Sono ormai diciannove anni che ci sono continui terremoti qui a Pompei e nelle vicinanze, o questo è ciò che mi dicono le persone più grandi, io ho solamente vent'anni e non posso ricordarmi quello che è successo nei primi anni della mia vita.
Il terremoto di questa mattina è stato più violento del solito, e ci sono state altre scosse leggere durante il primo pomeriggio.
Aiuto mio padre, uno dei più grandi proprietari terrieri di Pompei, con le vigne per la produzione del vino, non lavoriamo nei campi, quello è il lavoro degli braccianti e degli schiavi, ma dobbiamo sorvegliare, o almeno è questo il mio compito.
Viene considerato un lavoro noioso ma necessario, nonostante questo è un lavoro da me apprezzato, soprattutto a fine giornata quando arrivo alla parte più a sud di quegli svariati ettari di terreno.
Lì ci lavora un ragazzo d'un paio d'anni meno di me, con i capelli argentei e gli occhi castani, qualche centimetro più basso di me, una corporatura esile ma con muscoli ben definiti ed evidenti.
So che non ha famiglia, i suoi genitori morirono quando aveva quindici anni con il crollo della loro abitazione per via di un violento terremoto.
Inizialmente mio padre fu poco convinto del suo potenziale e non voleva assumerlo, gli chiesi di farlo quantomeno provare, non so bene perchè, ma qualcosa in lui mi aveva attirato, qualcosa che tutt'ora mi attira.
Si rivelò una buona scelta, il miglior bracciante che possediamo.
-Ciao koichi.
-Sawamura! tra pochi giorni si potrà cominciare a cogliere l'uva, ormai è matura.
Scendo da cavallo e prendo un paio di chicchi da un grappolo, uno mangiandolo e l'altro porgendolo al ragazzo che si avvicinava con il sorriso.
Il sapore dolciastro del frutto si sparge sulla mia lingua facendo constatare alla mia lingua che le parole prima pronunciate dall'altro erano corrette.
-Hai ragione.
-Comunque le scosse di questa mattina sono state molto più violente del solito no?
-Ne hai ancora paura?
-No. mi ricordano solo quel giorno.
Eravamo diventati amici, ogni sera finivo di fare il giro nella parte sud proprio per parlare con lui e accompagnarlo nella locanda in città in cui lavorava la sera.
Quella sera avevo oltretutto deciso di rimanere la sera per potermi svagare e festeggiare il probabile abbondante raccolto.
Torno sul cavallo dal manto color pece e porgo la mano al ragazzo sottostante per aiutarlo a salire.
Si era opposto per tempo prima di accettare che dalla periferia lo riaccompagnassi fino al centro della città, dove svolgeva un lavoro che detestava, dove uomini ubriachi gli si avvicinavano e lui era costretto a scostarsi disgustato.
Ormai eravamo arrivati in città il sole era già calato, le uniche fioche luci provenivano da qualche locanda qua e là e dal lupanare.
Stavamo passando per la strada, in mezzo ai liquami che scorrono incessanti sulle strade, e per non finirci dentro le persone passano sui marciapiedi e sulle strisce pedonali.
-Sawamura, perchè continui ad accompagnarmi?
-Non lo so.
Appena superate le terme maschili sulla destra mi fermo per fare scendere Koichi, che però sembra non averne voglia.
-Koichi?
-Non voglio più venirci qui, andiamo da qualche altra parte.
-Sei sicuro?
-Sì.
E fu così che ci ritrovammo in un prato appena fuori città, sdraiarti a guardare il cielo, mentre lui mi illustrava alcune costellazioni, raccontandomi i miti e le leggende che vi erano dietro.
Così abbiamo continuato a fare per settimane, lui mi mostrava le costellazioni e io ascoltavo le sue storie.
-A ogni modo, le costellazioni cambiano posizione continuamente, a noi infatti alcune non sono visibili tutto l'anno.
-Koichi perchè sai tutte queste cose?
-Mio padre quando ero piccolo me le aveva insegnate, e io le avevo disegnate sul muro ed imparate per insegnarle una volta adulto a mio figlio.
Sorrisi a quelle parole.
Mio padre non avrebbe mai fatto una cosa del genere per me.
-Sarebbe fiero di te.
-Non penso.
-Perchè dici questo?
-Lavoro come bracciante in una vigna per avere da mangiare, sono al pari degli schiavi, e poi mi sono innamorato di-
Lì si blocco.
-Ti sei innamorato di?
-Sawamura scappa!
Mi dice questo alzandosi di scatto e tirandomi per il braccio.
In lontananza si scorgeva un enorme nube di fumo illuminata da un materiale giallo-arancione che sembrava fuoco.
A quel punto cominciarono a pioverci in testa delle pietre leggerissime.
Eravamo già arrivati nella città e anche li vi era il caos, gente che urlava, animali impazziti, ormai la nube già incombeva su noi, ed era questione secondi prima che arrivasse su di noi e ci sommergesse.
-Non riusciremo a scappare.
Dopo quelle mie parole lui mi guarda e mi trascina sul marciapiede.
-Mio padre non sarebbe fiero di me perchè mi sono innamorato di un uomo, e non di una donna come dovrebbe essere. Sawamura sono innamorato di te ed è sbagliato.
Dopo avermi detto ciò si rannicchiò contro il muro, e solo allora capì perchè ero attratto dal ragazzo coi capelli argentei, ero innamorato di lui, ma ormai era tardi, troppo tardi.
In fretta mi abbassai e lo abbracciai portando il suo capo sul mio petto.
-Anche io ti amo.
E un istante dopo quella cenere bollente distrusse tutto ciò che vi era in città, e si calò anche su noi, prendendo la forma dei nostri corpi rannicchiati sul pavimento in un abbraccio eterno, incidendo così un immortale amore.
|Hey, si dovrei continuare l'altra fanfiction ma non riesco, credo che la archivierò, a ogni modo volevo raccontarvi come mi è venuta l'idea di questa one-shot, e rimanete perchè è interessante.
Questi che vedete sono i cosiddetti "amanti" di pompei, che ho visitato questa estate. Curiosa, non avendo visto il calco, vado a cercare su internet e tra i primi articoli trovo la parola GAY in maiuscolo. leggo l'articolo e scopro che con alte probabilità i due calchi sono di due ragazzi uno di 18 e l'altro di 20 anni. Allora ho deciso di volerci fare una one-shot uscendo dal fandom di my hero academia e ritrovandomi a adattarla alla ship della daisuga.
Spero l'abbiate apprezzata.|
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Pompei-(Daisuga)
FanfictionE un istante dopo quella cenere bollente distrusse tutto ciò che vi era in città, e si calò anche su noi, prendendo la forma dei nostri corpi rannicchiati sul pavimento in un abbraccio eterno, incidendo così un immortale amore. boy x boy don't like...