di rompere le palle...
Invece quella pace era segno di una catastrofe imminente.
Dean si svegliò di scatto, ancora intorpidito e felice della serata passata abbracciato ad una bella biondina.
Si trascinò verso il bagno, assonnato. Da quando, poi, il pavimento era così vicino ai suoi piedi?
Arrivato al lavandino si sciacquò la faccia, ma una volta alzato lo sguardo non poté trattenersi dallo strillare.
-Sam! SAMMY! Dimmi che non è successo sul serio!
-Dean, che diamine hai combinato ieri sera?- una voce dall'altra parte del corridoio (la sua voce) aveva emesso quasi lo stesso suono.
-Non lo so! C'era questa ragazza da paura al bar ieri sera, l'ho seguita fino a casa e...- Dean si batté la mano spropositatamente grande rispetto alla sua sulla fronte. -Cazzo...- capì all'improvviso.
-E? Parla!- Sam tossì per cercare di schiarire la voce, ma era ancora terribilmente bassa.
-Me la sono portata a letto, okay? Me la sono portata a letto e non sapevo che fosse una maledettissima strega! Figlia di puttana...- il maggiore dei Winchester si passò una mano fra i capelli lunghi, odiandoli. -Come diamine fai ad avere i capelli così dannatamente morbidi?-sbottò poi, incredulo.
-Non ti azzardare a tagliarli, o mi farò fare un piercing dove non batte il sole.-lo minacciò l'altro, lanciandogli un'occhiata di fuoco.Sam Winchester era nel corpo di suo fratello Dean, e viceversa. Tutto per colpa della mania del fratello maggiore per le scopate improvvisate.
-Dimmi solo che durerà poco, perché odio essere così basso.- borbottò Sammy.
-Scusa se non mi sono fermato a chiedere informazioni, cercavo di salvarmi la pelle!
-Fesso.
-Puttana.- rispose Dean, e si incamminò, picchiando la testa sullo stipite della porta e imprecando ad alta voce.Per due ore la cosa era andata avanti più o meno normalmente. I due evitavano di guardarsi allo specchio e tentavano di fare di tutto per non chiamare gli angeli. Tuttavia (e ciò Dean non lo sapeva) fra Sam e Gabriel, l'arcangelo, c'era più di una semplice collaborazione. Molto di più.
E lo scoprì dopo aver guardato nel telefonino di Sam, disteso sul letto del fratello. Non si erano scambiati nulla, in caso gli esseri piumati avessero fatto capolino, e Dean se ne era pentito.
All'interno del cellulare c'erano dei messaggi da parte di Gabriel, che Sammy teneva accuratamente in una cartella appositamente creata.
-"Zuccherino, non vedo l'ora di cavalcare il tuo..."... SAMMY?!- tuonò Dean, per poi passarsi una mano sul volto. Non ci credeva. Non ci voleva credere.
Evidentemente il fratello non aveva sentito, ma qualcun altro era all'ascolto.
-Perché ti chiami da solo, pasticcino?- domandò una voce di fronte a lui.
Gabriel.
-Io? Uhm... nulla...- disse, fingendo di essere assorto.
-Stavi rileggendo i miei sms, eh?- rise malizioso.
-Ovviamente...- decise di stare al gioco.
Gabriel si mosse in avanti e afferratolo per la camicia a quadri lo tirò su di colpo, catturando le sue labbra in un bacio tutt'altro che casto. Dean ringhiò sorpreso.
-Sammy-Pooh, da quando sei così... aggressivo?- l'arcangelo sogghignò. -Mi piace.- aggiunse poi al suo orecchio, spingendolo contro la parete, prendendo a lappargli il collo e a torturarglielo con le labbra. Il Winchester non riuscì a trattenere un gemito.
-Non parli, Sammy?- lo incalzò l'altro. -Di solito devo baciarti per farti stare zitto...- proseguì, baciandolo di nuovo. Dean cercò di divincolarsi, di prendere il comando, ma non era propriamente semplice. Gabe era pur sempre un arcangelo.
Il Winchester si spostò di lato, vedendo le mani dell'angelo avvicinarsi pericolosamente ai suoi fianchi, voltandosi faccia al muro. Pessima decisione.
Gabriel infilò le mani all'interno della camicia, accarezzando i fianchi e la schiena di quello che credeva fosse il suo Sam. O almeno, fisicamente lo era.
Dean riuscì a sfuggire alla sua presa e corse fuori dalla stanza da letto, quasi sbattendo di nuovo la testa contro lo stipite della porta. Arrivato in corridoio si guardò attorno, per poi correre a perdifiato verso l'entrata. Tuttavia essere nel corpo di Sam comportava anche una coordinazione oculo-muscolare pari a quella di un elefante in un negozio di porcellane. Era aggraziato quanto un ippopotamo con gli arti spropositatamente lunghi e la statura di King Kong. Inciampò qualche volta nei tappeti, si nascose poi sotto al tavolo da pranzo, tirando un sospiro di sollievo.
-Pasticcino, cos'è, hai voglia di nasconderti?- Gabriel si leccò le labbra. -Mi piacciono questi giochini, qualcosa di nuovo ogni tanto...- continuò mellifluo.
-Figlio di puttana.- imprecò Dean a bassa voce. Era appena passato dalla padella alla brace. Fece per muoversi, per tentare di uscire da lì, ma non aveva fatto i conti con le gambe del fratello, perfino più lunghe del mobile. I piedi, infatti, sbucavano da sotto il tavolo, e Dean se ne accorse troppo tardi.
Si sentì trascinare fuori dal suo nascondiglio, e si ritrovò faccia a faccia di nuovo con il sorriso beffardo del Trickster. Quest'ultimo, senza alcuno sforzo, lo sollevò e se lo caricò in spalla, dandogli poi una pacca sul sedere.
-SAMMY!- strillò Dean, per poi sparire in camera da letto.