Prima Neve

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Capitolo 0



Era mattina presto a Parigi e la città stava già pian piano iniziando a svegliarsi: Marinette udì distintamente i rumori delle prime macchine che si aggiravano per le strade ancora perlopiù deserte.
Aveva sempre adorato quel leggero trambusto mattutino mentre sistemava la boulangerie dei suoi genitori preparandola per quando di lì a poco, avrebbero aperto.
Dette una veloce occhiata alla bambina che ancora addormentata, riposava all'interno dell'ovetto stringendo a sé il suo dudù.
Ad occhio e croce avrebbe avuto ancora un quarto d'ora di tempo per dare gli ultimi ritocchi alla pasticceria in modo che fosse tutto perfetto all'arrivo dei clienti prima che la piccola si svegliasse: iniziò a lucidare le varie vetrine, pulì accuratamente il bancone e alzò la temperatura dei termosifoni.
Ormai era quella la sua routine, ma lo faceva con immenso piacere poiché sentiva che in quel momento era l'unico modo che aveva per ripagare i suoi genitori per tutto ciò che stavano facendo per lei e la sua bambina nonostante loro, non le avessero mai chiesto nulla in cambio.
Il signor Tom Dupain apparse sulla soglia della porta con una grossa teglia piena di croissant tra le mani da dover sistemare, ma prima di entrare, si prese un minuto per osservare intenerito sua figlia completamente persa nel suo da farsi mentre girava da una parte all'altra alla ricerca di qualcosa da fare.
Un pianto riportò entrambi alla realtà e Marinette si diresse senza perdere tempo verso la bambina che ormai aveva dato il via al suo piccolo piagnisteo quotidiano; si accovacciò a terra, iniziando a battere delle piccole pacche sul petto della piccola aspettando pazientemente che si calmasse, non notando ancora il padre che la fissava orgoglioso dalla porta.
Tom le si avvicinò piano e quando lo fu, si chinò anche lui verso la bambina che non accennava a calmarsi; Tom carezzò affettuosamente la schiena di Marinette, cercando con quel gesto di darle supporto:
"Te lo assicuro, su questo ha preso da te" Constatò l'uomo con una leggera punta di ironia nella voce, sperando di rallegrare la figlia visibilmente esausta.
Marinette abbozzò un leggero sorriso:
"Non è molto confortante papà, ma grazie" Tom ridacchiò a quelle parole e si ritirò in piedi battendo due pacche sulla schiena della ragazza che, ancora chinata a terra, pregava qualsiasi divinità affinché la sua bambina si calmasse e così fu, certo, dopo altri cinque minuti di interminabile pianto, ma si calmò e Marinette poté finalmente prenderla in braccio.
"Vai a riposarti un po' Marinette, è ancora presto ed hai già fatto tutto qui" Le consigliò il padre, notando quando la figlia fosse stanca, Marinette scosse il capo con aria divertita:
"Ho ancora i miei doveri da mamma da sbrigare: Emma ha bisogno di me. Riposerò stanotte"
"Ne sei sicura tesoro? Se vuoi te la tengo io la bambina, lo sai che non mi pesa" Insistette, ma si arrese non appena vide la figlia caricarsi l'ovetto della bambina, dargli un dolce bacio sulla guancia per poi lasciare la boulangerie con Emma tra le braccia.
Sospirò, preoccupato per la ragazza che stava portando il suo corpo allo stremo pur di non pesare a nessuno.

