Finzione

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4 settembre 2021 – 2: 06 A.M.

Grace aprì gli occhi lentamente e non riconobbe la sua stanza. Si trovava rinchiusa in quattro mura bianche, stesa un letto ampio, avvolta da delle lenzuola morbide e profumate. Lei, però, era intorpidita, con una gamba ingessata ed un occhio nero che ancora pulsava. Non ricordava niente delle ore precedenti, solamente alcune urla, voci indecifrabili.

<Cara, finalmente sei sveglia, come ti senti?> sussurrò sua madre dolcemente

<Io...> iniziò a dire Grace con la voce spezzata prima di sentire un forte dolore alla testa e un fischio nelle orecchie. Poi vide solamente il buio.

Immagini confuse e terrorizzanti si facevano strada nella sua mente...erano ricordi che riaffioravano...

<NON FATEGLI DEL MALE, VI PREGO!> urlò quella che riconobbe essere la sua voce

<LASCIATELO! PER FAVORE!> esclamò prima di ricevere una gomitata nella pancia

<Taci> una voce profonda, paurosa, cattiva, la minacciò.

<Lasciate andare le mie sorelle, prendete me> Oliver, la sua voce era forte e chiara

<OLIVER!!> urlò Grace.

La sua voce si fece sempre più lontana

<OLIVER!!> sempre più lontana

<OLIVER!!> fino a sentire solo il silenzio che riempiva la stanza bianca dove si era svegliata.

18 settembre 2021 – 7:03 A.M.

La sveglia risuonò nelle orecchie di Grace che, assonnata ma decisa a svegliarsi, scese dal letto.

Non era stata una notte semplice. Aveva avuto molti incubi che interrompevano il suo sonno continuamente.

Con la sua gamba finalmente libera, potette dirigersi il più in fretta possibile in bagno, per darsi una rinfrescata.

Appena uscita, in accappatoio, si vestì da perfetta ragazza della porta accanto, come le era solito fare per nascondere le sue imperfezioni caratteriali.

Lei fingeva, in fondo era una dote di famiglia...

Nessuno, a parte Oliver, la conosceva per quello che era.

Grace si mostrava felice, gentile, studiosa, amabile e amata.

Ma lei era in realtà ferita, irritabile, infelice e, anche se amata da chiunque, "chiunque" per lei era "nessuno".

La sua anima era a metà, un pezzo di essa era volato via poche settimane prima.

Infilò un paio di jeans neri a vita alta, che evidenziavano le sue curve perfettamente delineate e scolpite dal costante allenamento a cui si sottoponeva.

La piccola vita della ragazza era leggermente scoperta dato che indossava una camicetta bianca semplice, leggermente corta.

Le sue scarpe, delle converse bianche con dei dettagli neri etnici cuciti a mano dalla sua sarta di fiducia, spiccavano, erano un pezzo unico, di certo non passavano inosservate.

Gli orecchini in oro bianco luccicavano in sintonia con la collana e i bracciali.

Grace legò i suoi lunghi capelli castani in una coda alta e tirata, li pettinò rendendoli perfettamente lisci e infine si truccò leggermente cercando di far risaltare quegli occhi, a sua detta, "poco particolari".

In verità, gli occhi della mora erano tutt'altro che poco particolari.

Erano di un castano molto intenso, con delle striature verde scuro, chiunque ci si sarebbe perso dentro.

Afferrò lo zaino e scese le scale per fare colazione.

Trovò i suoi genitori a tavola, come al solito sorridenti e compiaciuti.

<Buongiorno> mormorò la ragazza attirando la loro attenzione

<Tesoro, pronta per il primo giorno di scuola?> chiese suo padre più apprensivo del solito. Grace sapeva cosa volesse intendere, perciò tagliò corto...

<Se per pronta intendi che le mie capacità di fingere sono ancora eccellenti, nonostante il periodo poco stimolante, sì sono pronta> rispose Grace con un sorriso beffardo in volto lasciando i suoi genitori di stucco

<Che c'è? Sono sicura che ti stessi preoccupando solamente del fatto che potrei nominare Oliver a scuola, o potrei addirittura piangere, o arrabbiarmi...mai sia> continuò alzando le mani.

<Grace noi ci preoccupiamo semplicemente per te. Sappiamo che ti manca Oliver e non vogliamo che tu ti senta...> provò a dire la madre

<Risparmiami la solita tiritera, mamma...non sono in vena di replicare> la interruppe

<Hai cominciato tu> il padre cominciò ad agitarsi.

Subito sua moglie cercò il placarlo cingendogli il braccio

<Non voglio litigare stamattina> disse mentre stringeva il braccio del marito.

<Ora è meglio che vada o farò tardi> disse Grace per poi prendere velocemente un toast e uscire di fretta. La giornata era iniziata nel peggiore dei modi.

Salì sulla sua moto nuova di zecca per poi dirigersi a scuola.

Appena arrivò, il suo bisogno di fingere di essere perfettamente in pace con se stessa cominciò a farsi sentire.

Finzione...la definizione della sua vita...

Dopo aver sistemato il suo armadietto la mora si incamminò verso la sua classe a passo sicuro, come se niente la affliggesse.

Finzione...

Si sedette in uno dei pochi banchi rimasti vuoti.

Accanto a lei c'era un ragazzo, a giudicare dal modo in cui era vestito, abbastanza strambo. Le rivolse la parola <Ciao, sono Cole> sorrise

<Grace> ricambiò il sorriso con la sua solita espressione accomodante

Finzione...

Le lezioni cominciarono e Grace cercò in tutti i modi di mostrarsi gioiosa ma, in cuor suo sapeva che ancora le mancava quel pezzo di se che non poteva tornare, sapeva di non poter essere se stessa come lo era con suo fratello, sapeva che nessuno l'avrebbe mai davvero conosciuta...perché in fondo anche a lei stava bene...Grace Miller era una finzione.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 03, 2021 ⏰

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