III - An unexpected encounter

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Mi svegliai ben riposata intorno alle 8, rimasi a poltrire una decina di minuti nel letto e poi mi alzai. Dopo una lauta colazione a base di succo e brioche di zucca, mi smaterializzai a Diagon Alley e mi incamminai verso la libreria principale. Mi accolse un'anziana strega fisicamente somigliante alla cara Madama Irma Pince, ma di certo molto più gentile e...accogliente, ecco. Feci un giro degli scaffali leggendo accuratamente il titolo di ogni singlolo libro e sfiorando,con la punta delle dita, tutte le copertine, una per una. Era un luogo magico, la libreria di Diagon Alley, in tutti i sensi.Finalmente trovai ciò che cercavo: un libro impolverato e visibilmente dedicato ad un argomento che la maggior parte degli studenti di Hogwarts avrebbe considerato tedioso, ma io no. Lo aprii."Incantesimi avanzati: invenzione, storia, formule e come utilizzarli". Cominciai a sfogliarlo. C'era qualcosa di magico nei libri, in ognuno era racchiuso uno spirito, un'anima, e quando lo leggevi lasciava un segno indelebile nella tua mente e nella tua vita (a parte ovviamente gli uggiosi libri di grammatica babbana). Chiusi il libro e domandai il prezzo alla signora che mi aveva accolta, ma prima che potesse rispondere sentii una voce proveniente dallo scaffale dietro di me: "Angelica Granger?" mi voltai. "Giuseppe Malfoy?" era una domanda retorica, la mia; non potevo certo non riconoscere il mio migliore amico dei tempi di Hogwarts! Non arrivavo a questi livelli di rimbambimento! "Non mi sorprende incontrarti qui" disse con un sorriso. In effetti fin dal primo anno ad Hogwarts la biblioteca era il mio rifugio, il mio luogo sicuro; e Giuseppe Malfoy, l'unico Malfoy a memoria d'uomo che fosse mai stato smistato nella casa di Grifondoro, nonché cugino del da me tanto odiato Davide Malfoy, lo sapeva benissimo. Era il mio compagno di studi, il mio amico di lettura, e l'unica persona che ad Hogwarts riusciva a starmi al passo con gli studi. Il sorriso spuntò ampio anche sulle mie labbra. "Non sorprende neanche me il trovare te qui. Come stai?" "Abbastanza bene grazie, ti va di andare ai Tre Manici di Scopa per una burrobirra o un succo di zucca e una chiacchierata, magari anche a proposito degli ultimi libri che abbiamo letto, come ai vecchi tempi?" riflettei un attimo. "Ci sto!" dissi poi. "Ma prima devo pagare" e tornai dalla signora con un sorriso a trentadue denti. "22 galeoni" disse lei. "Ventidue?! - esclamai io – Ma è un furto con scasso! Storia della Magia di Bathilda Bath mi era costato 2 galeoni!!!" "Ma questo, signorina, non è Storia della Magia di Bathilda Bath" rispose lei con estrema pacatezza. "Comunque" continuò poi "posso farle uno sconto" fece una pausa "di 2 galeoni". Mi rassegnai e le porsi i 20 galeoni, poi uscii con il mio amico al seguito. Ci smaterializzammo ad Hogsmeade. "Da quanto non venivo in questo posto" commentò lui pensieroso. "Pare un luogo fatato, incantato ma...aspetta un attimo! Quel negozio mi è nuovo, non l'ho mai visto" dissi io scrutandolo attentamente. Era un piccolo...bar, forse, sui toni del rosa e dell'azzurro, affacciato sulla strada principale di Hogsmeade, molto carino a dire la verità. Avvicinandomi notai un'insegna che citava "Quick genuine food bar – by Giada Bart". Giada Bart...questo nome mi suonava familiare. "Che ne dici di provare quel nuovo bar allora?" chiese Giuseppe. "Sono curiosa, andiamo" e, a passo sostenuto, raggiunsi la porta eentrai. All'interno del bar c'era una ragazza dall'aria gioviale, che ci salutò con un ampio sorriso. "Buongiorno ragazzi, volete qualcosa? Snack rapidi, succo di zucca, burrobirra, cioccorane fattein casa...?" ci chiese facendo una piroetta. Ovvero il gesto che bastò a farmi di colpo ricordare chi fosse. Sbattei le palpebre. Una, due, tre volte. "N-no grazie, volevamo solo vedere il negozio, arrivederci". Poi tirai Giuseppe per il braccio, lo strattonai a dir la verità. "V-i-e-n-i" sibilai fulminandolo con lo sguardo. Alla fine mi seguì.

"Ma cosa ti è preso?" mi chiese una volta usciti dal bar. "Lo capiresti se avessi passato una decina d'ore a leggere tutti i giornali dall'annoscorso ad oggi" dissi ancora sotto shock, forse esagerando un po' troppo con l'acidità nella mia voce. "Cosa!? Ti prego, dimmi che non l'hai fatto sul serio" esclamò lui "Posso anche dirti che non l'ho fatto ma ciò non vuol dire che sia vero – gli risposi – ora andiamo ai Tre Manici di Scopa, sperando che almeno loro non ci riservino strane sorprese". Annuì e mi seguì. "Solo tu riesci a stupirmi in tal modo. Ora però mi devi spiegare per quale assurdo motivo hai passato...una decina d'ore, hai detto, a leggere tutti i giornali dell'anno scorso!". Ridacchiai al pensiero dell'aspetto terribile che avevo il giorno dopo quest'evento, poi dissi "sono diventata Auror, di recente". Giuseppe smise di camminare. "Cosa?! - esclamò – Ma è fantastico! Hai realizzato il sogno della tua vita! Quanto sono contento! Anch'io vorrei essere in qualche modo partecipe alla battaglia contro i mangiamorte ma non...insomma, essere Auror non mi ispira, perdonami" sospirò. "Peccato..." commentai, ed entrammo nel pub che aveva segnato la nostra infanzia e adolescenza. "Buonasera signorina – disse un ragazzo vedendoci entrare -, signorino – salutò anche il mio amico con un cenno riverente del capo – burrobirra? Succo di zucca?..." "Per me una burrobirra, con un po' di panna" dissi io "io una burrobirra semplice" disse invece Giuseppe. Ci sedemmo e iniziai a raccontare. "Ho fatto il test per diventare auror qualche giorno fa e...l'ho passato distintamente" arrivarono le burrobirre, ringraziai, presi la mia e continuai: "per rendermi...utile diciamo, ho pensato di stilare una lista con su scritti tutti i nickname dei mangiamorte, è per questo motivo che ho letto tutti i giornali dell'anno scorso - IDEA!!! - esclamai ad uncerto punto – potresti – sussurrai – diventare una spia infiltrandoti nei mangiamorte, io posso essere la tua...uhm, acerrimanemica, così, odiandomi, entrerai nelle grazie di Davide Malfoy il quale, a sua volta, mi detesta con tutta la sua anima, sì! Che ne dici?" dissi infine estasiata. "Cosa?! sei matta? Io non potrei mai detestarti! Non riuscirei mai a odiarti né a far finta di farlo!" esclamò. "Dai...ti prego!!" cercai di dissuaderlo "No, no e ancora no!" "Per favore" ritentai facendogli gli occhi dolci "non posso!" intignò ancora. "Peccato – cominciai, ero quasi certa che sarei riuscita a convincerlo così – potevi essere l'ultima speranza per salvare il mondo magico" e mi alzai a testa bassa "non importa, addio". Me ne andai con aria triste e sconsolata quando, come da copione, lui mi fermò. "Ci sto - io sorrisi - ma ad una condizione" "chiedi pure" gli risposi curiosa. "Non userò maledizioni senza perdono" "ma" cominciai "niente ma, non ce la posso fare, non sono un mangiamorte, non posso, non ce la faccio" "nemmeno su una copia di me? Dai, per favore! Non puoi essere convincente come mangiamorte se non usi la maledizione cruciatus!" gli stavo chiedendo molto. Moltissimo. Io non sarei mai riuscita a fare una cosa del genere, non ce l'avrei fatta, psicologicamente parlando. Ma lui sì. "no, non posso, non ce la faccio" lo guardai negli occhi. "Tu sei una delle persone più coraggiose che io conosca, io so che è difficilissimo, ma tu ce la puoi fare" mi guardò. "Prenditi il tuo tempo per pensarci" e, con queste ultime parole, lo salutai.

La sera, a casa, dopo aver sfogliato e letto attentamente il primo capitolo del libro che avevo acquistato, presi la copia del giornale del 14 luglio 2020 (data che ricordavo perfettamente dato che il 14 luglio era il giorno del mio compleanno) e lessi, fugando ogni dubbio: "Giuly Riddle, in passato studentessa Grifondoro ad Hogwarts, si spaccia per una Potter e accoglie calorosamente chiunque nel suo locale con allegre e gioviali piroette da esperta ballerina, nascondendo però un carattere ed una personalità crudeli. Oggi, 14 luglio 2020 si è scoperto che la persona in questione è una fedelemangiamorte al servizio di Davide Malfoy e Voi-Sapete-Chi, e nasconde sotto la sua geniale e finora insospettabile maschera segreti terribili. Difatti, si è scoperto che è stata artefice dell'omicidio di decine di maghi e dozzine di babbani!". Questo mi bastò. Era lei. Aveva cambiato nome, ma era lei. Chiusi il giornale e ricominciai a leggere il libro.

Il mattino seguente mi alzai di buon'ora, le luci dell'alba erano appena intravedibili; venivano oscurate dalle tende bianche che avevo in camera davanti alla finestra ma ciò non intaccava minimamente il loro splendore. Scostando di lato le tende e affacciandomi alla finestra venni accarezzata leggermente dalla brezza mattutina, e guardai con occhi sognanti lo spettacolo che si stagliava maestosamente davanti a me: bagliori di luce oro e rubino si fondevano con il cielo così immacolatamente azzurro creando magiche sfumature di ogni tipo. Il silenzio era così perfetto e tranquillo da sembrarmi quasi irreale. Che fosse la quiete prima della tempesta? Sperai con tutto il cuore di no, ma, mentre ciocche di capelli mosse dal vento mi coprivano parzialmente il viso, il cielo finora completamente incontaminato da qualsiasi nuvola o ombra divenne plumbeo, e scie color ossidiana apparirono muovendosi in modo estremamente veloce. Mangiamorte. Ancor prima di vedere distintamente le ombre scure, il mio istinto mi disse di correre, di andare a combattere, e così feci: presi la bacchetta e il manico di scopa che tenevo in camera mia e mi lanciai, in groppa alla mia vecchia Nimbus 2000, dalla finestra. Era da molto che non volavo, ma da ragazza avevo sempre amato il volo e gli incantesimi, tanto che al quinto anno ero diventata capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro, perciò non ebbi alcun problema nell'eseguire manovre abbastanza complicate, benché fossi ancora in camicia da notte e avessi i capelli in condizioni a dir poco vergognse. "Stupeficium!" gridai, lanciando incantesimi apparentemente contro il nulla ma colpendo, di tanto in tanto, qualche mangiamorte. Molti "Avada Kedavra", "Crucio", "Sectumsempra" e "Zilerius" mi piombarono addosso, ma riuscii a pararli tutti, grazie anche al libro recentemente acquistato, dovetti ammettere. Ad un certo punto vidi una scintilla davanti a me, a pochi centimentri dalla mia persona, non sarei riuscita a pararla da sola, era troppo vicina, provai un incantesimo ma fu inutile. Sarei morta. Questo pensiero mi gelò le ossa. Sarei morta se un bagliore non mi avesse accecata per qualche secondo prima che i miei occhi potessero distinguere la figura che mi aveva appena salvato la vita. "Lily!" esclamai in preda alla vergogna. Ero in camicia da notte e i miei capelli erano terribilmente in disordine. Notai con conforto che anche lei non aveva avuto tempo di pettinarli prima di sfrecciare verso i mangiamorte sul suo manico di scopa, erano raccolti in uno chignon scompigliato, ma di certo erano meglio dei miei. Ma non era certo il momento di parlare di capelli e camicie da notte! Passarono secondi, minuti, eravamo noi due contro decine di mangiamorte, ed eravamo entrambe allo stremo delle forze. Lily ansimò stanca, ma nonostante ciò si voltò verso di me e, cercando di simulare un sorriso il più convincente possibile, mi disse: "Se sei stanca puoi andare, io ce la faccio" e si sistemò meglio gli occhiali sul naso. "Seppure fossi stanca a tal punto da non riuscire a reggermi aggrappata alla scopa, non ti lascerei mai". Ricambiando il sorriso, aggiunsi: "Ho un piano".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 11, 2021 ⏰

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Angelica Granger and the third magic warDove le storie prendono vita. Scoprilo ora