Eccesso di ricordi.

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Eccola, camera mia. Era rimasta identica a come la ricordavo, mi sembrava ancora di poter sentire l'odore del profumo di mia madre, lo usavo sempre e lei si arrabbiava. Il letto era spoglio senza coperte, attorno alla testiera erano rimaste ancora tutte le foto che avevo appeso. C'è ne erano alcune con la famiglia, con Peter e con Joanna. Joanna era la mia migliore amica, ci parlavo sempre era quella amica speciale con qui confidarsi; ma ormai non ci parlavo da una vita, mi mancava un po'. Non ci siamo nemmeno più viste da quando mi sono trasferita, chissà se si ricorderà, che stupida che sono pensai ovvio che si ricorderà qui tutti mi conoscono, tutti sanno quello che ho vissuto, beh penso che nessuno si sia realmente soffermato a pensare come stessi passando la situazione sentivo solamente le solite cose "povera ragazza", "era tanto una brava ragazza, povera". Ero abituata a quel "come va" falso, avevo imparato una cosa da tutto questo quando la gente ti chiede come stai non vuole realmente saperlo quindi mi limitavo a dire "sto bene" grande cretinata che tutti bevevano oppure semplicemente non rispondevano perché  se ne fregavano. Misi le valige per terra, cominciai a svuotare gli scatoloni sperando di sentirmi meno male, misi tutti i vestiti appesi nell'armadio, rifeci il letto con delle lenzuola trovate in un cassetto. Mi avviai verso il bagno, passando per la stanza dei miei, la porta era chiusa ma evitabilmente ci entrai. Eccomi li, in quella camera, vicino a quel letto dove mi rifugiavo quando ero piccola quando  facevo un incubo. Dove mi divertivo a vestirmi e truccarmi e fare finta di essere più grande. Dove sognavo la mia vita, il mio futuro. Cominciarono a bruciarmi gli occhi, era troppo per me tutto questo, rivedere le foto ripercorrere le scale, rivedere le camere non c'è la potevo fare, ma cosa mi era saltato in mente? Una sensazione di nausea percorse il mio corpo, avevo l'esigenza di uscire di stare all'area aperta.
Erano circa le sette di sera quando chiusi la porta di casa, nonna stava riposando quindi gli lasciai un biglietto con scritto "ho bisogno di aria, esco." Cominciai a camminare per il marciapiede non c'era nessuno, per mia fortuna, quando mi ritrovai ad un incrocio: uno portava verso il centro l'altro verso un parco, dove mi portava sempre papà, era il nostro luogo magico. Decisi di obiettare per il parco anche perché non mi andava di incontrare gente, girai a sinistra ed eccolo, così imponente, verde e così... MAGICO; mi uscì dalla bocca senza volere. All'improvviso mi ricordai dell'albero. Era una quercia, dove io e Peter avevamo inciso le nostre iniziali, cominciai a cercarlo, non mi ricordavo che fosse così grande il parco è sopratutto così ricco di alberi. Alla fine quando stavo per arrendermi, lo trovai. Mi sedetti e cercai immediatamente l'incisione, era un cuore con scritto "Noi siamo infinito". L'avevo incisa con Peter qualche anno fa. Peter era il mio ragazzo. Il tipico ragazzo perfettino. Lo avevo amato tanto, era stato il mio primo e unico ragazzo fino ad adesso. Ci eravamo conosciuti alle elementari e messi insieme alle medie. Proprio quando mi stavo perdendo nei pensieri e nei ricordi mi squillò il telefono, "numero privato", risposi. 《PRONTO?...WENDY??》 《Sì, chi è?》spostai la cornetta per l'urlo dato. 《Come chi sono? Non ti ricordi la mia fantastica voce?》《Mmh...》《SONO JOANNA》 rimasi per qualche minuto in silenzio il tempo per elaborare; 《JOANNA!!!》《Ecco, sono felice di sentirti ci dobbiamo assolutamente vedere, è passato tantissimo tempo ti devo aggiornare su parecchie cose》 《Eh infatti, anche per me è un piacere risentirti》《Non vedo l'ora di vederti, domani vieni a scuola?》《Penso di si》 《Bene allora ti rivedrò lì, alle otto e mezza davanti il cancello. Mi raccomando》.Risi mi ricordai la mania della puntualità di Joanna, che si arrabbiava sempre quando arrivavo in ritardo, non sono mai stata una ragazza puntuale. 《D'accordo allora a domani》 riagganciai e mi riposai per qualche oretta ascoltando musica e dormendo. Dopo quando mi sentì pronta per rientrare in casa, mi alzai e cominciai a incamminarmi.

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