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"Drinnn, Drinnn.." 7:15.
La sveglia già suonava e prospettava l'inizio di un'altra giornata di scuola.
Presi tutta la forza che avevo e mi alzai dal letto per preparami.
Non c'è niente di interessante da dire su di me.
Mi chiamo Emily, ho 16 anni, ho una carnagione chiara, una corporatura normale, capelli biondo scuro e occhi azzurri; non sono una di quelle ragazze depresse e solitarie ma nemmeno una tra le più popolari. Mi reputo una ragazza normale. Posso essere dolce con tutti, sono una ragazza aperta e socievole, ma a volte posso farmi odiare nel giro di pochi minuti.
La mia vita non era poi così male, avevo degli amici sinceri che mi volevano veramente bene e una bella famiglia, forse, l'unica cosa che mancava nella mia vita era l'amore.
Ormai da un pò amavo un ragazzo che però non ricambiava e diciamo che sotto questo punto di vista vedevo tutti i miei sogni realizzarsi nella vita di qualcun altro. Aspettavo solo quello giusto per essere davvero felice.
Entrai in classe e Vittoria, la mia migliore amica, mi saltò subito al collo.
Vittoria era una ragazza molto bella, aveva lunghi riccioli castani, una corporatura normale e degli occhi verdi, anche lei, come me, era una ragazza normale, era molto dolce, gentile con tutti e affettuosa. Non potevo desiderare un'amica migliore di lei.
Sapeva tutto di me, come io sapevo tutto di lei e insieme combinavamo le più grosse pazzie e facevamo le più grandi figure di merda.
Dopo essermi seduta al mio posto entrò in classe Giorgio, il mio migliore amico, Giorgio era un secchione, ma era il mio secchione preferito, aveva i capelli e gli occhi scuri, una carnagione olivastra e a volte era simpatico, a volte perchè lui provava a fare delle battute ma risultavano sempre una più squallida dell'altra... Però dai, in fondo era simpatico.
Io, Giorgio e Vittoria eravamo un trio inseparabile, facevamo tutto insieme e non ci staccavamo mai. Naturalmente, tutti e tre felicemente single, però felici.
Prima ora: storia. Noia.
La nostra prof. di storia era una signora giovane. Sui 45 circa. Era un po' pazza e certe volte sembrava che noi alunni ne sapevamo più di lei. Infatti la maggior parte delle volte eravamo noi a correggerla e non lei. Si, sembra una cosa molto strana, ma vabbè. Ormai ci siamo tutti abituati.
Seconda e terza ora: latino. Noia parte 2. Due ore di latino con l'altra professoressa pazza. Si, sono tutti pazzi in questa scuola, ma secondo me le professoresse sono diventate così col tempo, insegnare a tutti questi ragazzi nella vita, tutti i giorni, 5-6 ore. È davvero stressante. Magari diventerei anch'io pazza.
La prof. di latino era circa sui 60. Nonostante fosse pazza tutti noi le volevamo bene, non metteva mai voti troppo bassi e arrivavamo tutti alla sufficienza a fine anno. Mi veniva persino difficile pensare che lei avesse mai bocciato un alunno nella sua vita. Queste due ore passarono tra spiegazioni di miti e leggende varie su Roma e i popoli antichi. Ascoltai con piacere, mi piacevano queste cose.
Finalmente però alle 11:10 suonò la campanella.
Ricreazione!
La ricreazione era il momento che più amavo, potevamo parlare, ridere, girare, senza che nessuno ci richiamasse o dicesse nulla. Il mio momento preferito.
Parlavo tranquillamente con Giorgio ma per sbaglio andai a sbattere contro qualcuno e caddi a terra, cazzo, mi faceva male la caviglia, avevo preso sicuramente una storta.
Alzai lo sguardo verso il ragazzo con cui ero andata a sbattere e vidi degli occhi grandi, verdi e bellissimi.
Non potevo nemmeno distogliere lo sguardo da quegli occhi. Dio, i più belli che abbia mai visto. Ad un tratto sentii una voce richiamarmi, era quel ragazzo: "Ehi, ehi, scusa, stai bene?"
Lo guardai meglio e capii.. Quel ragazzo non era un ragazzo qualsiasi, era Michele, era uno tra i ragazzi più popolari e belli della scuola. Era alto e muscoloso, aveva i capelli castano/dorato e gli occhi verde chiaro. Oh Dio, che figura di merda.
Ritornai alla realtà e risposi "ehm.. Diciamo.. La caviglia, penso si sia slogata..", "okay, ti porto in infermeria.", "no, tranquillo. C'è il mio.." Mi voltai verso Giorgio ma non c'era più. Tutte a me capitavano.
Mi guardò con sguardo perplesso e continuai "..niente.", "va bene, andiamo, tieniti." Mi prese e appoggiai un mio braccio sulla sua spalla mentre lui mi cinse la vita con l'altro. Non smettevo di guardarlo mentre lui si scusava un altro miliardo di volte e io lo tranquillizavo che non era successo niente.. era così.. Dolce.
Ma comunque, sapevo che mi stava aiutando solo perchè mi era venuto a sbattere e si sentiva in "colpa".
Insomma il ragazzo più popolare e bello della scuola poteva mai interessarsi a una come me.
Per fortuna alla caviglia non era successo niente, era solo una piccola storta.

ANGOLO AUTRICE:
Ragazzi, scusate se la storia è un po' corta e magari c'è qualche errore.
È la mia prima storia, abbiate pietà. ❤️
Un bacio💕

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