WANDERLUST*

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WANDERLUST

Alla Hertz dell'aeroporto di Aqaba mi chiesero di tutto: prenotazione noleggio auto, patente internazionale, patente italiana, passaporto e assicurazione prepagata. Poi, non contenti, cercarono di imporre anche un'assicurazione locale, un balzello praticamente. Ma dopo una telefonata a Europ Assistance, declinai l'offerta con un sorriso e un ringraziamento.

Pochi minuti più tardi lasciavo Aqaba alla guida di un Landrover, non nuovissimo, ma apparentemente in buone condizioni.

Ero solo, finalmente. E il Wadi Rum era vicino.

Sono sempre stato un amante dei viaggi, ma la Giordania era finora rimasta una meta inesplorata.

Avevo deciso per lo spettacolare deserto del Wadi Rum dopo avere visto in TV il film "Il marziano", in cui l'astronauta Matt Damon viene dimenticato su Marte perché creduto morto. E le scene che si svolgono nel pianeta rosso sono state girate nel più famoso deserto del Medio Oriente.

Era Novembre, bassa stagione, per cui non avevo ritenuto opportuno prenotare un posto dove dormire. Sapevo che tende e igloo trasformati in hotel erano disponibili dovunque nel Wadi Rum.

Infatti ne trovai uno per me perfetto: lontano dalla strada principale che da Aqaba conduce a Petra e ad Amman, al riparo dal sole, che anche a Novembre "picchia", grazie a una serie di alture rocciose di colore rossastro. Avevo un letto a due piazze tutto per me, un grande bagno con doccia e una vista spettacolare.

Per la prima volta da un paio di settimane riuscii a dormire discretamente, anche se ci fu l'immancabile risveglio alle cinque del mattino. Ne approfittai per uscire a fotografare un'alba mai vista.

***

Otto giorni prima...

«Allora, a cosa devo questa convocazione?»

Ero seduto davanti alla scrivania del mio vecchio amico Maurizio, ex ufficiale del SISDI, in pensione, che aveva messo a frutto le sue esperienze spionistiche per mettere su un'agenzia investigativa. In breve la sua attività era decollata alla grande e il suo faccione con aria vagamente inquisitiva spiccava sui cartelloni pubblicitari sparsi ovunque a Roma.

«Non ti ricordi di ciò che mi hai chiesto a Giugno, al barbecue del circolo?», rispose lui, guardandomi con aria sorniona.

«Ah, già. Di monitorare un po' le attività di Francesca».

Mia moglie Francesca, quarantacinquenne di bella presenza, oltre al suo lavoro da agente immobiliare aveva nella sua agenda piscina, palestra e ultimamente anche l'analista. «Mi serve a ritrovare me stessa», mi aveva detto qualche mese prima, quando aveva deciso di iniziare le sedute due volte la settimana da uno junghiano consigliato da un'amica.

«Mi sa che te n'eri dimenticato; o no?»

«No. Ma nei mesi estivi Francesca è stata con me molto più del solito e devo dire che le cose fra di noi vanno bene».

«Se fosse andato tutto bene, come dici tu, ti avrei fatto una telefonata. Invece ho cattive notizie».

Un brivido freddo mi salì lungo la schiena per arrivare alla nuca. Odiavo gli imprevisti e diventavo subito ansioso, quando si presentavano.

«Okay, dimmi tutto».

«Francesca ha un amante. E neppure ti immagini chi è...»

Maurizio dava l'aria di divertirsi.

«Dai, non mi tenere sulle spine».

«Massimo Marchetti».

«No, non è possibile».

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