Lui è come una rosa.
Una rosa piena di spine, devi fare attenzione, ma soprattutto devi prestare attenzione ai suoi petali.
C'è qualcosa di vibrante in lui, un'energia, una forza trascinante.
È un genio. Lui va e viene, come le stagioni o il sole.
Libero.
C'è qualcosa nel suo aspetto, nella sua espressione, la curva delle sue labbra, che fa pensare che stia per dire qualcosa di importante, qualcosa che vale la pena ascoltare e ricordare.
È un recluso, distaccato da tutto e tutti, è come smarrito in un labirinto.
Non so spiegare il perché, ma in lui c'è qualcosa che mi ipnotizza.
Piuttosto alto, spalle larghe, lineamenti fini e capelli scuri e i suoi occhi hanno un'espressione sognante.
In lui c'è qualcosa di diverso, sorprendentemente intenso è diverso da tutti gli uomini che ho conosciuto.
Ma lui è lontano, chiuso in un mondo distante.
Sembra così distaccato, così superiore, e nello stesso tempo capace di una grande intensità di sentimenti.
Eppure in lui c'è qualcosa che mi spaventa: una strana freddezza, una profonda ritrosia, come se in un certo momento della sua vita fosse stato ferito è una parte di lui ne soffre ancora molto.
È troppo seducente, e il suo riserbo non fa che aumentare il suo fascino, suscita il desiderio di aiutarlo ad abbattere il muro dietro cui si trincera.
