Guardati.
Le lacrime ti stanno rigando il viso.
Il tuo corpo è debole. Esile.
Le gambe secche.
La pancia sottile.
Le braccia. Le braccia rovinate.
Non 'è stato il gatto',
'sono caduta dalla bici',
Ma, 'non sono bella',
'non sono abbastanza' o
'tutti dicono che sono un disastro'
o ancora,
'tutti dicono che faccio schifo'
oppure
tutto mescolato, una rete fitta fitta.
Il sangue ha preso il possesso.
Gocce ovunque.
Cammini,
barcolli.
Ti siedi per terra,
il sangue a sporcarti le mani.
Prendi una sigaretta.
L'accendi e la spegni.
La riaccendi nuovamente.
Fuori piove.
Il gatto tutto bagnato,
ti spia dalla finestra.
Miagola ma a te non frega.
Decidi di riempire la vasca.
Il tuo corpo giace nell'acqua,
che poco a poco si colora.
La cenere della sigaretta,
rimane sola sul pavimento freddo.
Il rumore violento della pioggia
colpisce le finestre,
Le piante e le macchine, vengono
lasciate a loro stesse nella piazza.
Un taglio feroce sul polso.
L'acqua diventa ancora più rossa.
Un taglio sulla coscia destra,
un altro all'intero dell'avambraccio.
Perché ti accanisci così tanto?
Il tuo sguardo è triste,
perso nel vuoto.
La tua mente vaga,
come una barca lasciata in balia
del mare.
Tiri un sospiro di sollievo,
anche se piangi ancora.
Singhiozzi.
Esci dall'acqua.
Ti curi le ferite.
Ti affacci sulla strada e
la pioggia ti accarezza il viso.
Il gatto color corvino,
dorme tranquillo nella cuccia,
fregandosene della pioggia.
Rientri.
Frughi nei cassetti,
alla ricerca di quella lettera.
Quella lettera che pose la vostra fine.
''TI AMERÒ PER SEMPRE''
"Per sempre."
"PER SEMPRE".
Quelle parole ti rimbalzano nella testa.
Le lacrime che prima,
si erano quasi fermate,
riprendono a scorrere veloci.
Piove ancora, ma si è calmata.
C'è quella pioggerellina,
leggera leggera,
che sembra nebbia pesante.
Esci,
indossi il tuo maglione nero,
i jeans e le tue scarpe in tela.
le cuffiette con Hells Bells,
che risuonano nella testa.
Cammini a testa bassa,
con le scarpe che piano a piano,
si riempiono di tristezza.
Ma adesso stai correndo.
Finisci dentro a tutte le pozzanghere,
che si stanno uccidendo.
Ti blocchi.
Con il peso della malinconia
nei polmoni.
Ripassi tutti i posti,
in cui hai lasciato pezzi del cuore.
Dove vi siete incontrati.
Il primo bacio.
Ti siedi sui vecchi scalini
di quella chiesa abbandonata.
Inizi a pensare a lui,
a quanto era bello,
a quanto erano belli i suoi occhi,
la sua bocca,
a quanto era buono il suo profumo.
Alle sue fossette che illuminavano
la stanza quando sorrideva.
A quanto era bello quando
ti abbracciava e ti baciava.
Lo vedi camminare per la strada.
Il cuore batte fortissimo.
Ti passa davanti,
ma non si accorge di te.
Il tuo cervello comincia a collegare.
Prendi a correre,
Urlare il suo nome.
Sembrava un urlo disperato.
Un urlo che tace.
Lo abbracci saltandogli sulle spalle. Lui spaventato ti fissa,
confuso.
Ti riconosce.
Fissi i suoi occhi limpidi,
anche in un cielo cupo.
Ti avvolge il viso tra le mani,
ti bacia.
Ti asciuga le lacrime.
Ti sussurra sulle labbra che ti ama.
E tu non volevi altro che questo.
Un suono acuto ti sveglia.
Era tutto un sogno.
Almeno, se per poco,
eri felice.