I love you.

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Harry era seduto da qualche minuto nel bar del Hotel ed era nervoso.
Davanti a sé teneva il suo cellulare.
-Vuole ordinare qualcosa?- gli chiese per l'ennesima volta la cameriera che, quando l'aveva visto entrare nel piccolo locale, si era subito precipitata da lui. "Sicuramente il responsabile avrà detto allo staff di essere sempre disponibili per noi" pensò Harry, scuotendo la testa e regalandogli un sorriso tirato.
-Ok ma se hai bisogno non esitare a chiedere- disse, ricambiando in imbarazzo il sorriso.
Il giovane annuì e poi diete uno sguardo veloce alle sue spalle, fissando fugacemente l'entrata.
Sospirò.
Con le mani che un po' tremavano sbloccò lo schermo del suo telefonino e iniziò a comporre un numero che ormai conosceva a memoria.
Con titubanza fece partire la chiamata e subito dopo accostò l'Iphone all'orecchio.
Suonò libero per circa 10 secondi, secondi che Harry contò, secondi in cui trattenne il fiato, infine sentì la segreteria partire.
Non provò neanche a richiamare, scrollò le spalle e posò l'apparecchio sul bancone lucido e pulito.
-Ehi..- mormorò a voce abbastanza alta da farsi sentire dalla cameriera.
La ragazza si girò di scatto verso di lui con uno straccio in una mano e un bicchiere nell'altra.
-Sì?-
-Penso che ora prenderò un drink- la informò, accasciandosi sullo sgabello in cui era seduto.
La giovane sorrise contenta e appoggiò ciò che aveva in mano dietro di sé.
-Dimmi ciò che vuoi e ti sarà portato- disse raggiante.
-Ti lascio il libero arbitrio, basta che sia qualcosa di forte-

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Quando Louis tornò in Hotel, alle 03:05, era psicologicamente distrutto.
Aveva bisogno di farsi una doccia e, se i pensieri gliel'avessero permesso, anche di una dormita.
La Hall era quasi vuota, a riempirla c'era solo un uomo dietro al bancone della reception.
Louis fece un piccolo cenno di saluto quando gli passò davanti ma non si preoccupò di ricevere la risposta e si diresse a grandi passi verso l'ascensore.
Dentro l'abitacolo in movimento tutta la stanchezza della giornata si fece sentire.
Non aveva bevuto, aveva preferito rimanere sobrio per affrontare ciò che era successo ma non era neanche riuscito a tornare in Hotel, dove sapeva che altra gente l'aspettava per parlare o urlargli contro.
Aveva parlato con Zayn al telefono per quasi due ore. L'amico l'aveva ascoltato mentre si dava del idiota e Louis aveva ascoltato il moro piangere mentre gli raccontava com'erano finite le cose con Perrie.
Poi aveva dovuto sostenere una difficile discussione con Paul, che l'aveva sgridato come un padre fa con il proprio figlio e infine si era trovato senza meta a girovagare per le strade di una città che neanche conosceva.
Con la testa bassa percorse il corridoio che lo portava nella sua camera e quando fu davanti alla stanza 223, tirò fuori la chiave magnetica dalla tasca del giubbotto e l'aprì.
Una volta entrato dentro la camera, con la porta alle spalle chiusa, dovette abituarsi alla semioscurità che lo circondava.
L'unica luce era quella filtrava dall'enorme vetrata di fronte a lui, luce proveniente dai palazzi e i lampioni che circondavano l'edificio e della pallida luna nel cielo.
Quell'atmosfera rifletteva in pieno il suo stato d'animo e a Louis non piaceva, così fece un passo indietro e premette l'interruttore.
Subito si sentì più leggero con la luce calda del lampadario ad illuminare la stanza.
-Louis?- sbadigliò qualcuno.
L'interpellato sobbalzò e si girò nella direzione da cui proveniva quella voce roca.
Perse un battito quando nel suo letto, sotto le lenzuola, vide Harry.
Il riccio aveva i capelli scompigliati, la fronte aggrottata e gli occhi verdi, stanchi e lucidi, socchiusi.
La persona che Louis aveva cercato di evitare per tutto il tempo era davanti a lui, stanca quasi o, addirittura, più di lui e con il viso di chi ne aveva abbastanza.
-Harry, che ci fai qui?- domandò, cercando un po' di autocontrollo e scrollando le spalle con fare sicuro.
-Volevo parlarti- borbottò, facendosi immediatamente più piccolo nel letto.
-Non potevi aspettare domani?- chiese schietto, evitando il suo sguardo e dandogli le spalle per togliersi la maglia.
Sentì il respiro del più piccolo spezzarsi bruscamente e poi riprendere con irregolarità.
Sapeva l'effetto che gli faceva ma in quel momento non gli importava, voleva solo dormire e non dare spiegazione, per una volta, a nessuno.
-Tecnicamente Lou..- sbadigliò ancora -Oggi è già domani- riflettè il minore con fare distratto.
Louis non rispose, si sbarazzò dei pantaloni e andò alla ricerca del suo pigiama.
Sentiva gli occhi di Harry su di sé, sentiva che stava seguendo ogni sua mossa, come se da un momento all'altro si aspettasse che lui crollasse, che facesse un passo falso ma il maggiore semplicemente lo ignorò e si vestì in assoluta calma.

Almost lover [LARRY OS]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora