Capitolo Uno.

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Cokeworth è una città piccola, abitata da persone che si conoscono fin dalla nascita e con una sola scuola pubblica.
Per questo l'arrivo di uno straniero colpisce tutti.
Non ho bisogno di sveglie la mattina presto. La mia routine è la stessa, per alcuni monotona, ma tranquilla e vivibile.
In una città come Cokeworth, le giornate sono simili tra loro, non ci sono molte cose da vedere.
Foglioline gialle fluttuano spinte dal vento, nel momento in cui esco di casa diretta verso l'unica scuola della cittadina.
Sono i primi di settembre, e il primo giorno di scuola mi attende
Non sono dispiaciuta: in estate mamma si sentiva male, e non eravamo potuti andare in vacanza: Cokeworth era vuota, tutte le mie amiche erano partite e io ero rimasta sola per tre mesi.
Sola, senza contare mio fratello. Michael aveva sofferto la solitudine più di me: era il genere di ragazzo pieno di amici, abituale frequentatore di feste.
Io me la ero cavata distraendomi con libri e social network.

Intravedo le mura rosse della scuola, e la cancellata fredda. Impercettibilmente sorrido , sapendo che nel bar all'interno troverò Susan e Nellie ad attendermi con cioccolata calda e brioche.
Il cortile è in fermento, pieno di ragazzi e bambini, dai sei ai diciotto anni. La Cokeworth High School non è solo un liceo, essendo l'unica istituzione scolastica della città è divisa in tre parti rispettivamente per le scuole elementari, le medie e le superiori.
Gli edifici est e ovest sono per le elementari e medie, mentre quello centrale è il liceo.
Entro dalle porte in vetro, camminando sul familiare tappeto ammuffito dell'atrio.
Michael è già lì, a parlare con un gruppo di amici vicino all'infastidita segretaria che lancia loro occhiatacce per i troppi schiamazzi.
Scuoto la testa e prendo il corridoio che porta al piccolo bar, annuso già il profumo di brioche e ciambelle.
È la cosa che preferisco dell'andare a scuola presto: posso fermarmi al bar prima dell'inizio delle lezioni.
Entro nel bar e vedo subito chi cerco: la chioma arruffata di Susan si agita mentre conversa con Nellie dall'altra parte del tavolino.

"Carriee!"

Sorrido a loro e prendo subito posto al lato di Nellie, che mi abbraccia.

"Pare un secolo che non ci vediamo!"

Commenta Susan infilandosi in bocca una cucchiata di cioccolata calda.
Nellie mi passa un altra tazza, e la ringrazio gentilmente per aver pagato al mio posto.

"Com'è stata l'estate? Noiosa?"

"Me la sono cavata. Mike è impazzito, invece."

Nellie scoppia a ridere.

"Deve aver passato le pene dell'inferno, uno come lui isolato da tutti."

Chiacchieriamo del più e del meno, facendo colazione, finché non giunge il momento di recarci nelle nostre classi.
Arriviamo leggermente in ritardo, anche se il professore ancora non c'era.
Finisco per sedermi vicino a Sue, e dato che altri posti non ci sono, Nellie è costretta a stare nel banco dietro, vicino a Malik.
Non che le dispiace avere un vicino come lui. Zayn è parecchio attraente.

"Gentaglia, notizie!"

Niall fa il suo colossale ingresso in classe, come solo un Horan può fare.
Alzo gli occhi su di lui, come tutti gli altri. Con aria tonta allunga le braccia e fa tremolare le mani, cercando di creare suspence.

"E...IL PROF BARNEY È ANDATO IN PENSIONE!"

La classe esplode in un boato, ma Susan si avvicina per sussurrarmi nell'orecchio.

"Io lo sapevo, me lo ha detto Stacey prima. A quanto pare il nuovo prof non è per niente male."

Colgo una traccia di malizia nelle sue parole, ma non sono in grado di rispondere perché la porta dell'aula sbatte con forza dietro a Niall, che se ne sta ancora lì impalato.
Voltatosi verso una persona che non riesco a vedere, alza un palmo della mano:

"Beella, prof!"

Non ricevendo risposta chiude la mano e se ne va al posto.
Ci alziamo in piedi per salutare l'uomo che entra, ma più che altro lo stiamo tutti fissando curiosi.
Sue mi mima un "è davvero sexy" con le labbra, mentre io mi chiedo quanti anni ha. Può tranquillamente passare per un alunno.
Senza degnarci di attenzioni cammina rigido fino alla cattedra, le gambe cinte da pantaloni scuri e stretti.
Ha addosso una giacca azzurra che per quanto di un colore ridicolo gli fascia alla perfezione il busto tornito.
Passandosi una mano nei capelli morbidi si volta finalmente verso di noi, facendo mostra di due occhi sorprendenti quanto la sua giacca.
Sembrano di vetro,sono tanto chiari e luminosi.

"Sedetevi, ragazzi."

Sospira, allentando il nodo alla cravatta e stravaccandosi sulla sedia in maniera decisamente poco professionale.

"Ma lei quanti anni ha?"

Zayn parla, con tono strafottente.
In effetti per quanto adulto, Zayn è sicuramente più alto e imponente di lui.

"Non conoscete la regolina? Mai chiedere l'età a un prof. E ne ho ventisei, comunque."

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