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Sentì il letto muoversi. Un bacio delicato sulla mia spalla nuda.
Damian lasciò il letto mentre io mi destavo dal sonno, socchiudendo gli occhi per seguire il suo glorioso corpo nudo entrare in bagno.
Avevamo fatto l'amore. Ancora non ci credevo. Mi copri la faccia con le mani mentre sentivo l'acqua scendere nella doccia.
La camera era disseminata dai nostri vestiti buttati in giro senza troppa importanza. E non ne aveva.
La notte passata insieme era stata magica: ricordavo ancora come quel bacio era finito rapidamente ad essere altro.
Le sue mani ovunque su di me.
Io che cercavo di assecondarlo senza imbarazzarmi.
I suoi sussurri all'orecchio.
La passione che divampava e alla fine l'atto che mi aveva resa sua completamente. Mi ero sentita a disagio per il mio corpo, ma le sue mani e la sua bocca mi avevano dimostrato quanto gli piacesse, quanto amasse le mie dorme. Il succhiotto sul seno lo dimostrava eccome!
Sentivo sulle labbra gonfie ancora per i suoi baci, mi strinsi al petto il lenzuolo con un sorriso da idiota.
Mi sentivo così felice!
Damian era ancora sotto la doccia e mi allungai per vedere l'ore sul cellulare. Doveva essere almeno tarda mattina, i raggi di sole filtravano dalla finestra socchiusa.
Mi trascinai fino al bordo del letto afferrando il cellulare erano quasi le nove del mattino. Sospirai, sentendo un leggero dolore alla mia intimità.
Poggiai il telefono sul comodino mentre il suo cellulare emetteva un piccolo suono all'arrivo di una notifica.
E i miei occhi caddero li come attirati, incatenati.
-Tutto bene? Glielo hai detto?-
E ancora. -Merita di sapere la verità!-
Sentì un tuffo al cuore. Il messaggio in se poteva non essere nulla di tremendo, ma quando lessi il nome del mittente mi crollò il mondo addosso.
Erica.
Deglutì a fatica, mentre sbloccavo il telefono ma mi bloccai. Non potevo visualizzare il messaggio. Non potevo... Lanciai un'occhiata alla porta del bagno poi premetti l'icona del telefono, il registro chiamate era pieno di numeri. Nella giornata di ieri si erano chiamati almeno tre volte e corrispondevano esattamente agli orari in cui ci eravamo separati. Persino prima della nostra cena!
Mollai il telefono scottata.
Mi girava la testa.
E mi sentivo ferita nel profondo. Sentì gli occhi pieni di lacrime, mentre scendevo dal letto alla ricerca dei miei abiti.
"Sono le tue insicurezze che parlano...?"
Le sue parole mi continuarono a ronzare in testa, mentre infilavo per ultime le scarpe e afferravo le mie cose. La sacca quasi mi cadde di mano, quando mi resi conto che Damian sarebbe uscito da lì a poco dal bagno. Afferrai il cellulare e scappai.

Corsi in auto con il cuore a pezzi, mentre lacrime copiose mi scendevano sul viso.
Lui ed Erica.

Lui ed Erica!

Mi veniva da vomitare mentre uscivo sulla strada principale e il telefono iniziava a squillare. Non lessi il mittente. Semplicemente bloccai lo schermo e lo lanciai sul sedile posteriore.
Entrambi. Tradita dalla mia migliore amica. Da mia cugina. E da lui.
Stavo così male.
Perché prendermi in giro così...
Perché.

Ero corsa a casa, chiudendomi la porta alle spalle, girando la chiave nella toppa dall'interno. Non accesi le luci, semplicemente crollai in un angolo nella mia camera da letto versando fiumi di lacrime tanto da sentire gli occhi fuori dalle orbite.
La mia vita faceva davvero schifo.




