Il suono del silenzio

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Emma Giordano era una ragazza esattamente con tutte le altre. Affrontava il rincorrersi delle sue giornate frequentando persone e strade di un triste e dimenticato paesino del nord Italia. Spesso aveva sognato grandi città, grandi feste a cui partecipare, e grandi gruppi con cui uscire la sera. Questi ultimi rimanevano però sempre e solo progetti, quasi come schizzi appartenenti a un foglio, non ancora pronti ad affrontare la realtà. Una tredicenne forse matura per la sua età, in cerca di qualcuno con cui condividere le prime gioie della propria adolescenza, e con esse, anche i momenti di sconforto più profondi. Chi la conosceva davvero poteva semplicemente affermare che amava sognare, rifugiandosi nei libri, nella scuola, in tutte quelle aspettative che i suoi genitori avevano accumulato nei suoi confronti. Ogni mattina si svegliava con l'obbiettivo di raggiungere dei traguardi, che la stimolavano ma al contempo la facevano sentire oppressa, chiusa in una scatola. E così, ogni giorno, chiudeva gli occhi sperando silenziosamente di incontrare l'indomani qualcuno capace di mettere a tacere quella sensazione di vuoto, che la rendeva fredda e assente. Non che di gente così non ce ne fosse anzi, aveva qualche amico sparso tra quelle fredde case, e la fortuna di avere accanto Carlotta, su cui poteva contare come si conta su una sorella. Malgrado questo, quella perfida sensazione riusciva a trovare degli appigli per aggrapparsi a lei. Partiva prima dal cuore, infiltrandosi in quelle piccole crepe, rendendoli strappi. Poi, saliva fino alla testa dove produceva un'ampia di collezione di tristi pensieri, destinati a risuonare in essa come una di quelle poesie che da piccola le facevano studiare. I dolori della adolescenza, chi non li ha vissuti. Quelli grandi, che nessuno si è sentito inizialmente pronto ad affrontare. E quelli più piccoli, trasformati in enormi dagli adulti, capaci di banalizzarli fino a trascurarli del tutto. Problemi capaci di ridurre la tua autostima, renderla talmente fragile da doverla affidare nelle mani degli altri. Emma era solo all'inizio della sua giovane vita, e la verità è che non sapeva proprio cosa aspettarsi. Una vita completa di quelle cose da tutti considerate essenziali, non scontate, ma che alla lunga ti rendono desideroso di novità. Nessun manuale che ti dica di chi fidarsi, nessun libro che ti spieghi come andare avanti, non uno di quei capitoli che i suoi professori le assegnavano. Niente di tutto ciò, erano solo lei, la vita, e tante esperienze ancora da vivere.

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Era la mattina della partenza e dei passi veloci risuonavano per tutta la casa. Chi frettoloso alla ricerca di chissà quale oggetto dimenticato, chi soffermatosi ad ammirare per l'ultima volta prima di molte settimane il proprio giaciglio preferito, in pochi erano già accomodati tra gli invitanti sedili dell'auto. Emma non amava alla follia i cambiamenti, ma in quel momento ne sentiva il bisogno. Parecchi strati di noia avevano seppellito le belle risorse della sua cittadina, facendola apparire ormai vecchia e incapace di suscitare emozioni. Desiderava ampliare il suo bagaglio di ricordi, conoscere nuove persone e nuovi posti, scoprire una parte di sé. Rimaneva però in lei, silenzioso quanto imponente, il desiderio di trovare quella persona. quella persona che potesse capirla anche solo guardandola. con cui potesse scherzare come con un fratello, che la proteggesse come un padre e l'amasse come una madre. si, voleva sentirselo dire quel "ti amo" su una spiaggia, con i piedi scalzi che sprofondavano nella sabbia e le stelle da contemplare mente ci si prometteva il mondo. Era forse una cosa da libri, che solo quelle belle protagoniste delle serie TV newyorkesi potessero vivere. Eppure lei ci credeva, tutti le ripetevano fosse troppo presto, ma lei ci credeva.
Tirò un lungo sospiro e si chinò verso la valigia, sistemata prontamente in un angolo della sua stanza. L'aveva preparata accuratamente, selezionando i capi che più le stavano bene e sognando più volte le occasioni in cui indossarli. I suoi occhi scuri scrutarono quindi la penombra di quelle ore mattutine, mentre i suoi folti capelli castani venivano illuminati dal bagliore di un primo sole. Iniziò a camminare. I suoi passi, che si susseguivano ritmicamente, venivano seguiti a ruota da uno strisciare lento e rumoroso, dovuto alle ruote della grande valigia. Raggiunse in breve tempo il veicolo e, senza voler disturbare nessuno all'interno, tentò di caricare da sola il suo bagaglio.
"Otta aiutami!"
esclamò dopo tanti tentativi, arrendendosi.
"Em non sarai mica già stanca dai"
Una ragazza dai folti ricci neri fece capolino dal finestrino, lanciando un'occhiata divertita all'altra.
"Certo che no. Ho solamente bisogno del tuo aiuto per caricare questa"
"Io te l'avevo detto di portarti meno roba" scandì le parole Carlotta, girandosi con fare furbo e invitando la sua amica a chiudere la conversazione.
Emma tirò un lungo sospiro.
"E va bene, non mi lasci altra scelta... Thomas"
i muscoli della riccia, al sentire il pronunciare del nome del ragazzo che da poco l'aveva rifiutata, si tesero all'istante.
"Non iniziare Em" sussurrò cauta, inconsapevole del fatto che aveva appena fornito all'amica la conferma del funzionamento del suo metodo.
"Thomas Thomas Thomas"
"Em dai"
"Thomas Thomas Thomas Thomas"
"Em!"
"Thomas Thomas Thomas Thomas Thomas"
"E va bene" rise Carlotta.
Scese dall'auto di malavoglia e aiutò la sua compagna di avventure a sistemare la sua roba nel baule.
Si conoscevano fin da piccole, loro due. Sapevano dire con certezza ogni pregio e difetto l'una dell'altra, perché li avevano costruiti insieme. Erano la colla che teneva insieme tutti i tasselli. Erano l'amica con cui sclerare per un messaggio inaspettato, o con cui mangiare chili di gelato dopo una rottura. Potevano essere insomma, tutto quello di cui l'altra avesse bisogno.
"Certo che sei proprio stronza eh" la apostrofó Otta, con quel suo solito sorriso beffardo stampato in volto.
"Meglio stronza che nullafacente" rispose a tono Em
"Dai su saliamo ci aspettano un sacco di cose in queste settimane" rise la protagonista, dando una piccola spinta all'amica e chiudendo poi la portiera dietro di loro.
Iniziò così quella storia, con una vacanza da iniziare, e una persona da trovare, che la rendesse più speciale di quello che già fosse.

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Spazio autrice

Ciao a tutti! questa è la prima storia che scrivo su Wattpad. spero tanto vi piaccia!!
aggiornerò spesso i capitoli e niente. È basata su una storia personale ci tengo tanto. Fatemi sapere se devo continuare a scriverla
buona lettura e buona giornata <3

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 02, 2021 ⏰

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