Faccio una premessa importantissima: Se vi impressionate (normalmente direi facilmente, ma mi son sentito dire che questo è veramente TROPPO anche per gli stomaci più forti) o vi disturba il disturbante (Scusate per il gioco di parole), NON CONTINUATE NELLA LETTURA.
L'elenco dei tag dove – raramente – si trova, contiene spesso roba da cui personalmente mi terrei lontano alla grande, un esempio? Necrofilia, Vore, Snuff, Amputee e tante altre cose, queste forse sono le minori.
Non è una recensione spoiler free ovviamente perché c'è veramente poco da spoilerare.L'opera di cui vado a trattare oggi è uno dei capisaldi che ogni amante del guro dovrebbe leggere almeno una volta nella vita, coì come il nome di Uziga Waita non dovrebbe essere niente di nuovo ai più studiati del genere.
Definire questo volume "Fottutamente introvabile" è un complimento, perché fuori dal Giappone esistono solo traduzioni amatoriali e il tankobon (trattandosi non solo di un pezzo raro, ma anche abbastanza datato, avendo il 2004 come data di pubblicazione) normalmente costa un braccio e una gamba – L'abbiamo capito che stai facendo il reread di FMA, non c'è bisogno che lo specifichi –Oggi, vi presento Mai-Chan No Nichijou, alias Mai-Chan's Daily Life.
- Aspè, ma non è anche il titolo di un film? -
Esatto, ci hanno fatto pure un film ma di base a livello di trama non c'entra niente, non mi dilungo a parlarne perché principalmente a differenza del mio podcast preferito, io almeno le cose di cui parlo le ho viste/lette – Ma almeno lui non ha una voce nella testa che lo contraria di continuo -.Quindi di cosa parla questa follia su carta? La trama, di base è estremamente semplice:
Mai è una cameriera che non può morire. Fine.
Fine per modo di dire ovviamente, ma ogni capitolo della storia è a sé stante, perché il fatto che non può morire seppur venga orridamente mutilata e persino decapitata in alcuni casi sono il "leitmotiv" di ogni capitolo.
C'è veramente poco da dire in realtà sulla trama, se non che alcuni capitoli mi hanno lasciato abbastanza perplesso, ma per i motivi sbagliati.Per chi, come me, riesce ad immergersi abbastanza in un'opera da empatizzare con i personaggi, provare dispiacere per Mai è facilissimo, ma non per la sua condizione, più per il modo in cui reagisce alle cose.
Viene maltrattata, derisa, picchiata, usata come sex toys, lasciata all'aperto ad osservare un cadavere in decomposizione e tante altre cose.
Ma riesce sempre a tornare, e come meccanismo di autodifesa dimentica.
Come con la gomma cancelliamo frasi sbagliate, Mai dimentica episodi spiacevoli e psicologicamente distruttivi (Talvolta anche persone) in poco tempo.
Il fatto che ci siano piccole porzioni di storia in cui vive quasi dei momenti di normalità sono incredibilmente tranquillizzanti, anche se vengono spezzati quasi subito da qualche avvenimento macabro che ricatapulta il lettore nel marasma disturbato e sanguinario a cui l'opera ci ha abituato.
Tornando comunque al discorso empatia, questo genera anche un altro grosso problema, più generale e che accomuna spesso i "racconti brevi": la fine.
Muori dalla voglia di saperne di più? Vorresti sapere come va avanti la situazione? È appena successa una cosa super assurda a livello di trama e vorresti sapere come si è evoluto il profilo psicologico dopo tutto quello che è successo? Bene, scordatelo, perché il volume finisce.
Finisce con una Mai all'apparenza felice, quindi che sicuramente avrà dimenticato tutto quello che è successo nell'ultimo capitolo (e bada bene, l'ultimo capitolo fa sembrare gli altri quasi una lettura family friendly), lasciando la porta aperta ad eventuali altri volumi, idea probabilmente o mai presa in considerazione – visto che spesso i giapponesi, come ama dire una mia amica, non sanno fare dei finali – o scartata quasi subito calcolando la tipologia di opera.Niente, come al solito mi son dilungato troppo – meno male che lo sai - ma confido qualcuno trovi il coraggio di leggere questa perla (o di guardare il film, cosa che io farò a breve probabilmente).
Alla prossima!
Ps: - Ma perchè parli di tigri nel titolo se poi non accenni mai a quella cosa? -
Perchè voglio vedere se qualcuno si incuriosisce, ssssshhh.

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Mai-Chan's Daily Life by Uziga Waita - Recensione
No FicciónRecensione di uno dei capisaldi del guro giapponese, opera di Uziga Waita.