Non so quanto rimasi seduta a terra, raggomitolata ad autocommiserarmi. Mi era successo di nuovo. Ero stata di nuovo ferita, delusa dalle persone che amavo. Cosa c'era che non andava in me?!
I pugni sulla porta mi fecero sussultare e mi strinsi le braccia attorno, cercando un angolo sicuro. Mi nascosi sperando che chiunque fosse se ne andasse via.
-Dalia! Per favore aprì la porta!- la voce di Damian mi giunse ovattata. -Dalia!-
Sentì parlottare poi un rumore di chiavi che aprivano la porta. Chiavi?!
-Non è qui. È tutto buio. Dalia odia stare al buio.- la voce di Erica sembrava allarmata. Ma certo era l'unica ad avere la mia copia di chiavi. Era l'unica di cui mi fidavo. Era...
-Devo trovarla!- il grido smorzato di Damian sembrava più un ruggito.
-Tranquillo.-
-No! Tu non capisci. Sto impazzendo. Devo trovarla. Ha frainteso tutto...Dio che diavolo ho combinato!!!-
-Damian, la troveremo. Le spiegherò tutto. È stato un malinteso, cercavo solo di aiutarti a conquistarla... Capirà. Te lo prometto.-
Conquistarmi?
Avvertì i passi sul pavimento. -Provo a vedere in caffetteria.-
La porta si chiuse, mentre io rimanevo ancora all'angolo. Chiusa in me stessa e ferita.
-Sei qui?!- il sussurro di Erica mi fece sbarrare gli occhi al buio.
-Dalia, posso accendere la luce? Voglio solo spiegarti.- i passi si fecero più vicino, la lampada del salottino si accese.
-Voglio soli che tu mi ascolti. So che sei qui. La tua auto era nel parcheggio e hai lasciato la tua borsa qui.-
Vidi la sua figura stagliarsi sulla porta. Al buio vedevo solo la sua forma.
-Oh Dalia.- si avvicinò sedendosi al mio fianco e avvolgendomi il braccio attorno alle spalle mentre io rimanevo in silenzio, con le braccia strette attorno a me per proteggermi.
-La serata al pub, avevo notato come ti guardava e come tu guardavi lui. Ho subito pensato che forse fatti per stare insieme. Quando sei andata via, gli ho detto che avevi bevuto... è apparso sinceramente preoccupato. Il giorno dopo voleva parlarti, ha cercato il mio numero, ci siamo messi in contatto. Sapeva molto di te: dove lavoravi, i tuoi turni, persino il nome della tua vicina. Era venuto al caffè un sacco di volte per farsi notare ma non c'era riuscito. Era interessato a te, ma non sapeva se tu avresti mai accettato un'appuntamento, visto che non lo guardavi mai negli occhi. Gli ho solo dato una mano. Volevo che fossi felice!-
Il suo braccio mi strinse ancora mentre scoppiavo di nuovo a piangere in singhiozzi copiosi.
-Non volevo ferirti. Devi credermi. Ti prego Dalia. Credimi.-
Annuì contro la sua spalla.



-Devi contattare quel povero ragazzo. È stato in ansia tutto il giorno.-
-Lo hai già avvisato tu...-risposi mentre afferravo la mia tazza di caffè nero, seduta sul divano, in una comodissima tenuta da casa.
Avevo ancora la voce roca per via delle lacrime, il naso e gli occhi rossi.
-Si ma lui vuole parlare con te.-
Mi strinsi nelle spalle, ancora stavo elaborando tutte le informazioni che mi aveva dato Erica.
-Gli piaci molto. Penso sia davvero innamorato di te.- disse. -Chiamalo e chiarire questa sciocca situazione.-
Mi porse il telefono prima di incamminarsi fuori dal mio appartamento.
-Erica?!- la chiamai. -Ti prego non fare più cupido.-
-Perchè no?!- ridacchiò.
-Perchè fai un po' schifo.-
Rise mentre si chiudeva la porta alle spalle.
Accesi il telefono.
27 chiamare perse solo da Damian. Altrettanti messaggi.
Mi sentì un po' in colpa. Un pochettino.
Composi il suo numero e squillò due volte prima che rispondesse.
-Angelo...-
-Possiamo parlare?-

L'amore arriva al Sapore di CaffèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora