Quest'anno per me è un nuovo inizio. Sono appena entrato nel mondo del liceo, e sinceramente, non so neanche cosa aspettarmi dagli eventi. Ho paura ma allo stesso tempo ho una voglia estrema di fare esperienza.
Ho paura di come sarà l'ambiente e di come saranno gli insegnanti.
Ho paura di come possano essere le persone con cui condivideró i miei prossimi cinque anni.
Ho paura di perdere l'anno.
Ho paura perché non conosco nessuno.
Allo stesso tempo però, sono curioso ed elettrizzato.
Vedo già in giro classi intere di alunni che aspettano davanti all'entrata della scuola, un edificio imponente e ben curato, seppur con qualche piccola scritta volgare. Proprio perché non conosco nessuno, appena arrivo mi siedo su una panchina nel piccolo giardino, e aspetto che suoni la campana.. Sento che questa panchina è fredda e leggermente umida, forse per il tempo, che non è dei migliori. Alzo la testa e guardo in alto verso il cielo, coperto di nuvole grigie.
Mi stringo maggiormente nel mio cappotto in pelle nera quando il vento inizia a farsi più insistente e mi scompiglia i capelli, allora mi decido e prendo il cellulare dallo zaino, dopo di che lo sblocco e controllo l'orario, accorgendomi di essere leggermente in anticipo. Lo ripongo subito al suo posto, alzo la testa e mi guardo intorno, cercando di scorgere qualche dettaglio dei ragazzi che stanno a gruppi in piedi a chiacchierare. Un po' li invidio, perché sono a loro agio con gli altri e non hanno nessun problema. Poi però mi rendo conto di essere solo al primo giorno, e che probabilmente con il tempo la situazione migliorerà.
Sono ancora perso nei miei pensieri quando sento finalmente la campana suonare, segno che si può entrare. Ancora non so esattamente dove si trovi la mia classe, e non ho idea di dove andare, quindi, dopo aver salito le scale, entro e noto che la scuola è più grande rispetto a quella in cui andavo prima. Deglutisco lentamente, sapendo che arriverò in ritardo cercando di trovare la mia classe, e mi preparo psicologicamente ad una lunga ricerca, leggermente demoralizzato.
Non faccio in tempo a fare un passo che sento una voce bassa e allo stesso tempo melodiosa che si rivolge a me."Ehi tu, tipo con il giacchetto di pelle, ti sei perso? " Mi chiede la voce ridacchiando.
Mi appoggia una mano sulla spalla molto delicatamente, e il suo tocco è estremamente dolce e quasi impercettibile, che mi provoca qualche brivido.
Mi volto velocemente verso quella mano e trovo due occhi scuri e vispi che mi fissano divertiti, come per prendersi gioco di me.Grandioso, figura di merda il primo giorno
Cerco di non farci caso e di essere gentile, in fondo potrebbe essere un mio compagno di classe, e potrebbe aiutarmi a trovare l'aula. Quindi "Più o meno, in realtà non so neanche dove andare. Non conosco nessuno, e mi vergogno a chiedere in giro, ero già pronto a girare per tutta la scuola con la speranza di avere tanta fortuna" rispondo, e nel mentre sorrido, cercando di sembrare più sincero possibile.
Ora che guardo meglio il ragazzo, mi accorgo che è poco più alto di me e ha un ciuffo rosso- decisamente tinto- davvero carino. Quasi mi verrebbe voglia di toccare i suoi capelli.
Scuoto la testa, cercando di cacciare via i pensieri, e mi concentro di più sulla sua reazione."Oh beh, in questo caso allora potrei farti da guida, ho sempre sognato farlo"
Mi sorride e noto che porta l'apperecchio, questo però non lo fa sembrare più brutto, e penso che gli doni. Si affretta dopo di me, iniziando a percorrere il lungo corridoio."Si, mi saresti davvero di grande aiuto..."
"Gabriele" risponde lui velocemente, accompagnando la sua risposta ad un lieve annuire, accorgendosi che avevo interrotto la mia frase perché non sapevo ancora il suo nome."Danilo, piacere di conoscerti. Allora, mi hanno detto che la mia classe è la 5^ a destra, ma non so il piano."
Dico tutto velocemente, senza prendere fiato. Quel tipo mi sta simpatico, ma ho comunque una certa fretta e i corridoi si stanno svuotando.
Purtroppo questa scuola è fornita di ben tre piani, ognuna delle quali con almeno dieci classi con un numero diverso a seconda della posizione. Vedo che il ragazzo guarda un foglio attaccato alla parete di sinistra, e piego la testa verso destra, per assumere un'espressione interrogativa.
Lui, vedendola, si affretta a rispondermi, continuando a ridacchiare.
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Io e Gabriele. (storia a tematica omosessuale)
FanfictionTratto dal capitolo: "Quindi...come ti è sembrato Michele? ". Non mi sarei aspettato un intervento da parte sua così all'improvviso, e non posso esserne contento, perché in questo momento la voglia di parlare con qualcuno, ma soprattutto con lui, è...