Suoni
Claudia decide di preparare la colazione ancora prima dilavarsi la faccia. È così che sua madre avrebbe fatto: "Ildovere prima e poi te stessa". E allora comincia a sentirequello strano fastidio salirle alla bocca dello stomaco alsolo pensiero di quanto in realtà le somigli. Come seavesse un sasso nella pancia, la sensazione di un peso inuno spazio mal riempito, come dopo un pasto nonvoluto. Quella solita pancia sempre piena, gonfia. Unbuco nero dove andavano a finire le cose che avrebbevoluto dire, insieme a tutti i problemi che siaccatastavano uno sull'altro, giorno dopo giorno. Ma delresto cosa avrebbe dovuto fare? Sputare fuori ognisingolo pensiero che le passava per la testa?Apre il sacchetto argentato lungo la linea, versa, 180°,timer a 3 minuti. Guarda fuori mentre attende. La Terraè così bella dallo spazio. Silenziosa.Adesso finge di trovarsi in un film, lo fa spesso;protagonista di un lungo film con i colori opachi dove siinquadrano le mani mentre fanno delle cose, la bocca aperta che respira e tu puoi sentirne il suono, insieme alticchettio del timer e a tanti piccoli rumori di sottofondo.Da bambina, aveva circa dodici anni, era caduta in unfossato mentre giocava ai bordi di una strada dicampagna. Era sempre stata goffa e cicciottella e quellavolta era rimasta a lungo ad aspettare che qualcunovenisse ad aiutarla. Immersa in quel fiumiciattolo, avevaimmaginato di fluttuare come fosse nello spazio inveceche nell'acqua sporca, piena di alghe vorticanti comestelle attorno alla sua testa. Ricorda ancora comescendeva sempre più in fondo, con gli occhi aperti esenza respirare, cercando di raggiungere un luogo senzaalcun suono. Si era svegliata in una stanza di ospedalecon gli occhi che le pizzicavano per la troppa luce, nelleorecchie solo il suo respiro.Le capita di mescolare la fantasia con i ricordi per poitornare a vivere come in un sogno vigile, controllato. Nelsuo film personale è una ragazza complicata, che vive inuna grande città, bella senza sforzo, con un lavoro atempo pieno e una casa sempre in ordine. È in grado difar sentire la sua voce sopra a tutti i rumori del mondo.In palestra Claudia è l'unica senza le cuffie nelleorecchie. Quando seleziona la velocità del tapis roulant ecomincia a correre le piace ascoltare il tonfo dei passi veloci sul nastro. Le altre ragazze sono sempre migliori,sembra quasi che non sudino così come lei e portanoaddirittura il mascara.C'è stato uno sbalzo di energia, le luci si sono spente perqualche secondo. Il nastro rallenta, poi si ferma. Laragazza accanto a lei è caduta ma non sembra essersifatta male.«Cosa pensi sia stato?» le chiede aiutandola ad alzarsi.«Non lo so, forse qualcosa ha sovraccaricato l'impianto».L'acqua fischia e spruzza quando gira la manopola delladoccia. Le gocce picchiettano sul vetro. Avrebbe dovutofare qualche esercizio addominale. L'altra ragazza,invece, correva già da un po' e forse si stava allenandoancora. Claudia è contenta di non fare la doccia con lei,le avrebbe fissato il sedere sodo e liscio e la pancia piattaper tutto il tempo. È meglio che resti da sola, così puòessere se stessa, riesce a vedersi con meno difetti. Siguarda i fianchi stretti allo specchio; di fronte si piace maodia quella pancia quando si volta di profilo. Ha i piedibagnati che lasciano impronte sulle piastrelle. I tallonibattono, le piante invece schiacciano. Afferra la camicia aquadri rossi, la lascia scivolare lungo i fianchi.«Buongiorno Claudia, mi senti?».La radio era accesa. Aspettava la chiamata di Mirko, come tutte le mattine.«Sì. Ti ricevo. È previsto un bel temporale giù da voi,vero?».«Sì, sì... Chissà se riusciremo a sentirci, le comunicazionistanno saltando. Va tutto bene da te?».«Tutto nella norma. C'è stato un piccolo blackout prima,un sovraccarico, penso, ma posso sempre sistemarel'impianto. Sono brava con queste cose. Come quandoavevamo quell'appartamento in Via Tullio Cicerone e tue Federico mandavate sempre me ad aggiustare iltermostato. Credo di aver preso i tuoi occhiali da sole, oforse erano di Fede, non lo so, sono quelli con le lenti aspecchio. Lo sai che mi piace guardare fuori dalfinestrone... Mirko ci sei? Mi senti?».La spia rossa del rilevatore di alterazione termica èaccesa. Claudia siede alla postazione di controllo, unaserie di pulsanti e schermi disposti attorno a lei. La torreè un idrofono alto dieci metri, bianco, con tante piccolefessure concave e antenne collegate al monitor dicontrollo. I pianeti non sono silenziosi ma vibrano,eppure il rumore dello spostamento non si propaga nellospazio vuoto dove il silenzio è assoluto. Il suono è piùrapido nell'acqua che nell'aria a causa della densità.Accanto alla finestra della cucina ci sono la pianta alta con le foglie verde scuro e le piantine grasse e spinose.Non sa se Monica si ricorderà di innaffiarle. A volteClaudia immagina di poter velocizzare il processo dicrescita delle piante e, come nei documentari, sentire ilsuono delle foglie che si stiracchiano ed escono dallaterra fino al cielo.Quando Claudia era piccola Monica non era mai a casa,e quando c'era dormiva. Fumava sigarette seduta suldivano mentre guardava la tv. Claudia non sapeva cosafare della sua vita, avrebbe voluto essere come suasorella ma non sapeva da dove cominciare, e alloramangiava tutto quello che le cucinava sua madre. Monicaaveva mille impegni e faceva liste per non dimenticarli.La penna a biro che scorreva sul foglio bianco faceva unbel rumore. Uno dei suoni più belli del mondo.Claudia sente di avere i capelli bagnati e le spalle umide.Pensa che la Luna si allontana dalla terra esattamente di33 mm all'anno e la rotazione della Terra rallenta di 2,3millisecondi ogni secolo. Persino la Terra e il suo satellitecon il tempo si allontanano, proprio come le sorelle.Prova a concentrarsi, ma le voci nella testa sono troppe enessuna di queste è gradevole. Il brusio di una pubblicitàasfissiante. Una porta che sbatte, e non è bello. Ciriprova. Il caffè che esce dalla macchinetta ha un suono gustoso, per esempio.Secondo il manuale di utilizzo potrebbe essere la spia delsovraccarico di energia. Dovrebbe dare un'occhiata, maadesso ha voglia di gelato. Quando stava con Federicoaveva smesso di mangiarlo. Non aveva più bisogno di unsurrogato di affetto. Forse adesso lui avrà trovato unabionda. Era proprio il tipo a cui piacciono le biondetruccate in maniera evidente. Monica una volta le avevamostrato come mettere il rossetto ma i suoi tentativierano stati vani. Era una ragazza in-truccabile, forseanche in-frequentabile.Claudia si è addormentata, dopo mangiato ha lettomezza pagina di un libro di Ammaniti, Anna. Non lepiace molto, quella lettura ha un effetto soporifero su dilei. Le fa male la testa ma non si sveglia. Uno stranomostro la sta inseguendo per le strade della città; ha unborsellino pieno di pastelli gialli in mano mentre scappa.Corre, corre veloce. Corre e non suda. È leggera escappa come una scheggia. Il terreno del sogno vibrasotto i suoi piedi e poi il mostro emette un verso sordo.Claudia sente un grosso peso sulla fronte. Avrebbedovuto asciugarsi i capelli. Il dolore è forte, non riescead aprire gli occhi. Viene sopraffatta all'improvviso datutte le voci del mondo. Ha le mani chiuse intorno alla testa, il corpo invece sembra molle, non riesce più apercepirlo nella sua consistenza. I suoni sembranoovattati, le arrivano come dei rumori lontani. Crede dinuotare. La terra è bellissima dallo spazio. Non ci sonopiù suoni. Solo, il silenzio.Sono passati due giorni da quando Claudia si èaddormentata. Il rapporto dichiara le cause di ciò che èavvenuto. Una tempesta di meteoriti ha attraversato lafascia di navigazione della navicella spaziale e ilportellone di comando si è spaccato, facendo fuoriuscirel'ossigeno. I sistemi di allarme sono stati coperti dalchiasso proveniente dalla torre idrofono che, colpita dalviolento impatto, ha direzionato l'antenna verso la Terrae amplificato tutti i suoni riversandoli all'interno dellanave. Dalla base era stato predisposto un cambio ditraiettoria mai messo in atto. I tentativi di comunicazionecon l'unica astronauta a bordo hanno dato esitonegativo. La missione Rumore Bianco 84022 èufficialmente fallita.