Capitolo 1

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La nostra storia comincia molto tempo fa, allacciate le cinture, si parte verso un viaggio doloroso ma straordinario.

"Ne sei sicura?" mi domanda Lily appoggiandosi al muretto del cortile, "papá continua a peggiorare e mio cugino, beh sai com'è.." affermo io osservando la neve cadere sul castello. "Si, Xenophilius è cambiato da quando ha conosciuto quella ragazza, Pandora?" chiede conferma lei guardandomi negli occhi, le annuisco tristemente. "Lo capisco, ma devi pensare che tra tutte le famiglie dei maghi a cui serve aiuto, la Casata dei Black è la peggiore di tutte" mi spiega la ragazza dai capelli rossi, "ma se il miglior amico del tuo ragazzo è un Black" farfuglio io alzando un sopracciglio. "Sirius non è come loro, è scappato di casa...James mi ha detto che ora vive con loro, dai Potter" sussurra Lily in modo che nessuno dei Serpeverde vicini possa sentire. "Mi serve un lavoro e la Casata dei Black è anche una delle più ricche, punto a questo...voglio trovare i soldi per aiutare mio padre, per il resto me la caveró" affermo io prima di lasciare la mia migliore amica Lily Evans nel cortile di Hogwarts.

"Allora farai davvero domanda per un colloquio dai Black?" mi chiede Byron, un corvonero molto simpatico, nonché colui con cui condivido il premio di miglior studente di Divinazione. "Sí, sono disponibili ad incontrarmi, devo vederli oggi stesso" gli dico mentre sono intenta a ripassare la lezione di Pozioni in Sala Comune, "non è una buona idea, devo davvero dirti il perché?" esclama lui afferrando una sciarpa di un blu scuro con su iscritto lo stemma della nostra Casa.
"Byron te ne prego, non esiste modo migliore per aiutare mio padre, e non sarà la fine del mondo, è solo un lavoro" affermo io girando le pagine e provando a concentrarmi. "Pensa a tua madre Daph, avrebbe voluto che tu lavorassi dai Black?" mi chiede lui fissandomi intensamente negli occhi,
"se avessero fatto a mia madre quello che quelli come loro hanno fatto alla sua, sarei scappato ben lontano da casa loro, non ci si puó fidare e lei dovrebbe saperlo" afferma all'improvviso Paride, un altro corvonero ma molto antipatico, il suo unico scopo è essere il migliore di tutti. "Pensi che non lo sappia, mi ritieni cosí stupida?" gli domando chiudendo il libro di Pozioni, "hai solo amici grifondoro...non mi sorprenderei se ti lanciassi in un'impresa tanto eroica quanto sciocca" farfuglia lui sedendosi sul morbido divano blu. "Lo faccio per mio padre" gli sussurro prima di andarmene in camera, "allora sei una corvonero eh, punti ai loro soldi..ecco la nostra Daphne" gli sento dire ridacchiando mentre mi allontano dalla Sala Comune.
Mi siedo sul letto a baldacchino e leggo e rileggo la pergamena che dice <<Siamo leti di accoglierla in casa nostra per verificare le sue competenze. La nostra famiglia ha bisogno di aiuto ora più che mai. La aspettiamo nel pomeriggio,

Orion e Walburga Black>>

Indosso una gonna di un nero scuro e un maglioncino bianco latte, degli stivaletti in pelle e il mantello corvonero in blu e bronzo che non puo' mancare mai. Decido di raccogliere i lunghi capelli biondo cenere in una treccia , faccio un salto al dormitorio dei grifondoro e saluto Lily. Intravedo James e Remus bisbigliare qualcosa circa quello che sto per fare, probabilmente vogliono riferirlo a Sirius Black, il loro migliore amico nonchè il figlio maggiore dei Black, da poco diseredato. Esco dal castello e mi incammino verso casa Black; dopo una ventina di minuti trascorsi tra la neve arrivo davanti a un edificio tanto grande da sembrare una villa. L'aria gelida copre ogni finestra, ma appena arrivo alla porta d'ingresso intravedo una grande "B" incisa, faccio un respiro profondo e busso.

Ad aprirmi è un elfo domestico alquanto bizzarro, le orecchie a punta e la pelle raggrinzita sono completate da due grandi occhi scuri e uno straccio vecchio come vestito. "Lei deve essere la signorina che i padroni aspettano" lo sento sussurrare, "Daphne Lovegood, piacere di conoscerti" affermo io porgendogli la mano, ma non appena vede lo stemma della mia Casa e ascolta il mio cognome lo vedo fare un passo indietro. "La puzza si sentiva da chilometri" farfuglia la strana creatura, alzo un sopracciglio non capendo e lui riprende dicendo "sporca lurida mezzosangue". Perdo qualche battito sentendo quelle parole, mio padre mi ha avvertita circa i commenti che avrebbero potuto fare tutti anche a Hogwarts riguardante il mio sangue e mia madre babbana, ma mai avrei pensato che potesse farmi cosi' male un anno dopo la sua morte. Sentire quelle parole mi rimanda a lei, a quando mi diceva "amore mio, te ne diranno di tutti i colori, ma tu lasciali parlare, hai il grande dono dell'ingegno, non sprecarlo mai dietro a chi non merita la tua presenza" e poi mi porgeva la sciarpa corvonero di papa', era convinta che anche io sarei stata smistata nella sua stessa casa, e cosi' è stato.

Come brillano le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora