Metamorphosis of Love

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慈愛の変容 / Metamorphosis of Love by YAMAMOTO TAKATO🕸🍷 — SMUT ————

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慈愛の変容 / Metamorphosis of Love by
YAMAMOTO TAKATO
🕸🍷 — SMUT
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Il loro era stato un incontro famelico di bocche ingorde ed assetate; s'erano scontrati e riscontrati, macchiando di nero l'animo che un tempo era appartenuto a qualche divinità. Con esso, l'appartamento era divenuto un ammasso caotico di sospiri e solstizi solari – a breve, probabilmente non poco più di un'ora dopo, l'eclissi lunare sarebbe nata nel modo più sporco.

Le gambe di Han Jisung, coperte da calze bianche sgualcite e da stivali scuri come la sua folta chioma (che andava però a sfiorare un lievo accenno di blu cobalto), erano state avvolte intorno a quelle lunghe e magre di Lee Minho. Quest'ultimo, con fare infastidito e possessivo, aveva arpionato i fianchi al ragazzo minore.

Le loro labbra erano rosse, ed era un rosso paragonabile al vino che Minho tanto venerava – il vino, in generale, gli ricordava il pazzo amore ch'un tempo aveva bramato per la letteratura greca e per gli Dèi dalle mille più uno parole; le loro labbra erano rosse, come le ciliegie che Jisung adorava mangiare di pomeriggio, magari mentre ascoltava i soliti sproloqui insensati e traboccanti dei suoi amici.

Poco più di mezz'ora prima, Han Jisung c'aveva ancora indosso il giubbotto verdognolo di Hwang Hyunjin e la sua gonnellina rossa a scacchi non era stata alzata incurante, per via della frettolosità del momento. Poco più di mezz'ora prima, egli sedeva sul bracciolo del divano in pelle di Lee Minho.
« Ho freddo » Aveva piagnucolato un Jisung ancora ignaro di ciò che a breve sarebbe avvenuto, un braccio era steso lungo la spalliera del divano scomodo e l'altro infilato tra le cosce, nel vano tentativo di coprirle perché quella gonnellina striminzita non ci riusciva.

Minho lo divorava con gli occhi, quasi come se fosse stato il suo ultimo pasto. Quasi come se fosse stato Ted Bundy – si leccava le labbra screpolate e sentiva la gola digiunare e al contempo dimenarsi per ricevere acqua. L'ossessione per quei tessuti fin troppo corti del diciannovenne s'era tramutata nella sua rovina, sia a livello fisico che mentale, e questo la sua testa poteva affermarlo senza dubitarne: era divenuta il palcoscenico di gemiti condivisi gelosamente come se fossero segreti proibiti, e non l'abbandonavano prima dell'arrivo del crepuscolo.

« Ci sono io qua, Sungie... » Aveva sussurrato Hyunjin, dedicandogli un sorriso a tratti sghembo, nel mentre si sfilava il caldo giubbotto e con la coda dell'occhio guardava un'altra figura, una un pochino più esile di lui. Seungmin.
Ma il ventunenne non se n'accorse di come Hyunjin, sagittabondo com'era, c'avesse semplicemente in mente di far impazzire il ragazzino – digrignò i denti, osservando la scena a suo parere tutto tranne che giusta, ed andando ad accavallare le gambe riscaldate da skinny strappati e pure consumati. Erano i più cari che c'aveva, ed era anche un misoneista eterno.

Poco meno di mezz'ora prima, il suo gruppo d'amici stava sgombrando il lussuoso e spazioso salone del ventunenne, e sul volto di egli non c'era altro se non un cipiglio infastidito. La giacca di Hyunjin ancora copriva le strette spalle di Jisung, che ora s'era alzato e faceva per andarsene.
Minho s'affrettò a raggiungerlo, i passi risuonarono leni sul pavimento chiaro, e gli afferrò il polso bruscamente. Jisung si voltò, confuso. I loro sguardi s'incrociarono.

LOST IN YOUR LOVE, minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora