Day 2: Come Sto? (pt. 1)

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Diario di bordo, è un po' di giorni che mi sto ponendo questa domanda:
Come sto?

Il problema?
È che non so rispondermi.
Già, non so se sto bene o se sto male.
Vado a momenti?
Beh sì.

In un momento sorrido veramente e in un altro momento continuo a sorridere quando vorrei solo scoppiare a piangere...
solo che non lo faccio, per non farmi vedere.
Mi nascondo.
E non è normale.

Non saper come stai, è così brutto.
Non ti puoi consolare, non puoi trovare qualcosa che ti tiri su di morale perché non sai qual è il problema.
O forse sì?

I problemi sono così tanti e le soluzioni sono poche.
O forse non ce ne sono per niente.
E tu continui a non capire che cos'hai.
E io continuo a non capire come sto.

Anche oggi sono qui seduta sul mio letto, completamente persa nel vuoto, che scrivo, per provare a tirare su il mio morale che, non so per quale ragione, è giù.

Prendo il telefono e scrivo.
Lo poso e per un attimo torno a fare ciò che stavo facendo prima.
Mi blocco.
Mi perdo.
Mi chiedo: cosa c'è che non va?
Riprendo il telefono e scrivo.
Mi scende una lacrima ma non so perché.
Non so niente di tutto ciò.

Definirei questi momenti come quelli di completa assenza con sé stessi.
Non ci sono in questo momento tanto che non so come aiutarmi.
Non riesco ad aiutarmi perché non ci sono.

Ed è qui che capisco che ho bisogno di spengere tutto quanto.
Perché la mia mente, il mio corpo, la mia anima, non sono presenti.
È come se fossero altrove, anche se in realtà sono sempre lì.
So che avrebbero solo bisogno di riposarsi.
Ecco perché non so come sto.

Staccate.
Staccate da tutto.
Non fatevi del male.

Molte volte mi sono ritrovata a piangere per niente.

Io credo che una causa ad avermi completamente devastata è stata proprio la vita scolastica.
La vita in tempi di pandemia mi aveva completamente distrutta e non sapevo cosa fare.
Ero sempre chiusa in camera mia dalla mattina alle 08.00 alla sera alle 23.00, a volte anche dopo la mezzanotte, con la testa sui libri. Uscivo solo per pranzare e poi tornavo subito in camera.
Non vedevo quasi più i miei genitori che mi dicevano di smettere, che non potevo andare avanti così.
Mi dicevano di staccare per una volta e fregarmene, di respirare un po', ma non riuscivo a non portare avanti il mio dovere.

Arrivata l'estate ho trovato di nuovo la luce, di nuovo me.
Nonostante non sia sempre andato tutto bene, ho ritrovato il sorriso vero, sincero.
Stavo di nuovo bene.

E ora?
Perché ora sto di nuovo male?
La scuola è ricominciata in presenza, ma perché torno a stare male?

Non lo so, ma so solo che ho di nuovo un enorme bisogno di staccare.

Ho bisogno di prendermi e portarmi in mezzo alla libertà per un attimo.
Perché tutto, qui, è un disastro.

E allora vi ripeto:
Staccate.
Staccate da tutto.
Non stiate male.

Perché è importante lavorare, fare il proprio dovere per il proprio futuro, ma tutto ciò serve per costruirsi un futuro che ti permetta di vivere serenamente e con salute.
Ma così...
Così non è salutare, per niente.
Portate avanti il vostro lavoro ma se ne necessitate:
Staccate.
Staccate da tutto.
Non lasciate che vi facciano del male.

Perché ne va della vostra salute fisica e molte volte, purtroppo, quella mentale.

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