Kill me, hardly.
Peter Hale era probabilmente l'unico lupo, oltre a Scott che però in quanto a piani e ragionamenti non faceva testo, a dargli davvero ascolto ed a prenderlo sul serio. La cosa, a pensarci bene, era però dannatamente avvilente: un ex pazzo psicolabile con manie omicida e di grandezza, in via di miglioramento, diceva che era un genio ed un ottimo elemento nel branco.
Seriously.
C'era qualcosa di profondamente sbagliato nella sua vita e no, non era la licantropia che lo circondava, era quasi certo che il problema fosse lui, lui e la sua autostima. Problema che poi era totalmente rimandabile ad un certo alpha con problemi comportamenti, sì insomma un certo Derek Hale. Il loro rapporto era paragonabile ad una guerra impari, ma senza effettivo esito; un perpetuo scontro con minacce ed insinuazioni pesanti che andavano a minare il già precario e labile rapporto di branco. Gli altri sembravano totalmente indifferenti alle loro, quotidiane, dispute, ma nell'ultimo periodo le cose stavano peggiorando. Certo, l'ansia di un branco di alpha e di sacrifici umani non erano d'aiuto, ma erano proprio loro due ad essere sull'orlo del definitivo scontro.
Erano tutti riuniti nel loft di Derek, che pareva migliorare in fatto di gusti abitativi, per fare un punto vago sulla situazione. Erano dieci minuti che stava guardando Scott e Derek darsi addosso e poteva scommettere che si stavano trattenendo per non saltarsi al collo -e di sicuro non in modo amichevole. Forse iniziava a capire cosa provavano gli altri quando c'era lui al posto del suo migliore amico e, solo per un attimo eh, ringraziò di aver tenuto la bocca chiusa fino a quel momento perché Derek sembrava fuori di sé, più del solito.
« Ti ho detto di farti gli affari tuoi! »
«Miei? Sono venuti per te, ma hanno attaccato tutti e non starò qui a vedere i miei amici morire! »
Un ringhio sancì la totale dipartita all'autocontrollo di Derek che, come un fulmine, aveva sbattuto Scott contro una colonna a qualche metro di distanza.
Autoconservazione.
Quella sconosciuta a Stiles che, infatti, accorse a mettersi davanti a Scott fronteggiando Derek.
"Bella cazzata Stiles, bravo!"
Si maledì mentalmente, parendo però impassibile esternamente, mentre il lupo faceva bella mostra dei suoi infuriati occhi cremisi.
« Levati dai piedi! »
Eh no.
« Stai scherzando?! Che cazzo ti prende razza di lupo misantropo? Scott ha ragione e, parlando sinceramente, credi davvero di poter fare qualcosa, tu? Da solo? »
Realizzò leggermente in ritardo della gravità delle sue parole, Derek non era di certo qualcuno che, minato il suo ego, si girava dall'altra parte.
Ed il cupo ringhio che aleggiò nella stanza rimbombò nel petto di tutti.
Scott era ancora sdraiato a terra e guardava preoccupato la scena, poi si riscosse dai suoi stessi pensieri e fece per andare in protezione dell'amico.
« Non muoverti McCall. »
"Ok. Stavolta sono morto."
Non aveva alcuna intenzione di mostrarsi spaventato o allarmato, quindi mosse un passo in avanti senza troppa esitazione.
SUICIDA.
Zittì la coscienza mentre Derek con un balzo gli fu davanti, afferrandolo con decisione per il collo e sollevandolo da terra con quella morsa.
« D-Derek. »
Ma il lupo sembrava totalmente fuori di sé e gli artigli che sentì graffiargli il collo ne erano la prova lampante.
Derek non voleva davvero fargli male, voleva spaventarlo per bene in modo da farlo stare zitto per più di due minuti.
Ma la stretta si fece più presente, senza che lui davvero lo ordinasse ai suoi muscoli, e realizzò che il suo lupo voleva sottomettere quel ragazzino in modo più presente e violento del solito.
Gli occhi di Stiles si fecero lucidi e Isaac provò davvero, con tutto il cuore, ad andare in suo soccorso, ma un'occhiata di Derek interruppe ogni suo movimento.
Ciò che accadde dopo nessuno, sicuramente, se lo sarebbe mai aspettato.
Peter Hale graffiò il braccio del nipote, stringendosi addosso uno stremato e tremolante Stiles, lanciando un'occhiata di fuoco all'alpha.
« Vai a farti un giro Derek, l'aria fresca ti darà sicuramente meno alla testa. »
E il tono generalmente sarcastico era invece severo e accusatorio e Stiles, in preda ad un attimo di panico, strinse la presa ricambiando quell'abbraccio imbarazzante.
Quando nell'attico, dopo l'uscita furiosa del moro, tornò un apparente stato di calma Stiles si azzardò a separarsi da Peter, rimanendogli però vicino.
« Stai bene? »
Annuì flebilmente, più confuso dal comportamento dell'uomo che dal dolore al collo dove stavano iniziando ad apparire lividi striati, i segni delle dita del lupo. E quando Peter accarezzò quella pelle lesa tutti si irrigidirono e Stiles si sentì particolarmente in difficoltà, come mai prima di allora.
« Sto bene Peter, davvero. »
Era confuso e quelle parole era riuscito a metterle insieme a fatica, strano visto il soggetto in questione.
« Stiles, ti porto a casa amico, andiamo. »
E l'umano ringraziò con tutto il cuore, che batteva ancora come una furia, lanciando ancora uno sguardo grato all'Hale, abbandonando poi il loft.
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Kill me,hardly
FanfictionSTILES! » « Derek piantala, PIANTALA OK?! » « Io ti uccido. »