"Eccoci qui" Sussurrò Marinette sollevando la bambina sopra di sé per poi far poggiare la fronte di quest'ultima sopra la sua, cosa che per inciso, Emma a quanto pare gradì molto visto il gridolino di gioia che emise subito dopo quel piccolo contatto con la madre.
Marinette sorrise spontaneamente vedendo la reazione della bimba e la poggiò sulla pancia mentre con la mano cominciò a sistemarle i folti capelli neri.
"Incredibile: più cerco di tenerteli ordinati, più sembrano diventare ancora più ingestibili" Disse tra se e se mentre la bambina si guardava intorno alla ricerca probabilmente dei kwami che in quel momento stavano entrambi dormendo.
Marinette la guardava incantata: ancora non si capacitava di come un esserino così piccolo riuscisse a farle provare tali emozioni.
I suoi genitori le avevano sempre detto che l'amavano incondizionatamente, ma lei non si era mai resa realmente conto di quanto fosse immenso quell'amore se non dopo la nascita di Emma e se lei, dopo tutto quello che era successo, non era caduta in depressione, lo doveva soltanto a lei, che giorno dopo giorno, le aveva ridato vita.
Emma si girò in direzione della madre, facendo incontrare i suoi grandi occhi verdi con quelli azzurri di lei: era incredibile quanto le somigliasse, ma quanto, allo stesso tempo, somigliasse a lui; guardò di sfuggita la tavola di sughero: i ritagli di Adrien erano spariti per far spazio alle foto di Emma, però, nonostante tutto, ancora una sua foto c'era, ed era quella scattata il giorno della sua partenza dove lei non era presente.
Scostò velocemente gli occhi dallo scatto, riconcentrandosi sulla bambina che aveva iniziato a tirare verso l'alto la maglia della madre, cercando di scoprirle il seno; Marinette si mise seduta più comodamente per permettere alla bambina di attaccarsi per mangiare e mentre lei se ne stava lì coccolata dalla mamma nel momento del pasto, la mente di Marinette vagava incessantemente su tutto ciò che era successo nel giro di quell'anno e mezzo.
Non voleva pensarci, poiché tutti i ricordi che riguardavano Adrien le facevano male, un male che la lacerava profondamente: come aveva potuto lasciarla così dopo tutto quello che avevano passato insieme? Dopo tutto quello che era successo tra loro due, lui aveva preferito andarsene con i suoi genitori a Londra...

"Come te ne vai? Perché?" Chiese la corvina tirandosi di scatto su dal letto.
"Mio padre ha detto che per un po' è meglio così, girano voci a Parigi su di lui e sul fatto che sia Papillon" Spiegò Adrien rimettendosi la maglia "Ha detto che non vuole rovinare la reputazione mia e della mamma"
"Ma me lo dici così? Come se non fosse importante?"
"Non so in che altro modo dirtelo, parto tra due giorni, so che avrei dovuto parlartene prima solo... non rendere le cose più complicate di quello che già sono" Marinette gli lanciò la prima cosa che trovò a sua portata, prese i suoi vestiti e si chiuse nel bagno del ragazzo uscendone solo pochi minuti dopo e, senza rivolgergli la minima parola, lasciò la villa.
Non cercò di fermarla, in cuor suo sapeva che era meglio così per entrambi.


Quella fu l'ultima volta che si videro.
Il giorno della partenza del ragazzo, Marinette si ritrovò in camera Plagg con il miraculous tra le zampette, stando a quanto spiegò il kwami: secondo Adrien era meglio che lo tenesse lei.
Giorni dopo ancora quell'avvenimento, come se tutto quello non fosse stato abbastanza, Marinette scopriì della gravidanza: il suo primo pensiero fu quello di abortire; ma come giudicarla? Aveva 16 anni, non aveva ancora un lavoro, benché meno un titolo di studio e ora, aveva perso pure Adrien, ma... ma cambiò idea appena sentì il battito cardiaco della bambina attraverso l'ecografo.
Quando decise che avrebbe continuato la gravidanza, il suo primo pensiero dopo quella scelta fu quello di dirlo ad Adrien ma la paura di una reazione negativa da parte del ragazzo prese il sopravvento e così, lui era tutt'oggi allo scuro del fatto che avesse una bambina di appena 7 mesi.
Quando ci pensava, si sentiva male per lui, sapeva benissimo che non era quel tipo di persona e forse, nonostante faticasse ad ammetterlo a se stessa, era andato via perché non aveva altra scelta.

