Vi starete chiedendo cari lettori come abbia scelto il titolo per questo primo capitolo; se non è così evitate pure di proseguire nella lettura e sloggiate alla svelta dal mio mondo fantastico.
Per voi che avete saggiamente deciso di continuare, dovete sapere che in qualunque fiaba si racconti di gnomi, perché è di questi che si parlerà, si debba per forza di cose inserire un albero saggio. È per l'appunto all'ombra di quest'ultimo che riposava ad occhi chiusi il giovane gnomo Phil, adagiato contro il duro quanto antico tronco.
Le radici dell'immobile abitante del bosco avvolgevano il suolo, formando spirali legnose sopra e sotto terra e rendendo parte della naturale costruzione colline e vallette ad esse vicine. Minuscoli laghetti di acqua verde ed oro, illuminati dalla luce dell'ora che precede il tramonto e coperti dalle innumerevoli ninfee, punteggiavano la terra scura. L'albero saggio restava lì, immobile, se non per la chioma raramente mossa dalle fresche brezze primaverili.
Tutti i piccoli abitanti del paese di Bosco Fresco amavano la primavera (seconda solo all'autunno e ai suoi colori caldi e accoglienti), il miglior momento per sentire con naso i profumi dei fiori che il vento trasportava e, con orecchie il canto di passeri, upupe, linci, ranocchi, usignoli e qualunque altro essere strisciante, quadrupede o volante che emettesse un suono in grado di essere sentito.
Con l'avanzare dell'ora ed il calare del sole il viso dello gnomo era parzialmente illuminato, poiché qualche raggio riusciva a penetrare le fitte fronde dell'albero saggio, tuttavia Phil non si svegliò.
Ci è dunque concesso qualche altro momento, così che io possa brevemente parlarvi del piccolo paese di Bosco Fresco e delle abitudini del suo ancor più piccolo popolo.
Gnomi, sono loro i protagonisti della mia storia, piccoli omuncoli allegri ma paurosi, curiosi ma prudenti, generosi ma vendicativi, gentili e dispettosi allo stesso tempo. Un insieme di caratteri opposti che colora la personalità di ognuno di loro rendendole creature del tutto imprevedibili.
Dovrei forse cominciare descrivendovi particolari quali la battaglia dei 4 popoli, la fuga del grande gnomo o della famosissima cacciata dei procioni masticatori della quale ogni gnomo esistente conosce la storia; rimanderò i racconti del passato concentrandomi solo su ciò che è attuale.
Devo innanzitutto rispondere alla fatidica domanda: chi o cos'è uno gnomo? Si tratta di una creatura con sembianze umane, solo molto più piccola, all'incirca le dimensioni di una castagna. Gli gnomi maschi fin da bambini, possiedono una lunga barba che cresce fino all'età adulta, censita dal cambiamento di colore dei peli.. Da biondo dorato, bruno corteccia, rosso rame o nero notte al bianco argentato. Gli gnomi adulti o anziani vengono dunque riconosciuti per il colore e la lunghezza delle loro barbe, non certo da rughe o cambiamenti prettamente umani. Dovete infatti sapere che dalla nascita all'ultimo sospiro di vita, i corpi degli gnomi o gnomole non vengono minimamente scolpiti dall'età.
Crescendo annualmente di qualche millimetro giovani e vecchi mostrano assai poche differenze.
Come agli gnomi stanno le barbe, alle gnomole (gnomi donna) stanno le chiome, sin dalla nascita raccolte in lunghe trecce. Anch'esse distinguono l'età della gnomola in base al colore.
Al momento che precede la morte ogni vecchio gnomo o vecchia gnomola intraprende un viaggio solitario seguendo la Stella Fortuna; si racconta che durante quest'ultimo viaggio il corpo si dissolva lentamente, diventando parte del bosco e perdurando la fertilità di Madre Natura.