1- she's imperfect, but she tries

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12/09/2010

Proprio così, era il mio primo giorno di scuola a quel tempo ero in terza elementare, li per li tutto iniziò per scherzo.
I miei ex-compagni di classe avevano iniziato a farmi scherzetti innocenti, come ad esempio sbagliare nome appositamente oppure lanciandomi palline di carta, però vedevo che più andavano avanti con la storia e più si annoiavano, quindi un giorno mi chiusero dentro il bagno della scuola senza che io potessi fare nulla per uscire.

Avevo iniziato ad odiare tutto ciò, non riuscivo più a tollerarlo e iniziai poco a poco, a cambiare carattere facendo uscire il mio lato peggiore, quello che da bambina odiavo tanto, quello che non mi permetteva di fare amicizia, quello che mi rovinava la vita e quello che mia madre ancora adesso odia...
Avevo iniziato ad arrabbiarmi per qualsiasi cosa mi facessero, dalla più innocua alla peggiore.
Ogni mattina faticavo ad alzarmi dal letto sapendo che avrei dovuto affrontare cinque ore con loro e non ne avevo proprio voglia, ma dovevo andare a scuola.
Mamma non sapeva di tutto ciò, non volevo dirglielo, aveva già i suoi problemi, quindi ogni volta andavo a scuola con uno dei migliori sorrisi falsi che riuscivo a fare e tornavo a casa piangendo, correvo ogni volta a chiudermi in camera, non volevo che mamma mi vedesse così, non era il caso.

Un giorno stavo andando a scuola, ad un certo punto mi passa a fianco un mio ex-compagno di classe e mi spinge in mezzo alla strada...

Stava arrivando un camion...

Lui era scappato a gambe levate e io come una stupida mi ero bloccata in mezzo alla strada, il mio corpo non rispondeva più, ero li ferma a non fare nulla, a vedere quel camion così vicino al mio piccolo viso, era a pochi centimetri dal mio viso e frenando di colpo il carico dietro si era completamente rovesciato in fosso, il camionista preoccupato scese dal camion e mi chiese se stavo bene, no non stavo bene, un mio compagno di classe mi aveva appena buttato nella bocca della morte...

Eppure però pensandoci bene ora, non ho avuto paura, ero semplicemente perplessa per il fatto che un mio compagno di classe potesse arrivare a tanto, non erano più scherzi innocui ma erano diventati pericolosi e non di poco.
Quel giorno andai comunque a scuola e quel compagno di classe ha comunque avuto il coraggio di prendermi in giro dopo ciò che aveva fatto la mattina stessa, spesso non lo capivo, ci provavano gusto a vedermi soffrire? Cosa si prova nel vedere una persona soffrire in quel modo? Perché hanno deciso di prendere in giro proprio me? Cosa ho fatto di male?

Queste domande continuavano a torturarmi per giorni interi, finché un giorno in classe non potendone più delle palline di carta urlai "BASTA COSA VI HO FATTO?"

Non lo avessi mai fatto...

Iniziarono a ridere come cretini, cretini che si divertivano a prendermi in giro.
Non ricevetti risposta alla mia domanda anzi una risposta la ricevetti ma era tutt'altro che positiva "sarebbe meglio se tu non fossi mai nata" tutto questo odio che provavano per me non lo giustifico e non riesco ne ancora a capirlo.
Dopo quella domanda iniziarono a prendermi in giro quotidianamente, ad un certo punto non ce la facevo più e l'ultima settimana di scuola non sono andata a scuola per questo motivo, non li sopportavo più.

Quell'estate chiesi a mamma se potevano cambiarmi scuola, nel ultimo periodo le avevo raccontato quasi tutto, non tutto perché c'erano molte cose che l'avrebbero fatta preoccupare eccessivamente e non era la mia intenzione, la mia intestazione era semplicemente cambiare scuola per fare la quarta e la quinta elementare in tranquillità...





________________________________🖤Spazio autore🖤

Nulla ragazzi questo è il primo capitolo di questa "storia" spero vi sia piaciuto e spero di non avervi traumatizzato troppo :)
In questo capitolo parlavo dell'anno che ho passato mentre ero in terza elementare e niente fate due conti e saprete la mia età attuale ;)

A beautiful disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora