"La ringrazio, dottor Richards" disse Johannah con un sorriso tirato, stringendo la mano all'uomo e alzandosi in piedi "Forza Louis, ringrazia il dottore."
"Grazie, signor Richards" borbottò Louis, alzandosi a sua volta in piedi e lasciando la stanza senza curarsi di salutare.
"Lo perdoni. Di solito non si comporta così" si scusò Johannah.
"Non si preoccupi. È normale che sia un po' scostante dopo avergli spiegato il suo problema. Ha bisogno di tempo per elaborare e tornare sulla retta via."
"Certamente. Se dovesse mostrare di nuovo tendenze...particolari" si schiarì la voce la donna "Cosa dovrei fare?"
"Lo riporti qui. Saprò reindirizzarlo in un batter d'occhio" sorrise il dottore.
"D'accordo. La saluto" concluse Johannah con un ultimo cenno della mano, uscendo dallo studio e raggiungendo Louis nella sala d'attesa.
"Finalmente" sbuffò il castano, dirigendosi a passo spedito verso l'uscita.
"Louis, hai quasi vent'anni, non puoi comportarti come un bambino capriccioso e farmi fare queste figure" lo rimproverò sua madre.
"Esatto, mamma. Ho quasi vent'anni. È ridicolo che tu mi abbia portato da uno psicologo per una stupida frase decontestualizzata che mi è capitato di pronunciare nel sonno!"
"Ma, Lou... Devi capirmi, sono preoccupata per te. Voglio solo che tu abbia il meglio e, se necessario, continuerai a vedere uno psicologo."
"Come vuoi" Louis ruotò gli occhi al cielo e salì in macchina, non pronunciando più una parola per tutto il viaggio di ritorno a casa e fissando il paesaggio fuori dal finestrino, con una fastidiosa sensazione nello stomaco.
∘ ∘ ∘
"Dai, Louuuisss. Sarà la festa migliore di tutto il mese! Ma che dico mese? Di tutto l'anno! Devi venire" supplicò Niall, urlando a telefono.
"Non so se mia madre me lo permetterà, dopo la storia dello psicologo..." Louis si morse il labbro, stringendo i lati del cellulare più forte.
"Dille che ci sarò anche io, vedrai che accetterà subito."
"Perchè dovrebbe?"
"Sono il suo preferito."
"Ma non fai neanche parte della mia famiglia, Ni."
"E quindi?"
"Lascia stare" sbuffò Louis "Ora vado a chiederglielo" disse, camminando a piedi scalzi fino al salotto, dove sua madre stava guardando la televisione.
"Mamma...Posso andare ad una festa con Niall stasera?""Solo se porti Briana con te."
"Cosa?!"
"Sì Louis, è una ragazza per bene e anche molto carina. Vedrai che ti farà passare ogni tipo di confusione e non dovrai più vedere il dottor Richards."
"Va bene" bofonchiò Louis, irritato. Tornò in camera sua e, dopo aver sbattuto la porta, riavvicinò il telefono all'orecchio "Sentito? Posso venire."
"Grande, Lou. C'è anche Stan stasera, comunque."
"Bene, così so a chi lasciare Briana" disse il castano, facendo scoppiare a ridere Niall e, dopo averlo salutato, attaccando. Mandò un veloce messaggio a Briana per invitarla, scrivendole l'indirizzo dettatogli dal biondo per la festa, e poi si stese sul letto a fissare il soffitto. Si stropicciò il viso con le mani e iniziò a tracciare linee immaginarie sul proprio petto, riflettendo sulle parole del dottore. Probabilmente aveva ragione, dopotutto; doveva essere solo una fase passeggera. La festa gli avrebbe schiarito le idee di sicuro, con tutte le ragazze che ci sarebbero state. Poi sarebbe andato a provarci con una di loro, se la sarebbe scopata in uno dei bagni della discoteca e tutto si sarebbe finalmente risolto.
Sì, sicuramente.
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Alive - L.S.
Fanfiction"Puttana." "Ti eccita chiamarmi così?" "Mi eccitano le ragazze, Harry." "Secondo me ti ecciterebbe di più un cazzo in gola." "D'accordo, me ne vado" si spazientì Louis, girandosi per andare a cercare Niall, ma venendo bloccato da una mano che si pos...