Si portò una mano sulla fronte e strinse la frangia tra le dita cercando di cacciare indietro le lacrime che minacciano di uscire... ormai era passato, doveva andare avanti, ma per lei era come se tutto fosse successo il giorno prima.
Sentì qualcosa di piccolo e morbido toccarle il mento e quando riaprì gli occhi, vide quelli della piccola che la fissavano sconcertata mentre con la manina le sfiorava il viso: Marinette le prese la mano e la strinse piano, portandola poi alla bocca per baciarla, cosa che tranquillizzò prima di tutto la bambina ma anche Marinette stessa.
Emma si addormentò poco dopo sopra il petto della madre, quest'ultima, fece non poca fatica per spostarla senza rischiare che si svegliasse nuovamente ma alla fine ci riuscì e lei potè finalmente sistemare un po' la sua camera in attesa che si facesse orario per andare da Alya.
Iniziò dal tirare all'aria la culla della bambina per poter cambiare le varie coperte e mettere a lavare qualche peluche che teneva più per bellezza che per compagnia della piccola; una volta finita passo a pulire il pavimento da tutti i giocattoli e così via, finché Plagg non iniziò a lamentarsi, in quanto il rumore non lo faceva dormire.
"Te protesti, protesti, ma non fai mai nulla, gli altri kwami collaborano nelle faccende, fallo anche te sù, datti da fare" Lo rimproverò la corvina tirandogli piano un orecchio
"Ragazzina, è già tanto che spreco il mio preziosissimo tempo ad infastidire il tuo cucciolo, non pretendere troppo. Anzi, dov'è messa?" Chiese poi Plagg guardandosi intorno
"Sta dormendo sul mio letto, se la svegli, non vedrai più nemmeno una fetta di camembert" Asserì Marinette riprendendo poi le pulizie. Il kwami si raggelò e tornò zitto zitto dentro la cesta, permettendo alla ragazza di concludere i suoi lavori e dedicarsi infine allo studio poiché la settimana successiva, avrebbe avuto un esame importante.

Dopo un ora e mezza, Marientte fu' costretta a chiudere i libri a causa della bambina che, al posto di piangere, aveva inziato a chiamare la mamma con dei versi quasi di rimprovero; una volta che Marinette l'ebbe raggiunta, i suoni si tramutarono i gridolini di gioia nel rivederla:
"Buongiorno amore mio" Le sussurrò la ragazza prendendola in braccio: "Hai dormito bene?" La bambina ovviamente non rispose, ma si accucciò tutta sorridente al petto della ragazza mentre con le braccia le circondava il collo; quando faceva così a Marinette ricordava un koala: Emma si reggeva talmente forte che tenerla con le braccia diventava solo una sicurezza in più per non farla cadere.
Scese le scale del soppalco e si diresse verso il fasciatoio seguita da Plagg che purché non lo avesse mai ammesso, adorava follemente la bambina e stuzzicarla era il suo modo per dimostrarle affetto.
La ragazza iniziò a svestire la piccola per poterle cambiare il pannolino e i vestiti.
"Che schifo" Esclamò Plagg guardando il contenuto del pannolino: "Seriamente voi umani da piccoli fate rabbrividire" Marinette sospirò alle parole del kwami iniziando a strappare quante più salviette possibili dal contenitore:
"Pur troppo sono d'accordo" Disse affranta mentre iniziava a pulire il sederino della bambina che osservava il kwami come se da lui si stesse aspettando la qualsiasi cosa, ma Plagg non si azzardò nemmeno, non l'avrebbe infastidita finché non fosse completamente pulita e profumata.
"Sai la vecchia portatrice di Tikki, quando i suoi figli erano in questa condizioni li infilava in un catino per togliere il grosso, non voglio giudicare il tuo modo di pulirla, ma non sarebbe più comodo? Insomma, quella montagna di schifo non la togli con due salviette" Puntualizzò il kwami.
"Non so come portarla in bagno senza rischiare di sporcare tutto" Piagnucolò Marinette sollevando le gambe della bambina e mostrando a Plagg fin dove era sporca; il kwami si allontanò di qualche millimetro disgustato:
"Nemmeno se la butti in un secchio pieno di candeggina la pulisci... che schifo" Affermò Plagg, Marinette gli dedicò un espressione contrariata, per poi riconcentrarsi sulla bambina.
"Finito!" Gioì Marinette dopo 15 minuti di pulizia approfondita. Mise seduta Emma per osservarla meglio e, una volta appurata la perfezione della piccola, esclamò un semplice "Meravigliosa".
"Marinette sei in ritardo" le fece notare Tikki indicandole l'orologio, Marinette sbiancò, quel cambio pannolino le aveva portato via più tempo del previsto.
Subito iniziò a correre da una parte all'altra prendendo tutto l'occorrente di Emma da mettere dentro il suo borsone: in meno di cinque minuti fu pronta e partì verso casa di Alya, che nel frattempo l'aveva chiamata già 6 volte per sapere che fine avesse fatto.

"ODDIO FINALMENTE!" Esclamò Alya facendola entrare: "Chloé era diventata insopportabile" Continuò la rossa a bassa voce, Marinette ridacchiò a quell'affermazione mentre con un abile mossa posizionò la carrozzina al lato dell'entrata in modo che non desse fastidio; non ebbe però il tempo di tirare fuori la bambina che Alya prontamente, la rubò:
"Ma come sei diventata grande! Non ci vediamo da una settimana ma sembri già cresciuta tantissimo" Le sussurrava Alya sistemandosela meglio tra le braccia, la bimba sorrise timida mentre con le manine iniziava a tastarle il viso come era ormai solita fare con chiunque avesse vicino.
Si avviarono in sala, dove le attendeva spazientemente una Chloé dall'espressione scocciata, espressione che cambiò subito non appena vide la bambina. Si accomodarono entrambe sul divano ed Emma gridò di gioia non appena mise a fuoco la figura di Chloé, iniziando a tendere le braccia verso di lei sporgendosi pericolosamente:
"Va bene, va bene, vai dalla zia antipatica e lamentosa" Sospirò la rossa passando la bambina tra le braccia dell'altra.
"Ma per favore" Esclamò Chloé afferrando Emma "Siete voi che vi coalizzate contro di me: io mi sono svegliata all'alba per essere qui puntuale!"
"Perdonami Chloé. è colpa mia, ho perso tempo con Emma"
"Sì Marinette non ti preoccupare, la prossima volta ti vengo a svegliare io... Questa povera bambina: crescerà ritardataria come la mamma ma tranquilla, la zia bella e simpatica ti salverà da questa sventura"
Disse marcando bene quei due aggettivi guardando Alya di sottecchi: Marinette rise mentre Alya si limitò a scuotere la testa in segno di rassegnazione.

"Alya, ma Nino non è ancora arrivato?" Domandò Marinette dopo essersi guardata attentamente intorno
"Nino? Hahahaha, dimenticatelo" Iniziò Chloé: "Le ha telefonato un ora fa dicendole che sarebbe arrivato leggermente in ritardo perché "non poteva capire chi avesse incontrato"" Gongolò la bionda mentre toglieva la giacca ad Emma.
"Non è che si è messo a parlare con un tizio a caso credendo fosse un DJ famoso?" Chiese Marinette punzecchiando Alya
"Ti prego, non me lo ricordare, aveva anche pubblicato la foto su instagram per quanto fosse convinto"
"Quello è niente: dobbiamo parlare di quando Marinette stava partorendo e lui si era messo a parlare con una donna in piene doglie credendo fosse un attrice famosa? Alya, accetta il mio consiglio: portalo da un oculista, sono mesi che ti dico che anche con gli occhiali non ci vede comunque!" Esclamò la bionda, Alya sembrò rifletterci attentamente e oramai anche lei credeva alle parole di Chloé; il loro discorso però, venne presto interrotto dal suono del campanello:
"Ecco il tuo principe dalle bianche pupille" Disse Chloé dedicando uno sguardo alla rossa, mentre questa ridacchiando, si alzò per andare ad aprire.
Una volta aperta la porta la ragazza si irrigidì all'istante: oltre a Nino, c'era anche Adrien. Una volta realizzato uscì fuori in fretta chiudendosi la porta alle spalle, notò con terrore come in pochi secondi l'espressione del biondo si incupì e lì capì che non stava là per caso:
"Ti rendi conto Alya? È tornato! L'ho incontrato mentre stavo venendo da te: era diretto verso casa di Marinette quindi l'ho invitato visto che lei tanto sarebbe venuta qui.
Sarà felicissima di vederlo, è gia arrivata?" Domandò speranzoso
"Nino senti, non è davvero il caso di-" Iniziò Alya
"Ma cosa dici? Forza sù, Marinette sarà al settimo cielo vedrai" Disse spostando dolcemente la ragazza ed entrando in casa, Adrien fece per seguirlo ma lei lo bloccò subito:
"Ti prego Adrien ascoltami, non andare da lei, non ora... non così" Adrien si fermò, dedicandole un tenero sorriso:
"Sai Alya, sette mesi fa' ho ricevuto da Nino un messaggio" Disse tirando fuori il telefono e iniziando a scorrere i pochi messaggi che aveva con il ragazzo, poi le mostrò il display:

- Guarda che bella la bimba di Marinette, appena sfornata! È un po' piccina ma i medici hanno detto che sta comunque bene e crescerà presto. Tu come te la passi? _Nino -

Adrien sorrise riguardando la foto, poi si riconcetrò su Alya:
"Ingenuamente pensavo scherzasse, non era la prima volta che faceva scherzi di questo tipo. Non so se ricordi ma capitò anche con te in passato, mi mandò la foto di un test di gravidanza preso da internet... pensavo che così fosse anche questa volta, pensavo avesse preso la prima foto di una bambina che somigliasse anche solo minimamente a Marinette. Da quando sono partito io e Nino non ci scriviamo molto poiché ho avuto problemi con la famiglia di mia madre, mentre mio padre non ha esitato a riempire la mia agenda di lavoro ancora prima di partire e quotidianamente non avevo poi tutto questo tempo per me... ma sporadicamente, lui continuava a mandarmi foto di questa bambina e più passavano i mesi più iniziavo a vedere in lei me e Marinette. Ora voglio che tu ti metta nei miei panni, a differenza di Nino... tu sai che rapporto avevo con Marinette e quanto eravamo andati oltre. Ho bisogno di capire perché nessuno se non Nino mi ha mai detto nulla a proposito di questo, ho bisogno di parlare con lei" Finì facendosi serio.
"Adrien... te lo sto chiedendo per favore" Implorò un altra volta Alya tenendolo per un braccio: il biondo in tutta risposta si divincolò subito, per poi entrare lasciandola lì fuori piena di preoccupazione per Marinette.
La corvina era ancora seduta sul divano sporta verso Chloé mentre tentava invano di sistemare i capelli della bambina con una spazzola, ma questi a causa delle setole, diventavano elettrostatici ottenendo l'effetto opposto da quello desiderato dalla ragazza che si arrese subito dopo accasciandosi sul divano mentre Nino, aveva iniziato a scattare delle foto alla bambina come ormai era solito fare da lì a sette mesi.
Chloé sussultò all'improvviso, facendo prendere un colpo ai due ragazzi che le erano di fianco.
"Ma sei pazza Chloé?" Domandò la ragazza guardando l'espressione spaventata dell'amica. Ma quando Marinette si girò nella stessa direzione il suo cuore mancò un battito nel vedere Adrien in piedi di fronte a loro che la fissava con un misto di delusione e tristezza negli occhi.


Nota:
Salve a tutti e piacere di conoscervi!
Questa storia ha la bellezza di 3/4 anni, avevo iniziato a scriverla quando avevo circa 16 anni ma non l'ho mai pubblicata... come sono solita fare e sinceramente mi ero anche dimenticata della sua esistenza fino a tre giorni fa, dove ho ritrovato la vecchia memoria del pc su cui era stata scritta; rileggendola non l'ho trovata poi così malaccio, quindi mi sono messa di sana pianta a correggerla ed ho pensato di condividerla su efp, però, visto che ormai l'avevo pubblicata ho pensato: "Perché non anche su wattpad?" e così eccomi qui. Se ci sono errori vi prego di farmelo notare perché tanto io non mi offendo, anzi, prendo tutte le critiche costruttive come oro colato e cerco di trarne il più possibile. 
La storia è completa, penso di riuscire a far uscire un capitolo a settimana (Tranne i primi tre capitoli che pubblicherò giornalmente in quanto su l'altro sito sono già usciti), perché tra lavoro e corso ho poco tempo per dedicarmi alla correzione e alla modifica di alcune cose che non mi piacevano, ma lo farò!
Spero vi piaccia e buona lettura.
AH, i crediti per la fanart vanno a Ceejles

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