55. Non Avvelenerei Mai Del Buon The🥃

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Katherine's pov

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Katherine's pov

11.45 am

-Guarda in alto!-

-Spingimi ancora più forte!- urla una bambina con i capelli raccolti in tante piccole trecce. -Voglio arrivare a toccare il cielo!-

Una donna sulla quarantina si arrotola le maniche della camicia, porta indietro i capelli, avvisa di tenersi pronta per un lancio equiparabile solo all'Apollo undici, stende le braccia e con tutto il vigore possibile spinge l'altalena. La figlia grida per la felicità, protende le braccia verso le nuvole che oggi si affollano in cielo e non appena ritorna indietro arriva subito una richiesta, "Fallo ancora, mamma. Ti prego!".

Sua madre stabilisce fin da subito le condizioni. -Questa volta è l'ultima perché dopo dobbiamo andare a casa e preparare il pranzo a Zoe, che torna da scuola.-

-Va bene...- mormora sommessamente la piccola. E' visibilmente triste ma nonostante questo non può evitare di esultare per l'ennesima spinta verso l'alto.

Non so cosa di questa scena mi colpisca di più, se la dolcezza infinita della madre nei confronti della figlia o la loro gioia quasi palpabile.

Tutto ciò è esattamente il classico quadretto della famigliola perfetta che i registi tendono a propinare costamente nei loro film, quasi a dire "Vedi com'è perfetta questa famiglia? Tutti sorridono, si amano e i problemi sono solo un' immagine lugubre lontana. Provi invidia, vero? Vorresti essere quella piccola mocciosa che si diverte con la propria mamma? Ammettilo... lo sappiamo entrambi. E' il tuo desiderio più grande. Quando crescerai? Quando accetterai la realtà dei fatti? Tu non sei altro che un' orfanella, ancora ossessionata da un indefinito passato e da incubi capaci di non tenerti sveglia la notte. Cosa credi di fare esattamente? Scoprire la verità di fondo? Sei una sciocca. Tu non vali nulla, Katherine Price."

Forse è per questo che non riesco a guardare mai una pellicola cinematografica che abbia a che vedere con generi differenti dal thriller e dall' horror. Guardare anche per pochi istanti simili scene mi irriterebbe a tal punto da non permettermi di godere a pieno della recitazione. Anch'io ho dei limiti.

-Buongiorno, Katherine.- dice la voce di Mr. Brown accomodandosi dall'altro lato del tavolino.

Vestito in modo impeccabile come di consueto, si sistema la cravatta e poi mi porge una busta gialla, che provvedo immediatamente ad agguantare risultando brutale. La apro, getto una veloce occhiata al contenuto compiacendomi, poi la inserisco all'interno dello zainetto nero.

Dice. -E' particolare...-

-Cosa?-

-Per esempio, che tu sia riuscita ad ottenere il mio numero di cellulare senza nemmeno ricorre alla segreteria degli studenti, a fare richieste e ancora di più ad invitarmi a prendere un thè freddissimo alla pesca, tue testuali parole, in un bar lontano quaranta chilometri dal campus.- espone osservandomi.

Just like fire (In revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora