[Betta nel mio letto]

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+ capitolo con unico capitolo, completo, spero vi piaccia kidz.

Benedetta Cerri, venticinquenne responsabile e con la testa sulle spalle, almeno all'apparenza, poiché nessuno è veramente come si mostra, c'è sempre una parte che si cerca di nascondere per pudore o paura del giudizio.

Di certo non sta mostrando la sua matura età scuotendo la testa da una parte all'altra con suoi lunghi capelli scuri a fare da infiniti lampi di tempesta, il corpo che si muove a ritmo ancheggiando e le mani in alto a sfiorare la testa in una posa sensuale.

Questa forse può sembrare una scelta sbagliata, avventata, fuori dai canoni per lei.

Ma quando si fanno scelte giuste?
Mai, appunto.

Si è così presi dalla foga del momento che si fanno e si dicono le prime risposte che ci passano per la mente, senza pensare al dopo, senza esitazioni.

Il fatto è che le conseguenze si capiscono alla fine, quando la testa l'hai già sbattuta, quando in brandelli ci sei già finita.

È stato un gesto di libertà, quasi di ribellione come a sottolineare la ragazzina dentro di lei, che ancora scorrazza e fa danni.

Il vestito attillato fascia perfettamente ogni curva del suo corpo dove la natura ha deciso di abbondare, le gambe lunghe e lattee sono lasciate scoperte fin da sopra il ginocchio, e si muovono con leggiadria ed eleganza.

E i tacchi, che dire, dei trampoli degni di essere indossati solo da Lady Gaga, non certo da Benedetta, che già risultava instabile su delle semplicissime zeppe.

Si muove e si scatena disinvolta e senza pensieri per la testa, svuotata di ogni cosa.

Balla.
Urla.
Si scatena.

E beve da un bicchiere che un qualsiasi ragazzo le porge, rischiando di versarsi il liquido addosso - si passa le nocche sul mento per pulirsi e guarda davanti a sè.

Si umidifica le labbra in una mossa che vuole essere sexy e seducente ma che lei sa che, su di lei, ogni atteggiamento apparentemente suadente la mostra nella sua ridicolità e impacciataggine.

Alto, capelli biondi spettinati, non troppo lunghi, occhi color nocciola, con una giacca di pelle a coronare quelle spalle larghe.

Mentre il liquore le passa attraverso il corpo confondendole la testa pensa di avere di fronte un Brad Pitt, all'italiana, bello e affascinante in qualunque modo si vesta o si tagli i capelli.

Si sporge verso quel ragazzino misterioso e gli si appoggia quasi addosso biascicando una domanda quasi incomprensibile alle sue stesse orecchie ma che arrivano a quelle di lui «mi chiamo Filippo» si ferma per qualche secondo per poi aggiungere un «ma puoi chiamarmi Lip» la fissa, senza distogliere lo sguardo.

Senza pensarci, come ogni volta, lo afferra per un braccio e se lo porta addosso, gli circonda le spalle con le braccia in un muro invito a ballare insieme.

Lui la asseconda senza tirarsi indietro, senza indugiare, sfiorando i loro corpi senza esitazione, senza vergogna, senza pudore alcuno.

I loro visi a pochi centimetri di distanza, respiri nei respiri, occhi negli occhi, e fu un attimo.

Le loro labbra si scontrano a metà strada, senza bisogno di parole, ne di gesti per capirsi.

E fu un attimo.
Bocche che si cercano.
Braccia che si stringono.
Corpi che si attaccano.

Si sente intorpidita, sbatte le palpebre velocemente e la luce colpisce i suoi occhi chiari come le nuvole.

Aggrotta la fronte confusa e se la massaggia pesantemente con le mani, per cercare di fare mente locale.

Betta nel mio letto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora