Quella fù una serata magnifica, ma non l'unica...
Una vota tornato a casa non feci altro che pensare a quanto bene fossi stato e a quanto quella ragazza mi avesse incuriosito.
Passai la notte con le sue parole nella testa anche se erano già giorni se non settimane che avevo nelle orecchie l'eco di quello che disse ad una festa alla quale partecipammo entrambi, "la gente non ti parla perché non ti capisce".
Quelle parole, quelle semplici parole cambiarono la mia vita da quel giorno.
Andai avanti per un paio di giorni senza parlarle fino a quando, venerdì 29 aprile, mi scrisse.
Lì per lì non realizzai quel che stava accadendo.
Mi chiedevo se stessi sognando oppure se era tutto vero, reale.
Per mi sfortuna, la ragazza dei miei sogni, la ragazza che avevo guardato per anni e anni da lontano senza mai avvicinarmi troppo mi scrisse il giorno prima del mio primo appuntamento con un'altra ragazza.
Che belle coincidenze...
Aprii il messaggio, era lei che voleva dirmi grazie per le belle parole che avevo speso qualche sera prima.
Parlammo per ore, ma, tra i tanti discorsi, le tante parole, i tanti concetti ci fù una frase che mi rimane impressa nel cuore tutt'ora: "Non dedicare i tuoi pensieri a chiunque, non tutti li capirebbero".
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Ecco amici lettori, qui venni letteralmente rapito
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Un frase che poteva risultare scontata per alcuni o bambinesca per altri a me fece venire i brividi.
La salutai poco dopo dicendole che sarei dovuto uscire con una ragazza l'indomani, non ci rimane molto bene ma io avevo voglia di parlare con lei, tanta voglia, così le dissi che se avesse avuto bisogno di aiuto, di parlare o di qualsiasi altra cosa avrebbe potuto contare su di me.
Salutai, augurai buonanotte e andai a dormire.La mattina dopo mentre ero su l'auto che mi avrebbe portato dal Susanna pensai perennemente a lei.
Quella sera, quando ci incontrammo, mi parlò di alcune cose che la fecero stare male... so che è stupido, ma a me, sapere che lei sentiva quelle cose, faceva male.
Così decisi di scrivere a Chiara, la migliore amica.
Scrissi di quanto vidi in lei, di quanto fosse eclatante e le chiesi di poter fare qualcosa per tirarla su.
Quel giorno litigammo, Chiara non era una persona con la quale potevi affrontare un discorso personale.Amareggiato da come erano andate le cose decisi di anestetizzare i miei pensieri con la musica, la mia cara e amata musica.
Mi addormentai.
Quando mi risvegliai mancava poco alla mia fermata, preparai le miei così, mi alzai e mi andai a posizionare davanti la porta d'uscita pronto con la mano sul pulsante per chiamare la fermata.
Avrei dovuto prendere un treno, tra me e me pensavo che fosse una cosa meravigliosa, amavo sentire la musica e quel viaggio di un'ora e mezza mi avrebbe permesso di farlo proprio come piace a me.
Salii sul vagone, trovai un posto, sedetti e infilai le cuffiette nelle orecchie.
Il mio viaggio era iniziato.Per quanto amassi sentire la musica.
Per quanto amassi guardarmi intorno, ammirare i paesaggi, quel giorno non feci altro che pensare a lei.Con Susanna ero freddo, distante, poco interessante e pigro.
Non riuscivo a togliermi dalla testa la Sua voce, acuta quanto profonda.
Il Suo viso, tondo, simile a quello di un cucciolo di panda, carinissimo e coccolosissimo.Ci fù un momento preciso.
Io e Susanna stavamo fumando una canna in un parco.
In quel momento mi rivenne in mente la sera della festa, quando su quel divano, quel maledetto divano, fumai la mia prima vera canna in sua compagnia.
Avevo deciso.
Le avrei riscritto...
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UNA LOTTA CONTINUA
Fanfiction"Avete presente quella sensazione di felicità incommensurabile che vi assale quando quello che più avete voluto e cercato finalmente è nelle vostre mani? Ecco, se conoscete questa sensazione allora siete fregati... È bello, sei felice, spensierato e...