L'allenamento verso la selezione finale

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In questi giorni io e Tanjiro ci allenarmi duramente.

Mentre Tanjiro scendeva la montagna di mattina, io con il Sensei mi esercitavo in quella che si chiama "respirazione dell'acqua".
Per diventare un ammazzademoni bisogna superare una selezione che si tiene ogni anno sul monte Fujikasaneyaka, e sarà il Sensei a decidere se Tanjiro ci potrà andare o no. Dico solo per Tanjiro perché io non voglio diventare un ammazzademoni. Ho brutte esperienze, e meno ne ho a che fare meglio è con loro. E poi ho detto che avrei protetto Nezuko e Tanjiro,  e non mi servirà essere un ammazzademoni,  userò mia stregoneria del sangue demoniaco.
Così mentre Tanjiro risaliva la montagna per poi scenderla, io mi allenai con il maetro nella respirazione dell'acqua, nel combattimento corpo a corpo e preparai poi il pranzo.
Andai a vedere come stesse Nezuko. Da quando siamo giunti in questa capanna non ha fatto altro che dormire. Controllai pure se stesse respirando, nel dubbio che fosse morta. Forse era un suo modo per riacquistare energia. Appena arrivò Tanjiro dalla montagna, ci demmo il cambio e salii la montagna. Ogni volta diventava sempre più difficile scendere, le trappole diventavano più difficili da superare e più infidi, erano messe dove meno te lo aspettavi. Iniziai pure ad utilizzare di meno la mia stregoneria del sangue demoniaco; purtroppo non potevo usarla sempre perché sennò sarei morta, quindi decisi di superare la prova della montagna con le mie sole forze. Ogni giorno diventava più difficile, ma non impossibile, dopotutto, sono nata da una nobile famiglia di shinobi. Appena tornai a valle, vidi che Tanjiro si stava allenando con il sensei con la katana. Era proprio maldestro. Appena il maestro mi vide mi disse di allenarmi con Tanjiro. A quell'affermazione, Tanji sbiancò e fece una faccia troppo buffa

Ridacchiai, promettendogli che mi sarei contenuta finché non sarebbe diventato più bravo

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Ridacchiai, promettendogli che mi sarei contenuta finché non sarebbe diventato più bravo. Iniziammo a combattere. Era molto impacciato, così gli insegnai qualche tecnica. A fine giornata rientremmo a casa e mangiammo. Vidi poi Tanjiro scrivere qualcosa, e curiosa gli chiesi cosa stesse scrivendo. Mi disse che stava scrivendo un diario per Nezuko. Lo lasciai allora concentrarsi e andai a dormire. Le giornate andarono così per un anno intero, finché il sensei non ci porto davanti a due giganteschi massi. "Non ho più niente da insegnarvi. Se riuscirete a tagliare questi massi potrete partecipare alla selezione finale" detto ciò ci lasciò d'avanti a questi massi, con le katane che ci ha prestato. Provammo in tutti i modi di tagliere quei massi ma sembrava impossibile. Mi stavo seccando. Andammo avanti così per altri sei mesi, ci allenava su quello.che ci aveva insegnato Urokodaki-san, ma ancora non riuscivamo a tagliare quella roccia.

Un giorno mentre provavamo a tagliere Bob e Gerald (così avevo chiamato quei massi, sennò avrei dovuto chiamarle "rocce di merda") Tanjiro diede una zuccata fortissima alla roccia. "DEVO METTERCI PIÙ IMPEGNO!!!!" urlò  esasperato. "Quanto chiasso" disse uno sconosciuto apparso non so dove seduto sul masso di Tanjiro. "Un uomo non dovrebbe strillare" e questo chi è?  "Sei indegno" da quanto tempo è lì sopra? "Qualunque dolore tu possa provare, taci e sopporta" ahhhh ho capito, è il tipico ropi balle che va a dire "perle di saggezza". Che seccatura. Scommetto che è pure maschilista. "Fallo se sei un uomo..." eccalà.  Che v'ho detto? Il maschilista con la maschera da volpe scese dal masso saltando. "...se sei nato come uomo" disse attaccando Tanjiro. Fortunatamente si rimise in piedi subito, grazie ai mille e passa di modi di rialzarsi che il maestro gli aveva insegnato. "Inesperto, debole, mediocre, uno così non può definirsi uomo" "Cosa fai così all'improvviso?" Chiese Tanjiro all'estraneo. "Tu piuttosto cosa stai facendo?" Rispose con un'altra domanda il maschilista. "Cosa faccio? Mi alleno, no?" Rispose Tanjiro. È senza speranze! Mi diedi una mandata sulla fronte. "Per quando vuoi rimanere col sedere a terra, in quel modo scomposto?" Chiese l'estraneo, facendo così alzare Tanjiro. "Suu, fatti avanti" disse l'estraneo invitandolo Tanjiro con la mano. Mi stava seccando. Mi mossi per fermare quella pagliacciata, quando una bambina mi fermò per il braccio. "Aspetta" mi disse. Mi vennero i brividi. Era ghiacciata, come se fosse morta.
"Ma tu, hai una spada di legno" fece notare Tanjiro.
Lo sconosciuto, come se fosse un pazzo, si mise a ridere. Ok ora mi stavo irritano veramente tanto. "Tanjiro non importa se ha una spada di legno, il sensei ti ha fatto volare un sacco di colte e ti ha atterrato senza il minimo sforzo a mani nude. Non importa se il tuo avversario ha o no un arma forte o non c'è l'ha nemmeno, se è più forte di te ti può battere senza il minimo sforzo" gli dissi per poi aggiungere in modo minaccioso "Quindi vedi di mandare via sto maschilista di merda, prima che lo faccia io" detto ciò il combattimento ebbe inizio. Come avevo predetto, lo sconosciuto era molto più forte di Tanjiro e mise a tappeto subito. "Non hai imparato niente, non hai fatto tuo niente di quello che ti è stato insegnato. La respirazione assoluta. È una tecnica che hai appreso solo come lozione. Il tuo corpo non ha compreso assolutamente nulla. Si può sapere cosa hai fatto per un anno intero? Devi imprimerlo a fondo nella tua carne." Ricominciarono a lottare, ma si vedeva che Tanjiro era allo stremo. Devi imprimerlo a fondo nella tua carne aveva detto il maschilista. Mi avvicinai al mio masso e iniziai ad usare la respirazione assoluta. Intorno a me ogni suono divenne ovattato. Non c'era nient'altro che la mia spada e il masso. Mossi la katana è tagliai il masso. I suoni ripresero a essere chiari, mi girai e vidi Tanjiro steso a terra. "Affido a te il resto" disse il ragazzo alla bambina che avevo incontrato prima. Poi si girò verso di me "E anche a te" mi disse.

Si fece notte fonda quando Tanjiro si riprese. "Come va?" Gli chiesi aiutandolo ad alzarsi. "Hai visto cosa è successo?" Chiese a me e alla ragazzina. "Eh?" "Ha usato un colpo incredibile, e non ha sprecato nessun movimento! Ah è davvero bellissimo!! Voglio anch'io diventate come lui" Disse tutto emozionato. Mi misi a ridere di gusto. "Certo che tu sei strano!" Gli dissi. "Ehhh!? Perchédici così?" Mi chiese scandalizzato. "Perché tu non devi diventare come lui, devi essere più forte di lui." Risposi guardandolo con uno sguardo di sfida. "Dici che c'è la farò?" Mi chiese. "Ne sono certa" gli dissi sorridendogli. "Poi ci siamo noi ad aiutarti" dissi accennando alla ragazzina, che annuì sorridendogli. Vidi Tanjiro arrossire leggermente. "I maschi! Tutti uguali" pensai alzando gli occhi al cielo. "Scusa ma, tu chi sei?" Chiese Tanjiro.  "Sono Makomo, piacere.  Il ragazzo che hai incontrato, invece, si chiama Sahito" disse. Da allora io e Makono aiutammo Tanjiro a perfezionarsi, facendogli notare i suoi difetti, a dirgli come evitare movimenti inutili e come perdere le cattive abitudini.
Non sapemmo mai da dove venisse lei o Sahito, ma capimmo che tenevano entrambi molto a Urokodaki sensei.
"La respirazione della concentrazione aumenta la velocità del sangue e i battiti del cuore, e questo incrementa la temperatura corporea, rendendo forti come demoni rimanendo uomini" ci disse un giorno "in pratica aumenta le capacità dei polmoni, fornendo tanto ossigeno al sangue. Riscalda i muscoli e le ossa, rendono più forti"
Capito. Mi girai verso Tanjiro e notai invece che lui non aveva capito nulla. Sempre il solito. "Ma come farò a riuscirci?" "Provandoci a costo della tua vita" disse Makomo.  Beneeee!
E così fu, per sei, lunghi, mesi. Continuava a perdere contro Sahito.
Un giorno però Sahito aveva una katana al posto della solita spada di legno. "Dopo sei mesi finalmente, il tuo volto sembra quello di un uomo" disse sfoderando la spada. Questa volta dovevo dargli ragione; Tanjiro non sembrava più lo stesso ragazzino di prima. "Questa volta vincerò" affermò sicuro di sé Tanjiro.
Attaccarono. Furono molto veloci, più del solito, e Tanjiro riuscì a colpire Sahito, rompendogli la maschera. Sahito dopo un attimo di stupore, sorrise tristemente a Tanjiro. "Tanjiro, sei stato molto bravo. Non scordarti mai di vincere....anche contro di lui" detto ciò sparirono tutti e due. C'era la nebbia, e appena essa si dissolse vedemmo che Tanjiro era riuscito a tagliare il masso. C'è l'aveva fatta.

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