CAPITOLO 1

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'Ed eccolo qui un'altra volta... Mister Paga sempre cash e lascia una bella mancia... Benvenuto!' pensò Regina Duquesne ed un lieve sorriso le apparve sulle labbra.

Aveva dato un nome all'affascinante sconosciuto dai capelli scuri e dall'aria sofisticata seduto nell'angolo dell'affollato ristorante. Era comparso sei sere su dieci che lei era stata di turno al 'Taj Mahal'.

Sempre educato, qualche volta aveva scambiato due chiacchiere con lei, facendola sentire una persona vera invece che una semplice cameriera quasi invisibile. Nonostante il fatto che in termini di romanticherie il suo cuore fosse più defunto di una statua di marmo, e che fosse assillata dagli ultimi problemi della zia, a quella vista Regina sentì volar via una frazione del peso che le incombeva sulle spalle. Lui le rivolse un cenno e lei si avvicinò.

"Buonasera. Come sta?" gli domandò posando un tovagliolino di carta sul tavolino.

L'uomo esitò un istante prima di alzare le spalle.

"Diciamo che sono stato meglio," ammise infine.

Provò un moto di simpatia. Lo capiva fin troppo bene. Era passato un mese esatto da quando avevano dovuto cedere l'impresa della zia alle banche, e Regina sapeva che, almeno in parte, la colpa era sua.

"Mi dispiace," offrì. "Magari l'atmosfera del locale riuscirà a distrarla. Tra poco si esibirà un bravissimo musicista jazz. Nel frattempo cosa posso portarle da bere?"

"Un Macallan Sherry Oak. 18, non 12."

Sollevando un sopracciglio, accennò col capo.

"Scelta eccellente, sia per rimettere sui giusti binari una brutta giornata sia per celebrare. Vuole anche qualcosa da mangiare?"

"No, grazie. Stasera gli avventori sono piuttosto chiassosi," osservò quindi accennando all'ampio tavolo nel centro del locale. "Dev'essere la neve."

Regina si voltò verso le vetrine.

"Sono stata così occupata, da quando sono arrivata, che non me n'ero accorta. Ho sentito le previsioni, ma è raro che nevichi qui, ad Atlanta. Crede che sarà solo una spolverata?" domandò speranzosa.

Lo sconosciuto scosse il capo.

"Abbiamo già passato questo stadio. In un'ora le strade saranno ricoperte."

"Grandioso..." borbottò lei. "La mia macchina apprezzerà senz'altro il ritorno a casa."

"Che macchina ha?" le chiese l'altro con un riflesso di curiosità negli occhi.

"Una Mini... seconda... o terza... o decima generazione. Preso da qualche mese."

Lui ridacchiò.

"Sempre meglio di una moto..."

"Be'... Dalle sue labbra al motore della mia macchina," replicò divertita. "Le porto subito il suo whisky."

Attese il bicchiere dal barista e avanzò cauta tra la folla, facendo ben attenzione a non versare nemmeno una goccia. Solo un bicchiere costava quasi ottanta dollari. Si chiese quale fosse la causa della sofferenza che aveva intravisto in quegli occhi scuri.

Quell'uomo emanava una sicurezza e una sorta di elettricità dinamica che la trascinava fuori dalla penombra in cui si era ritrovata nell'ultimo mese. Posò il whisky davanti a lui.

"Ecco qui."

Incrociò il suo sguardo, e provò una scintilla sorprendente. Dovette sbattere le palpebre... Da dov'era venuta fuori? Ormai era convinta di essersi persa tutte le opportunità per fare scintille.

COCKTAIL D'AMORE (3° libro sui fratelli St. Vincent)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora