Piove

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Sono già due giorni che sto qui, in Sardegna, in vacanza una settimana con la mia ragazza, sua madre, il suo compagno e i genitori del compagno.
È il tardo pomeriggio, stiamo sistemando tutta la roba per tornare a casa dalla spiaggia, ho ancora della sabbia nel costume leggermente umido, e mi infastidisce. Al polso ho la bretella del suo reggiseno, che lei mi ha dato un bel giorno, mentre uscivamo, contenta e sorridente. Ricordo ancora ciò che disse, dopo avermela stretta per bene : "ecco, ora tutti sapranno che sei mio".
I miei capelli sono umidi come il costume, assolutamente da tagliare, troppo lunghi per me che li ho sempre portati corti.
Lei non vuole che li taglio, le piaccio tanto così, ma non li sopporto, prima o poi mi raso a zero.
La roba è tutta pronta, sua madre, Michela, mi offre un bicchiere di succo d'arancia rossa, ancora ricordo il forte sapore con quel leggero retrogusto amaro.
Portiamo le cose in macchina e ci sistemiamo per il breve viaggio. Lei, Lav, è seduta accanto a me e mi tiene la mano, mentre io tengo gli occhi sul finestrino, e la penso.
Come ve la descrivo lei?
Beh ecco..
Lei è una ragazza timida, silenziosa quando non è a suo agio, il perfetto contrario quando è rilassata con la gente con cui si trova. È poco più bassa di me, che sono circa un metro e settantuno, con dei bei capelli scuri, che schiariscono col sole, che spesso lascia crescere ma che per me rimarranno sempre perfetti così corti, all'altezza del collo.
Ha due occhi verdi, verdi chiaro, sempre splendenti in cui mi perdo ogni volta, un bel nasino di cui non fa altro che lamentarsi ogni volta che ha un motivo valido (a modo suo) per farlo, una bocca appariscente, con delle labbra belle rosse, carnose quasi quanto le mie, che quando riesco a farla ridere, si allargano facendo vedere quel suo fantastico sorriso bianco scintillante, probabilmente la cosa di cui va più orgogliosa, forse quella di cui io vado più geloso.
Non è molto grande di stazza, ha un bel collo che va ad aprirsi su due spalle poco pronunciate, un bel petto alto  che va a terminare lungo i fianchi fino al suo bel vitino che mi fa impazzire. Non parliamo del suo sedere, non finirei mai di trovare motivi per cui lo adoro. La sua grande insicurezza verso le sue gambe.. quelle cazzo di gambe che mi ricordano sempre la prima volta che l'ho incontrata, sotto la pioggia che scappava dicendo "andiamo c'è mio padre daii!!".
È una ragazza particolare, dolce, piccola ma gigante, con un cuore grande che apre solo alle persone giuste, con un grande desiderio di ricevere amore, con una bella testardaggine che spesso ci porta a litigare, che spesso mi fa incazzare e innamorare di più. Con un lato perverso che spesso mi mostra, quando non mi resiste, quando mi diverto a provocarla, quando lei si diverte a provocarmi.
Wow.

Non mi rendo neanche conto che siamo già arrivati, scendo dalla macchina, mi carico delle buste e le porto dentro casa. Uno ad uno dovremmo farci la doccia, e nella mia testa sto già fantasticando, pensando a lei
che si fa la doccia, poi ripensando a lei che viene fuori dall'acqua con quel maledetto costume giallo, tutta bagnata, con quel sedere che balla ad ogni passo, con quel sorriso stampato sul volto, con quegli occhi luminosi. Cazzo, non è il momento di pensarci ora.
Tutti si fanno la doccia, tranne noi due. E nonostante entrambi stiamo pensando a cosa vorremmo fare in quel momento, mi alzo, entro per primo e vado a fare la doccia.
Esco dal bagno nel giro di quindici minuti,  senza maglia, coi capelli da asciugare, con il volto leggermente abbronzato, con il naso spellicchiato, e con il petto e le spalle rosse rosse, lei mi guarda e dice "che bonoo".
Entra lei nel bagno.
Passano dei minuti e mi manda un messaggio : "ei vieni un attimo, devo farti vedere una cosa", corro nel bagno. Busso e apro senza aspettare una risposta, e si gira lei, coi capelli bagnati, con quel perizoma azzurro che lascia vedere chiaramente le sue forme meravigliose, con un braccio che le copre il seno, ma non abbastanza da non farlo vedere, con quell'evidentissimo segno della sua abbronzatura e con quel fottuto sorriso stampato sul volto, silenziosa, con gli occhi fissi sul mio sguardo incantato. "OH CAZZO" le rispondo istintivamente, e non riesco a resistere alla sua piccola risata, le vado incontro e inizio a darle diversi baci, costringendola a togliere il braccio dal seno, su cui poi finiscono le mie mani. Avremmo voluto fare di tutto, forse l'avremmo fatto, ma un rumore dalla cucina ci ricorda che non siamo soli in casa, non è ancora il momento, così ci distacchiamo e io esco dal bagno.

Di colpo inizio a ricordare, ancora, quella prima volta che ci siamo incontrati, le sue gambe sono state la prima cosa che ho visto, dopo di che, salendo dalla vita, la sua mano che le copriva il viso mentre veniva verso di me, mi abbraccia. Indossava dei pantaloni a zampa, blu chiaro, aderenti sopra e larghi sotto che andavano a coprire le sue scarpine, un giubbotto blu e un cappellino grigio, con la sua bella mascherina nera a pallini bianchi.
Io porto dei jeans neri, le scarpe bianche a collo alto, la felpa comprata pochi giorni fa e il mio giubbotto preferito, nero, bomber, non di marca.
Tolgo l'ombrello, iniziamo a camminare e ci salutiamo, è la prima volta che ci vediamo, sono nervoso, ho paura di cosa pensa, forse da WhatsApp ero diverso, dalle foto sembro più bello, oddio che ansia.
Arriviamo sotto un porticato dove siamo colti di sorpresa da un piccione che sbuca dall'alto, probabilmente anche lui si stava riparando dalla pioggia, ci fa ridere. Non ho il coraggio di fare il primo passo, lei è davanti a me, mi sta aspettando, io faccio battute stupide e cammino avanti e indietro, facendola ridere. Di colpo ci abbracciamo, e mentre dico "cazzo non trovo il coraggio di baciar..", vengo zittito, mi abbassa la mascherina, si abbassa la mascherina, mi bacia. La guardo negli occhi con un sorrisino stupido, lei mi fissa con quegli occhi verdi.
Esclamo: "piove!".

Io e lei, dove non ha mai smesso di piovere.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora