Stelle Cadenti

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Chifuyu si trovava sul balcone di casa sua, seduto su una sedia, ad osservare il cielo notturno di inizio estate.

Il venticello fresco di quella notte si insinuava tra i capelli tinti di biondo del giovane, dandogli una forma irregolare e per niente ordinata.

Il ragazzo sorrise leggermente: visto dagli occhi di qualcun altro, doveva essere davvero buffo.

D'un tratto, Chifuyu sentì qualcuno che gli stava poggiando qualcosa sulle spalle.

Sussultò e girò di poco la testa per vedere chi ci fosse dietro di lui: fu allora che incontrò le iridi scure del suo coinquilino.

«Cosa ci fai ancora sveglio?» domandò quest'ultimo.

«Potrei farti la stessa domanda, Baji».

«Non ti ho visto a letto e mi sono preoccupato» rispose il ragazzo rivolgendo lo sguardo altrove «fa freddo, dovresti coprirti».

Solo ora Chifuyu notò che quello che aveva addosso era la giacca di Baji. Prese i lembi della giacca e si strinse nelle spalle, immaginando che al posto dell'indumento ci fosse Baji ad abbracciarlo.

«Scusami» sussurrò «volevo vedere le stelle cadenti».

«Immaginavo» disse Baji prendendo un'altra sedia per sedersi vicino al ragazzo.

Quest'ultimo alzò gli occhi verso il cielo e osservò le stelle che, quella notte, facevano da padroni nell'immensa distesa di blu.

«Lo sai, si dice che quando vedi una stella cadente se esprimi un desiderio quello si avvererà».

«Impossibile» constatò Baji «la magia, purtroppo, non esiste».

Il biondo spostò il suo sguardo dal cielo al coinquilino, inclinando la testa di lato.

«Tu dici?» chiese.

Baji annuì.

«Prima ci credevo anch'io e ho espresso il mio desiderio, ma non si è avverato del tutto» disse il ragazzo «ho smesso di crederci per questo».

«Beh, però per metà sì. È già un passo avanti, no? Cosa avevi desiderato?».

«Non te lo dico».

A quella risposta, Chifuyu mise il finto broncio.

«Antipatico».

Baji ridacchiò per poi concentrarsi sul coinquilino, che iniziò a parlare:

«Però, non pensi che sia una cosa bellissima?».

«Cosa?».

«Il fatto che una semplice stella, così lontana da noi, possa dare un barlume di speranza alla realizzazione dei nostri desideri».

Il più grande schiuse le labbra, non sapendo come controbattere, e diede uno sguardo al biondo: aveva gli occhi puntati verso il cielo e un enorme sorriso dipinto in volto.

Chifuyu non era quel tipo di persona che faceva discorsi seri, o almeno, questo quando era in pubblico: in quei momenti la sua 'versione' era quella del ragazzo solare e positivo, che metteva tutti di buon umore.

Invece, mentre era solo in compagnia di Baji, riusciva ad essere realmente se stesso.

Questo perché Baji non lo giudicava.

Non giudicava nessuno, in realtà.

Questo suo lato, a Chifuyu piaceva da morire.

«Posso farti una domanda?» chiese Baji.

«Dimmi pure».

«Se tu potessi esprimere un desiderio che si avvererà per certo, cosa chiederesti?».

Quella domanda spiazzò per un attimo Chifuyu, il quale dovette pensarci un po' su prima di dare una risposta.

«Vorrei che la Toman restasse unita per l'eternità».

Baji ridacchiò.

«Cosa c'è di tanto divertente?» chiese il biondo facendo una smorfia.

«Niente, solo che era un desiderio prevedibile» disse il ragazzo «la Toman ti sta davvero a cuore».

Chifuyu annuì energicamente, il sorriso che si faceva sempre più largo sul suo viso.

«E tu?» domandò poi il più piccolo «cosa chiederesti?».

Baji fece finta di pensarci su, anche se in realtà sapeva benissimo cosa voleva.

«Un bacio dalla persona che amo».

«Uhhh, non ti facevo così romantico» lo prese in giro Chifuyu.

Il corvino tirò un buffetto al ragazzo al suo fianco, e lui gliene tirò uno a sua volta.

Erano questi i momenti che, sia per Chifuyu che per Baji, valevano come oro.

I due ragazzi cercavano sempre dei ritagli di tempo per stare insieme, perché le occasioni simili a quella notte erano poche, e perché si sapeva, quando si era in compagnia di quella persona tutto il resto sembra non contare più.

Perché il tempo scorre, inesorabilmente, senza curarsi delle persone.

Perché con quei piccoli frammenti di tempo Baji e Chifuyu stavano, lentamente, costruendo il puzzle della loro umile vita.

Perché, senza neanche rendersene conto, erano diventati quasi dipendenti l'uno dall'altro: se Chifuyu non c'era Baji si preoccupava e cominciava a tamburellare nervosamente il dito su una qualsiasi superficie piatta.
Se Baji tornava a casa più tardi del solito Chifuyu restava sveglio per aspettarlo, perché non riusciva proprio a dormire senza avere accanto il tepore caldo del corpo del corvino.

«Se volevi baciarmi potevi farlo tranquillamente, stupido» disse Chifuyu avvicinandosi al volto dell'altro, facendo sfiorare i loro nasi.

Poi, poggiò le labbra su quelle di Baji.

«Contento?» chiese, un leggero rossore copriva le sue gote, ma era troppo buio affinché il corvino potesse vederlo.

«Molto» Baji sorrise, e prese per la vita il proprio ragazzo, avvicinandolo ancora di più a sé.

Chifuyu poggiò la testa sulla spalla del più grande, mentre quest'ultimo gli accarezzava dolcemente i ciuffi tinti di biondo.

«Sai, se cadesse un'altra stella probabilmente esprimerei lo stesso desiderio di cui ti parlavo prima» esordì d'un tratto Baji.

«Davvero? Quale?» domandò Chifuyu, ormai sul punto di dormire.

«Chiederei di passare il resto della mia vita con te».

A quelle parole il più piccolo sorrise, senza dire nulla. Mentre si addormentava, Chifuyu sentì le dita di Baji intrecciarsi con le sue.

E, in quello stesso momento, nel cielo, sopra le teste dei ragazzi cadde un'altra stella, questa volta più luminosa delle altre.

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𝐒𝐭𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐂𝐚𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢 || 𝗕ᴀᴊɪғᴜʏᴜ ᴏɴᴇ-sʜᴏᴛDove le storie prendono vita. Scoprilo ora