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Capitolo 5.
Due Mia differenti.

"Jorginho provava a capirla, ma era quasi impossibile. Distaccata e poi subito dopo passionale, per poi tornare nuovamente distaccata... era un mistero anche per il più bravo dei mentalisti."

Jorginho

Metto le braccia dietro la testa, per sollevarmi un po' e poter osservare Mia che si sta rivestendo. È sexy anche mentre si infila i pantaloni con aria seria, questa ragazza mi farà completamente uscire di testa.

In questo momento vorrei solo che tornasse nel letto e che riniziassimo tutto da capo. Tra le lenzuola abbiamo un'intesa unica e questa cosa non riesco a levarmela dalla mente. "Devi proprio andare, Mia?"

Trasalisce leggermente, come se fosse talmente assorta nei suoi pensieri da non ricordarsi di non essere sola nel mondo. Si aggancia il reggiseno nero e di pizzo e si volta verso di me, annuendo alla mia domanda. "Devo e pure tu. Gli altri non ci metteranno molto a fare due più due. Tu che non sei rientrato in spogliatoio e io che ho lasciato le attrezzature da lavoro nella panchina, facile risultato"

Mi mordo il labbro inferiore e ridacchio davanti alle sue paranoie. In questo momento dovrebbe essere rilassata e invece non lo è nemmeno ora. "Sai che me ne frega."

"Non voglio si sappia." mi ricorda, facendomi storcere il naso e alzare gli occhi al cielo. Non ne capisco il motivo, continua a darmi motivi che per me non hanno valore. Sembrano solo tutte scuse.

"Come ti pare." alzo gli occhi al cielo e poi mi alzo agevolmente dal letto, raggiungendola. Sono consapevole dell'effetto che le faccio quando le sono vicino, e ancora più consapevole dell'effetto che le faccio quando le sono vicino e mezzo nudo. Spero di farla cedere un'altra volta, e magari un'altra volta ancora dopo... "Allora potremmo stare qua finché tutti saranno andati via."

"Ho da fare, Jorginho, non posso rimanere tutto il tempo a letto con te." sembra essere tornata fredda e distaccata come dopo che l'abbiamo fatto a casa sua, ma non faccio commenti a tal proposito e non do voce ai miei pensieri. Porto la mia mano sul suo fianco destro e con l'indice traccio il profilo del suo corpo, fino ad arrivare al viso. Ora le accarezzo le labbra, mentre mi mordo le mie e mi avvicino maggiormente a lei.

D'istinto porta una mano sul mio petto e vedo i suoi occhi azzurri esprimere tutto il desiderio che prova per me. La voglio sempre di più, non ne ho mai abbastanza di lei.

"Peccato, sarà per la prossima volta allora." le schiaccio un occhiolino e poi la bacio, con impeto, come per salutarla e darle un ulteriore promemoria di ciò che accade quando siamo insieme. Lei ricambia immediatamente, allo stesso modo, e per un secondo penso che abbia intenzione di spogliarsi nuovamente, ma poi si stacca e abbassa leggermente il capo.

"Devo andare davvero, ora." indossa la maglia che giace ai piedi del letto e si pettina frettolosamente guardandosi allo specchio. Mi lancia un'ultima occhiata e poi esce frettolosamente dalla stanza, senza aggiungere altro.

Sbuffo frustrato dalla situazione e dal fatto che non riesco a decifrarla completamente, a capirla fino in fondo. Riesco a sentire il desiderio che scorre in lei, ma non riesco a leggerle la mente e capire cosa la blocca, non riesco a capire cosa abbia pensato ora che è andata via così di fretta. Davvero non ce la faccio, è troppo enigmatica e non è nemmeno sincera al cento per cento, ne sono certo.

Mi siedo sul letto e mi passo le mani tra i capelli, in modo nervoso. Almeno stavolta, però, non mi ha detto di essersi pentita, forse questo è un bene.

*****

Non riesco a toglierle gli occhi di dosso. Mentre lei ci scatta le foto, io continuo a girarmi nella sua direzione per cercare di intrecciare il suo sguardo, ma sembra lo eviti di proposito. Sono talmente distratto che l'allenamento di oggi sta andando malissimo e me ne rendo conto io stesso. Il mister mi ha ripreso già più volte, ma non riesco comunque a tornare in me, anche se dovrei visto che settimana prossima ci aspetta la Champions League.

Cosa mi manchi a fare|| JorginhoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora