Capitolo 1

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"Todo lo que hice yo lo hice para ti, vivo con

Los fantasmas que ahora

Viven dentro de mi.

Soñaba el paraíso para ti.

Me das la culpa a mi, y ahora tengo pesadillas cuando me voy a dormir

Me di cuenta que estoy equivocado

Que te hablo bien pero actúo de malo

La verdad es que no estoy habituado

Porque todas las veces que di el corazón me mataron.

Prepara las valijas te juro nos vamos

En tu cara de ángel - Se esconde el diablo

Quiero olvidar mi pasado, todos los dramas que a me pasaron."

Driiin! Driiin! Driiin! Dri!

Ed ecco che con un colpo secco misi fine al rumore di quello strumento dannato sul mio comodino, ogni mattina era una maledizione per chi l'aveva studiata, ideata e progettata. Mi siedo e tiro il lenzuolo sulla parte delle mie gambe lasciate scoperte dai pantaloncini del pigiama. Eravamo solo agli inizi di settembre ed il caldo non ci voleva ancora abbandonare.

"Che palle questa sveglia, interrompe sempre il mio sonno profondo."

Penso poco prima di sgusciare fuori dal mio letto, e svogliatamente mi trascino fino alla cucina; per iniziare bene la giornata avevo assolutamente bisogno di un caffè caldo e poco zuccherato

Non appena varco la soglia della cucina trovai davanti a me una scena che poteva, quasi, fare concorrenza alle pubblicità del Mulino Bianco oppure quelle del Pane Angeli. I miei genitori sono già vestiti di tutto punto e si impegnano a fare delle facce buffe alla mia sorellina di due anni. Ad impegnarsi di più era mio padre, prova ad incrociare gli occhi e a cacciare la lingua solo per far ridere mia sorella e infilargli del cibo a tradimento nella bocca. La mia sorellina era proprio come me, di mattina non aveva proprio voglia di mangiare e nemmeno di collaborare per rendere alle altre persone il compito un minimo più facile. Mi avvicino sorridendole e le do un bacio sulla fronte, rubo il suo biscotto dalla mano di mio padre e vado in camera a prepararmi per andare a scuola. Una volta in camera andai alla ricerca degli "abiti perfetti", aprii l'armadio con la speranza di trovare qualcosa da indossare, scrutai con attenzione l'interno dell'armadio e poi presi un paio di jeans molto aderenti e chiari, una maglietta di circa due taglie più grandi con sopra una scritta, che diceva:

"BAD BOY AMA LE RAGAZZE DOLCI",

Mentre mi guardavo allo specchio con quella maglia e stiro il tessuto con le mani il tessuto per togliere tutte le pieghe immaginarie. Forse per la prima volta davvero presto attenzione alla scritta: "Come se questo fosse davvero vero!".

Prendo le mie amate converse bianche e le indosso, mi specchio di nuovo e giungo alla conclusione che per uno dei tanti giorni di scuola il mio outfit poteva andare, alla fine dovevo solo andare a scuola, non andavo di certo a un red carpet e nemmeno ad incontrare il personaggio più bello dell'ultimo telefilm che avevo visto. Infilo alla rinfusa i libri nella mia borsa, di certo di me non si può dire che io la mattina abbia tanta voglia di preparare la borsa, la metto sulla mia spalla, non torno in cucina dove si continuava a svolgere lo show "Facciamo mangiare Natasha", mi limito solo ad urlare ai miei genitori che vado ad Alcatraz, ossia quel luogo più comunemente denominato "scuola". Non appena uscii dal portone di casa infilo le cuffie, camminare in strada con le cuffie mi aiuta a non farmi film mentali della serie: "Oddio tutti guardano me!"

Il Bad Boy si innamora. DISPONIBILE SU AMAZONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora