Capitolo IV | Capricci

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William

Mi sveglio con un bacio umido sulle labbra, quando apro gli occhi Chantelle è già china sul mio ventre intenta a darmi il buongiorno.

Afferro i suoi capelli dorati per guidarla meglio, non che ne abbia bisogno, certo.
Accarezzo i sinuosi fianchi bianchi voglioso di prendermela e con un gesto fulmineo la imprigiono sotto il mio peso.

La faccio voltare stringendo meglio i suoi capelli in un pugno e affondo dentro, lasciandomi estasiare dai suoi gemiti e sussurri sconci, non manca molto, acciuffa il cuscino e si abbandona venendo per me.

Mi aggrappo al seno aderendo con il petto alle sue spalle lisce e mi lascio travolgere dal piacere che arriva come un'onda violenta, quando si volta mi guarda sorridente con gli occhi azzurri ubriachi di passione.

«Buongiorno anche a te» sussurro col fiatone.

Il cellulare comincia a squillare ricordandomi i mille impegni che mi aspettano, sono già le sette e un quarto, devo darmi una mossa.

«Devi proprio andare?» chiede accarezzandomi il petto.

«Non posso fare altrimenti, vuoi uno strappo al lavoro?»

«No tranquillo, l'autista passa a prendermi per le nove e mezza. Devo andare a Nashville, la figlia del sindaco si sposa e dobbiamo cominciare a pianificare gli addobbi. Voglio seguire tutto di prima persona»

Annuisco già preso dai miei pensieri.

«Ci vediamo per cena, non scordarti che siamo dai tuoi!»

Continuo ad annuire lasciandole un bacio sulla bocca per poi buttarmi sotto la doccia.

Quando arrivo in ufficio ad accogliermi trovo la segreteria con il caffè in mano e dei fascicoli nell'altra. 

La parete vetrata mi permette di avere una panoramica sulla città, illuminando lo stile minimalista della stanza, priva di distrazioni per la mente, nessun colore, tutto bianco e nero. L'unico quadro sopra la mia postazione prende quasi l'intera parete, è un pezzo originale della collezione Black Lines di Frank Stella

Le linee geometriche, sagomate ed essenziali, hanno la capacità di liberarmi la mente e rendere l'ambiente concentrante. 

«Sig. Morgan buongiorno!» esclama raggiante mentre prendo il caffè e siedo sulla scrivania di vetro.

«Buongiorno, recap di oggi?» chiedo dando un lungo sorso al liquido fumante.

«Fra mezz'ora riunione con il team, alle dieci call con il cliente italiano, alle undici presentazione per quella startup canadese e per pranzo dovrebbe essere con il notaio per discutere degli ultimi sviluppi della trattativa di vendita»

«Oliver! Avevo dimenticato la faccenda dell'immobile in centro, devo sistemare velocemente questa situazione» di getto mi tornano in mente quegli occhietti verdi strafottenti puntati addosso, è strano non esercitare nessun tipo di pressione su una persona, di solito metto facilmente in soggezione.

«Posso aiutarla in qualche modo? Se desidera contatto il team di legali» gli occhi scuri della ragazza mi guardano lasciando trapelare una sottile malizia.

«No Kate grazie, non c'è ancora bisogno dei legali» spiego ridendo «Sono anni che provo a vendere quella catapecchia ma essendo in disuso da secoli i costi per la ristrutturazione hanno abbassato il suo valore di mercato, quindi nonostante la posizione strategica, è stato meglio svenderlo il prima possibile. Qualche intoppo nella negoziazione ma nulla a cui Oliver non possa porre rimedio».

Cherry...sei un disastro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora